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Sondaggio: il sale della democrazia in 5 riforme

Con grande piacere il ritorno di Polemos e di Antonio Cipriani anche su nandocan magazine. Voi che ne pensate? Chiede, ma la risposta la da lui stesso accennando al “lento continuo lavorìo per distruggere giustizia sociale, togliere diritti, rendere più cattiva e cinica la società”. In coda qualche mia osservazione.

Antonio Cipriani su Remocontro

Un amico ha posto questo interrogativo: quali sono le cinque conquiste democratiche, civili e sociali, più significative nella storia breve della nostra repubblica? Una domanda secca, semplice, per farmi ragionare sul complesso sistema di riforme che hanno cambiato il nostro modo di vivere negli ultimi settant’anni. Quali di queste hanno avuto un peso politico significativo, quali hanno migliorato il senso della nostra vita, quali hanno aggiunto elementi di giustizia sociale, di eguaglianza di diritti, nella nostra società?
La domanda è sì semplice, ma può far male. È un giochino a trabocchetto che, se ci pensi bene, spalanca il cuore a dubbi, frustrazione, a una spossatezza culturale che lascia l’amaro in bocca. Almeno a me.

Così mi sono messo sotto e ho scelto le riforme più significative.
Lo statuto dei lavoratori. La legge numero 300 del 1970. Si disse all’epoca: la Costituzione entra finalmente nel mondo del lavoro.
La riforma del sistema sanitario. La legge 833 del 1978, i cui principi fondamentali sono: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità.
La riforma carceraria. La legge 354 del 1975 sul trattamento umano, imparziale e senza discriminazioni in carcere. E la legge 663 del 1986, la Gozzini, sulla rieducazione del condannato.
La legge Basaglia. La legge 180 del 1978 sulla chiusura dei manicomi e l’istituzione di servizi di igiene mentale pubblici.
La legge sull’aborto. La legge 194 del 1978 (confermata da un referendum del 1981) sulla possibilità di richiedere l’interruzione volontaria della gravidanza.

Queste sono le mie cinque riforme democratiche e parlamentari che ritengo fondamentali per la nostra storia. Guardatevi le date. Non erano periodi facili per la nostra società, il mondo era bloccato nello schema rigido della guerra fredda tra le due superpotenze, eppure il contesto culturale e politico nazionale è stato in grado di produrre riforme di grandissimo respiro. Esiste qualcosa di vagamente simile a partire dagli anni Ottanta? Parliamo di decenni durante i quali ci sono stati anche governi progressisti, ma mai una riforma significativa dal punto di vista democratico, sociale e culturale, secondo me, all’altezza di queste cinque.

Mi sembra che in questi ultimi decenni, invece, ci sia stato un lento continuo lavorìo per distruggere giustizia sociale, togliere diritti, rendere più cattiva e cinica la società. Un gran lavoro, direi, che ha anche ottenuto tanti successi. Non per noi, ovvio.

Ma voi che ne pensate? Avete in mente cinque riforme democratiche che rappresentano il sale della nostra storia di libertà e giustizia sociale, di eguaglianza di diritti?
Fatemi sapere.

Ps
Torno a scrivere dopo un mese complicato. Polemos e Remocontro mi sono mancati. Spero di non dover più interrompere questo dialogo di libertà.


MEGLIO QUESTO CHE NULLA, MA….

Il successo di ogni riforma è affidato alla disponibilità e alla coerenza di chi ha il potere di curarne l’applicazione rimuovendo tutti gli ostacoli che ne limitano o addirittura annullano l’efficacia. E non è un caso che a questa rimozione si affidi la Costituzione del ‘48. Infatti:

1) Disoccupazione e precariato oltre che una disinvolta applicazione dei contratti collettivi, quando esistono, provvedono a ridimensionare di fatto i diritti dei lavoratori.

2) autonomia regionale e agevolazioni all’iniziativa privata insieme allo strapotere dell’industria farmaceutica provvedono a ridimensionare il SSN e il diritto di tutti alla salute.

3) il sovraffollamento delle carceri e l ‘insufficienza delle carceri provvedono a ridimensionare i benefici previsti dalla pur meritoria legge Gozzini.

4) L’inadeguatezza degli istituti pubblici di igiene mentale riduce i benefici della legge Basaglia;

5) A ridimensionare la legge sull’aborto, oltre che l’insufficienza del nostro sistema sanitario il moltiplicarsi dell’obiezione di coscienza da parte dei medici.

Ciò detto, si potrà sempre concludere: meglio questo che nulla.

(nandocan )


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