Domani la PerugiAssisi
Marciare per la pace fa bene alla pace perché la costruisce dal basso, ricordando a tutti il suo valore. Che va annaffiato con la partecipazione, altrimenti appassisce”. Così Massimo Marnetto, invitando alla partecipazione alla Perugia-Assisi che si svolgerà domani, domenica 24 aprile. Un’edizione straordinaria per dare voce e “gambe” all’appello di Papa Francesco: “Fermatevi! La guerra è una follia”. E aggiunge Massimo: “Il giardino della pace va tenuto pulito dalle erbe infestanti del nazionalismo, razzismo, diseguaglianza. Tutte gramigne pronte a soffocarlo se manca la manutenzione dei riti di ripetizione, che rinverdiscono ciò che dà senso al rifiuto della guerra”. “Saremo alla PerugiAssisi perché in quel luogo abbiamo sempre incontrato donne e uomini che si prendono cura degli altri», ha spiegato il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, aprendo la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa”.
Contestato, il Presidente dell’ANPI risponde
E per il giorno successivo, il presidente dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo ha annunciato un “ 25 aprile di memoria della Liberazione e di impegno per la pace. Non solo una celebrazione e un giorno di festa, per quanto si possa festeggiare in questa drammatica situazione, ma uno stimolo verso tutti per il ritorno della politica come capacità di composizione dei conflitti”. Un intervento, quello di Pagliarulo, molto contestato da quanti, nella maggioranza, non hanno apprezzato una presa di posizione decisamente contraria all’invio delle armi alla “resistenza Ucraina” votato a grande maggioranza dal Parlamento.
“Non siamo mai stati equidistanti. – si è difeso il Presidente dell’Associazione Partigiani – Siamo dalla parte degli aggrediti contro gli aggressori, come abbiamo detto alle 9 di mattina del 24 febbraio, poche ore dopo l’invasione. Siamo oggi in una nuova fase dell’invasione che ha assunto un carattere ancora più tragico con violenze, vittime civili, distruzioni crescenti e con l’aumento della tensione internazionale a livelli mai avvenuti dal dopoguerra. Tutto ciò rende ancora più urgente la ricerca di un tavolo di trattative quanto meno a partire, come ha proposto Papa Bergoglio, da una tregua nelle festività pasquali.
“Vediamo con allarme che sta avvenendo il contrario, con scelte e comportamenti che spingono al prolungarsi delle ostilità e a un continuo e accelerato riarmo. Una di queste scelte è il crescente rifornimento di armi sempre più letali all’Ucraina, cosa che a nostra avviso (e non solo nostro) rende sempre più difficile un ruolo di mediazione dell’UE ed aumenta di giorno in giorno i rischi di espansione della guerra.
“Tutto ciò inasprisce le tensioni e le estende su scala continentale e mondiale. Come si fa a non vedere o a sottovalutare che si sta creando una apocalittica reazione a catena di cui nessuno può prevedere la conclusione? Noi ci siamo dichiarati prima contrari all’invio delle armi in Ucraina poi contrari all’aumento del budget militare del nostro Paese fino al 2% essenzialmente perché ci sembra che questi atti abbiano contribuito e contribuiscano alla rapidissima escalation a cui stiamo assistendo”.
“Attacchi di una violenza e di una volgarità stupefacenti”.
Più avanti, entrando nel merito delle contestazioni giunte dalle parti politiche, ha aggiunto: “ Abbiamo assistito nelle ultime settimane ad una serie di attacchi all’ANPI di una violenza e di una volgarità stupefacenti. Per esempio ho scoperto, a mia totale insaputa, di essere putiniano. Credo che sia un segno dei tempi e dell’imbarbarimento del dibattito pubblico. Ce ne facciamo una ragione. Alle critiche rispondiamo con la discussione. Agli insulti non rispondiamo. In qualche caso, ove ci siano gli estremi, ci rivedremo in tribunale.
“Oggi rilanciamo la nostra proposta di dialogo e di unità. Sappiamo bene che la guerra tra i tanti disastri divide. Noi vogliamo contrastare questa deriva, pur nelle opinioni diverse, perché sono convinto che in ultima analisi l’obiettivo comune è quello della pace. Per questo proponiamo un grande 25 aprile come giornata di impegno per la pace. Per questo abbiamo titolato il manifesto del 25 aprile “L’Italia ripudia la guerra”.
FMI e guerra devastante
Su Remocontro, Piero Orteca commenta l’intervento della ‘ministra del Tesoro’ Usa, Janet Yellen (ex Federal Reserve) al Fondo monetario Internazionale (FMI) dove ha dovuto ammettere l’impossibilità, per alcuni Paesi europei, di rinunciare immediatamente al gas russo.
“Il pianeta sta pagando il delirio di onnipotenza di Putin e l’incapacità dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti, di trovare una soluzione alla crisi».
Orteca spiega poi che “la sessione primaverile dell’FMI, dedicata alla presentazione dell’Outlook con i dati tendenziali dell’economia globale, ha sottolineato l’influenza devastante della guerra in Ucraina. Un elemento che si unisce agli effetti della pandemia e a quelli dei cambiamenti climatici, che alterano il ciclo dei raccolti e impattano sulla esponenziale scarsità di cibo. Specie di cereali. Non si tratta solo del crollo nelle esportazioni di granaglie dal blocco Russia-Ucraina, ma anche della drastica diminuzione nella produzione di fertilizzanti. Masood Ahmed, funzionario del “Centro per lo sviluppo globale”, lancia l’allarme, avvertendo che le crisi regionali si stanno “saldando” e coinvolgono, ormai, gran parte del pianeta.
Il debito del mondo in via di sviluppo
Con un report approfondito, il “Wall Street Journal” titola: “La guerra in Ucraina approfondisce i problemi del debito in tutto il mondo in via di sviluppo”. Questa tragedia si collega alla pandemia e alla interruzione della cosiddetta catena di approvvigionamento, in una sorta di tempesta perfetta, che fa gonfiare i prezzi ed esplodere l’inflazione. Così, i Paesi poveri, vedono i loro debiti sovrani aumentare fino al default. L’ultima economia pubblica a crollare di schianto è stata quella dello Sri Lanka.
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