L’Iran risponde a Israele, sciame di droni e missili, Stati Uniti doppio binario

Ormai dovrebbe essere chiaro che questi attacchi di missili e droni lanciati dall’Iran sul territorio israeliano, regolarmente intercettati e abbattuti dalla contraerea di Netanyahu, sono soltanto dimostrativi di una resistenza impossibile alla superiorità dell’armamento americano che continua a fare la differenza. Sottolineando al tempo stesso il valore puramente formale di ogni richiamo statunitense alla moderazione. Netanyahu ha ripetuto che proseguirà fino a Rafah. Secondo molti analisti, scrive Remocontro, sarebbe stata data a Israele carta bianca sulla città-rifugio in cambio di un attacco più moderato all’Iran. Per fermare la guerra di Gaza e i rischi che presenta non bastano gli appelli sentimentali e a quanto pare neppure lo scambio avviato degli ostaggi con i prigionieri palestinesi. Ma forse si potrebbe provare a sospendere l ‘invio delle armi. (nandocan)

da Remocontro

L’Iran, come temeva il mondo, ha risposto all’attacco israeliano al suo consolato a Damasco e attaccato direttamente Israele. Sciame di droni e missili sul territorio israeliano. Stati Uniti ‘doppio binario’. Teheran: ‘Gli Usa restino fuori dal conflitto’.

Le notizie ancora incerte da Israele

Poco dopo l’alba, il portavoce delle Forze armate israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, traccia il bilancio dell’attacco iraniano contro Israele. Hagari ha confermato che il 99% dei 300 fra missili e droni lanciati durante la notte è stato intercettato e abbattuto dalla difesa aerea. In particolare, ha spiegato, sono stati lanciati 170 droni nessuno dei quali è arrivato allo spazio aereo israeliano: tutti sono stati abbattuti fuori dai confini del paese da Israele e dai suoi alleati. Neanche i 30 missili da crociera sono riusciti ad entrare nello spazio aereo israeliano: 25 sono stati abbattuti dall’aeronautica israeliana.

Reazione iraniana all’attacco israeliano al consolato di Damasco (con l’omicidio di 2 alti generali di Tehran) sembra finita qui

“Se il regime israeliano dovesse commettere nuovamente un’aggressione militare, la risposta dell’Iran sarà sicuramente e decisamente più forte e più risoluta”. Lo ha scritto l’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite Amir Saed che ha definito “un atto di autodifesa” l’attacco di questa notte a Israele. “In qualità di membro responsabile delle Nazioni Unite, la Repubblica islamica dell’Iran si impegna a perseguire gli scopi e i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale, e ribadisce la sua posizione coerente secondo cui non cerca un’escalation o un conflitto nella regione”.

Stati Uniti doppio binario

Gli Stati uniti spingono su un doppio binario: da un lato assicurano sostegno incrollabile a Tel Aviv (come è stato nella notte), dall’altro invitano Israele alla “moderazione”. Il ministro della Difesa americano Lloyd Austin:
“Non cerchiamo un conflitto con l’Iran ma non esiteremo ad agire per proteggere le nostre forze e sostenere la difesa di Israele”.

Secondo una fonte americana citata da Axios, in un colloquio telefonico di mezz’ora Biden avrebbe detto a Netanyahu di “tenersi questa vittoria e non reagire in modo esagerato”. Sempre secondo la stessa fonte, gli Stati uniti non sosterranno un contrattacco israeliano contro Tehran.

Primi azzardi di analisi

Tamara Qiblawi della CNN a Beirut : un attacco iraniano senza precedenti contro Israele spinge la regione in acque inesplorate

  • Nei giorni successivi al mortale attacco israeliano al complesso dell’ambasciata iraniana in Siria all’inizio di questo mese, le uniche domande erano come e quando – e non se – l’Iran avrebbe risposto. Teheran ha dato la sua risposta sabato sera con un attacco aereo lanciato direttamente dal suolo iraniano, portando le tensioni regionali già bollenti a nuovi livelli.
  • Le Guardie Rivoluzionarie iraniane (IRGC) hanno annunciato di aver lanciato dozzine di droni e missili verso Israele; un funzionario israeliano ha stimato il numero di droni a più di 100. All’inizio di domenica, sembrava che molti dei proiettili fossero stati intercettati dalle forze armate israeliane e statunitensi.
  • Il lancio ha segnato il primo attacco in assoluto contro Israele dal territorio iraniano. I due paesi sono stati nemici, ma nessuno dei due ha mai lanciato un attacco diretto e palese sul territorio dell’altro, sebbene l’attacco israeliano del 1° aprile al consolato iraniano a Damasco abbia avuto luogo in quello che è tecnicamente considerato territorio iraniano sovrano per convenzione diplomatica.
  • Per 12 giorni, il regime ha giurato vendetta, con il leader supremo Ali Khamenei che è apparso davanti a una folla che brandiva un fucile mentre prometteva ritorsioni. I funzionari statunitensi si aspettavano che la risposta dell’Iran fosse calibrata per evitare una guerra totale, ma Teheran sta anche cercando di riaffermarsi come forza regionale – un filo sul quale ha cercato di camminare da quando è iniziata la guerra tra Israele e Hamas in ottobre.
  • Anche se i danni causati dagli attacchi di sabato sera devono ancora essere determinati, la portata del lancio e il suo percorso transnazionale hanno già portato la regione sull’orlo del baratro, e qualsiasi passo falso potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

Iran all’Onu: partita chiusa

Iran all’Onu, ‘col nostro attacco la questione è conclusa’
L’Iran ha fatto appello a Israele perché non reagisca al suo attacco diretto di droni e missili, definito giustificato e risposta obbligata al raid contro il consolato di Damasco.

“La questione può considerarsi chiusa così”, ha detto la rappresentanza iraniana all’Onu. “Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura”, ha dichiarato l’ambasciatore Saed Iravani, che ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio di sicurezza Onu e al segretario generale Antonio Guterres affermando che l’attacco contro Israele “rientra nell’esercizio del diritto di Teheran all’autodifesa”.

  • Meloni detta Giorgia
    Dopo il colpo di scena di Meloni detta Giorgia, anche i suoi competitori corrono ai ripari per semplificare il voto degli elettori più tonti. Salvini ha detto che possono mettere una X anche su ”Barbetta”, ma poi gli hanno ricordato che non si candida. L’astuto Generale Vannacci si farà votare anche come ”Vanna”, per recuperare nel campo arcobaleno. Forza Italia semplifica Tajani con “Ciccio” per come satura vestiti di una taglia inferiore.
  • La Cina che aspetta Putin e l’America che litiga col mondo
    Pechino, il segretario di Stato Usa Antony Blinken incontra il presidente cinese Xi Jinping. Frecciatine su Taiwan, Kiev e interferenze cinesi sulle elezioni Usa. Armonia sulla intelligenza artificiale. Le parti hanno sottolineato più volte che l’obiettivo dei colloqui era quello di mantenere il dialogo, ma al di là dei sorrisi di circostanza, la visita a Pechino del Segretario di Stato americano, ha risvolti molto meno amichevoli di quanto possa apparire. «La Cina potrebbe avere relazioni migliori con gli Stati Uniti e Unione Europea se Pechino o ‘alcune delle sue aziende’ smettere di fornire ‘componenti critiche’ grazie alle quali la Russia può produrre più munizioni», ribadisce poi Blinken in un’intervista alla Bbc al termine della sua visita in Cina.
  • Islam, la rabbia dei popoli contro i despoti amici d’America e Israele
    «Mentre la rabbia per Gaza cresce –titolava ieri il New York Times – i leader arabi reprimono le proteste». Un articolo, quello del giornale americano, che ha il merito di spostare la nostra riflessione su un aspetto finora trascurato della crisi mediorientale: quello relativo agli umori ‘divergenti’ delle popolazioni, rispetto alle politiche ufficiali dei loro governi.
  • Pensieracci
    Il Generale Pensieracci viene sempre frainteso. Non appena apre bocca per aiutare qualcuno, lo attaccano. Lui vuole mettere tutti i ragazzi handicappati nella stessa classe per trattarli meglio e le malelingue  parlano di segregazione. Lui dice che i gay non sono normali per evitare la delusione dell’uguaglianza e tutti a dire che è omofobico. Lui vuole le donne a casa per non esporle all’umiliante confronto con maschi superiori per natura e tutti ad accusarlo di misoginia. 
  • 25 aprile-Rai-Liberazione. Fu il ‘Servizio pubblico’. Potrà tornare?
    Sono d’accordo con Andrea Melodia (entrammo insieme in RAI con la selezione del ‘66) nel giudizio “del tutto negativo” sul fascismo. Per me non solo dall’alleanza con Hitler, già per il modo squadrista e violento con cui subito dopo la prima guerra mondiale pose le premesse alla sua elezione parlamentare. L’alleanza con Hitler è invece… Leggi tutto: 25 aprile-Rai-Liberazione. Fu il ‘Servizio pubblico’. Potrà tornare?

Scopri di più da nandocan magazine

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading