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Una via d’uscita

Un tentativo di colpo di stato del comandante della Wagner (milizia mercenaria che secondo il quotidiano Avvenire avrebbe schierato in Ucraina 50000 uomini) sarebbe rientrato ieri dopo una mediazione del presidente della Bielorussia Lukashenko (nandocan)

di Massimo Marnetto

Perdere la faccia vuol dire perdere la Russia. Per Putin, l’affronto di Prigozhin va lavato col polonio. O in qualsiasi altro modo, visto che il catalogo di ”incidenti” dei suoi servizi è ampio. Ma non ora. I mercenari dell’ex venditore di salsicce – diventato capo di una multinazionale militare – servono ancora e non solo in Ucraina. Una sua eliminazione scatenerebbe una guerra civile. Il conflitto va palliato e Lukashenko sta mediando per il Cremlino, con concessioni non note, ma di sicuro interessanti, tanto da convincere Prigozhin al ripensamento. La resa dei conti è solo rimandata.

Pace più vicina? No. Anzi, Zelenski e chi lo sostiene pensano che questa crisi sia l’occasione migliore per riconquistare terreno. Questa invece sarebbe l’opportunità per offrire ai russi una via d’uscita dal conflitto, visto che improvvisamente le priorità sono cambiate: ora Putin tiene più a ripristinare il proprio prestigio interno, che a proseguire un conflitto esterno. Ma il desiderio di vittoria acceca.


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