Scandalosa impotenza

Il contributo dato all’antisemitismo dalla politica e dall’esercito di Israele, con la rappresaglia indiscriminata sui palestinesi di Gaza e quella ancor più ingiustificata e impudente dei coloni in Cisgiordania, è quanto di peggio potevamo attenderci dagli avvenimenti dei giorni scorsi. E l’indifferenza di Netanyahu e del suo governo ad ogni invito alla moderazione sembra ricordare quel “popolo di dura cervice” che indignava il Dio della Bibbia.

Né può essere sottovalutata l’incomprensibile resistenza da parte dei leader mondiali ad intraprendere qualunque azione significativa. Una denuncia che viene anche da “Medici senza frontiere” , “addolorati per la scomparsa di uno dei loro operatori umanitari, Mohammed Al Ahel, ucciso insieme a diversi membri della sua famiglia il 6 novembre”.

La denuncia di MSF

“Mohammed – è scritto nella denuncia – lavorava come tecnico di laboratorio da oltre due anni e si trovava nella sua casa nel campo profughi di Al Shati quando l’area è stata bombardata e l’edificio è crollato, uccidendo, secondo le testimonianze locali, decine di persone. È evidente come nessun luogo a Gaza sia al sicuro da bombardamenti brutali e indiscriminati. Secondo le autorità sanitarie a Gaza, più di 10.000 persone sono state uccise, tra cui oltre 4.000 bambini.

“ I ripetuti appelli per un cessate il fuoco immediato sono caduti nel vuoto, – prosegue il comunicato di MSF – anche se lo stop ai combattimenti rappresenta l’unico modo per evitare altre morti insensate nella Striscia e per consentire un adeguato livello di aiuti umanitari a Gaza. In tutta la Striscia, persone indifese continuano a perdere familiari e abitazioni, mentre i leader mondiali non riescono a intraprendere un’azione significativa. In questo tragico momento, continuiamo a essere gravemente preoccupati per tutti i nostri operatori a Gaza, molti dei quali stanno ancora lavorando negli ospedali della Striscia per fornire cure salvavita”.

Cessate il fuoco

Che perfino l’invito al “cessate il fuoco” , più volte rinnovato da Papa Francesco, trovi difficoltà a venire non soltanto dagli Stati Uniti ma anche dalla gran parte dei paesi europei può indurre a parlare di una scandalosa impotenza che confina con la complicità (nandocan)


Le ragioni dell’odio

di Massimo Marnetto

Hamas si può solo estinguere, non annientare con le bombe. Estinguere vuol dire rimuovere le ragioni dell’odio degli estremisti palestinesi contro Israele e l’Occidente in generale, ripristinando la giustizia, il welfare e lo sviluppo. La Striscia di Gaza – con aiuti non solo economici ma anche per realizzare un embrione di Amministrazione senza corruzione – potrebbe diventare il laboratorio di rigenerazione palestinese; un incubatore di buone pratiche sociali ed economiche da consolidare e replicare in Cisgiordania, per poi creare lo Stato di Palestina.

In un popolo che nella piccola Striscia risorgesse con case, scuole, ospedali, lavoro – nel rispetto dopo decenni di deprivazioni e umiliazioni – non ci sarebbe più l’hummus della frustrazione per nutrire hamas. Che si estinguerebbe per mancanza di motivazioni e adesioni. Le bombe invece sono fertilizzanti della rabbia, che moltiplica le file dell’estremismo, potenziato dalla disperazione di chi non ha nulla da perdere e tutto da vendicare. La democrazia non si esporta, la dignità sì.


  • Sulla valutazione dei magistrati
    Si vuole introdurre la valutazione della Magistratura? Bene, allora li si faccia anche per gli altri poteri dello Stato. Per il Parlamento vedrei bene l’adozione del ‘’criterio di laboriosità’’: un quinto degli onorevoli e senatori più assenteisti nel biennio vengono sostituiti con elezioni suppletive programmate.
  • ‘Peggio del presente, a Gaza, c’è solo il futuro’: Eric Salerno
    Altri ostaggi sono tornati a casa, tutti sembra, in relativamente buone condizioni di salute anche se traumatizzati dal rapimento e dalla prigionia nelle mani degli uomini di Hamas. In Israele manifestazioni di giusta felicità miste a paura per quello che è accaduto il 7 ottobre e per quello che potrebbe ancora succedere. Centinaia di video passano di mano in mano. In Israele e fuori.
  • La differenza
    È infatti enorme la differenza tra la guerra e la pace. E la tragedia è proprio questa, che la guerra si concede una pausa per riprendere ancora più incondizionata di prima. E ciò perché questa non è neanche degna di essere chiamata guerra, perché le guerre si fanno per ottenere qualcosa, che è la posta in gioco della guerra. Invece questa è una guerra che ha per fine la negazione reciproca dell’esistenza dell’altro. E attraverso un rovesciamento di ciò, nella costruzione di una umana convivenza tra i membri del popolo palestinese e i cittadini ebrei dello Stato di Israele, che può istituirsi, non una tregua, ma la pace
  • Scendere
    Mi tocca difendere il Ministro Lollobrigida, perché la sua richiesta di fermata del treno in ritardo, per proseguire in auto, era motivata da un interesse pubblico istituzionale, prevalente su quello privato degli altri passeggeri. Ovvero la sua presenza come Ministro – cioè a nome dello Stato – a Caivano, per inaugurare un parco ad alto valore simbolico, come riscatto di un territorio abbandonato al degrado e alla criminalità. (Marnetto)
  • La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con Israele
    La feroce rappresaglia di Israele nella striscia di Gaza, accompagnata da un’ aggressiva reazione dei coloni nella Giordania occupata, rischia ora di compromettere, a vantaggio di Hamas, anche il fragile compromesso con i paesi arabi moderati, avviato col “patto di Abramo” e la compiaciuta assistenza degli Stati uniti. La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con Israele.I Paesi arabi moderati, gli alleati di sempre, il lato debole della geopolitica americana prigioniera di Netanyahu in Medio Oriente. Prima tra tutti la Giordania. Re Abdullah II di fronte alla devastante reazione israeliana ai massacri di Hamas, sta per rivedere la trentennale ‘pacificazione’ con Tel Aviv, ma anche le relazioni privilegiate con Washington
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