Il posto d’onore, come ogni domenica, va all’editoriale domenicale di Antonio Cipriani (Polemos) su Remocontro. (nandocan)
La Sapienza delle mani
La gentilezza è rivoluzionaria, in questi tempi adrenalinici e bellicosi in cui l’etica del discorso è finita stritolata dal potere assoluto del bianco e del nero, delle prese di posizioni assolute e ringhiose, sempre e solamente virtuali. Nel tempo delle interpretazioni delle interpretazioni della realtà. Con un allontanamento dal senso della vita e dal rispetto che dobbiamo al nostro futuro, a quello dei nostri figli, alla comunità di donne e uomini in cui abitiamo nella realtà, al territorio che ci ospita, alla bellezza che – parafrasando Simone Weil – è un frutto che si guarda senza tendere la mano.
La semplicità della vita è rivoluzionaria. Se esci dal dogma dell’obbedienza, del produci, consuma e crepa, appare la dolcezza delle cose che ci uniscono, che ci rendono felici e non brutali, sereni e non arroganti. Nel dono dell’incontro e della capacità di ascoltare l’altro, il diverso da te, senza giudizio, senza reticenze, senza paura che possa scalfire certezze assolute.
Camminare in libertà, alla deriva nel mondo, è rivoluzionario. Senza competere sempre e solamente, senza le tappe forzate, seguendo l’energia del proprio sguardo, la delicatezza di un dettaglio, il canto di un usignolo, il frusciare delle fronde, una scritta d’amore su un muro sbrecciato. Lasciandoci catturare dalla meraviglia e non solamente in vacanza, seguendo un tour preconfezionato. Con cuore puro. Senza timori, a due passi da casa. Camminare è un gesto sovversivo. Ti consente di lasciare la macchina nel parcheggio, di non usarla per passeggiare come un idiota nelle stradine del paese per vedere chi c’è in giro senza sporcarsi le scarpe. Ti consente di star bene, senza troppi additivi chimici o programmi di training al chiuso.
Invertire la rotta è rivoluzione. Non correre sull’autostrada dei saperi che desertifica il paesaggio culturale serve a dare una speranza alle nostre comunità, a dare un futuro di libertà vera e non virtuale e costellata da schiavitù più o meno palesi. E per invertire la rotta occorre la semplicità, la gentilezza, il camminare lentamente, il ricordare. Ricordare che possediamo la vita, solo quella. E che possediamo la più antica delle invenzioni: la mano. E che dobbiamo tornare alla sapienza delle mani. Alla delicatezza del tocco, all’arte che esprimono. Scrive il filosofo Lucio Saviani, in un libro intitolato “Mani”, che la mano unisce le cose visibili e le cose invisibili. E trovo questa frase bellissima. La mano è poesia, è gesto, disegna architetture nell’aria, cesella metallo, indica al pennello il giusto tocco divino, scolpisce il celato della pietra, tesse, cuce, disegna. Unisce mondi e crea saperi e pensiero filosofico. Nel tempo del virtuale e della bruttezza come codice politico e ideologico, la mano che pensa ci dà una mano.
Per questo, sovversivi come siamo, vogliamo mettere a disposizione la nostra semplicità e gentilezza per far sì che la sapienza delle mani abbia spazio. La rivoluzione comincia dalle piccole cose.
A Rieti, la giunta di destra ha eretto il primo busto a Bettino Craxi. Questa iniziativa è inaccettabile. *

Il soggetto esposto come esempio di presunte pubbliche virtù – lo ricordiamo al distratto sindaco Cicchetti – in realtà è fuggito in Tunisia, per evitare due condanne definitive per corruzione emesse nel nome del Popolo italiano e altri processi a suo carico.
Ora, esporre con un monumento un corrotto a simbolo civile è apologia di reato (art. 414 c.p.), in quanto si celebra pubblicamente l’autore di gravi episodi criminosi, avversando il concetto stesso di legalità e ignorando il tradimento consumato da questo soggetto dei requisiti di ”disciplina” (correttezza) e ”onore” (priorità dell’interesse generale), richiesto dalla Costituzione in modo speciale ai parlamentari.
Pertanto, chiedo alle Autorità preposte che questo monumento sia rimosso, ferma restando la valutazione nelle opportune sedi delle responsabilità del Sindaco e di chi abbia collaborato alla sua realizzazione.
Con vigilanza democratica, Massimo Marnetto .
* L’ Amministrazione comunale di Rieti, alla presenza del Sindaco Antonio Cicchetti e degli amministratori, ha inaugurato nell’omonima piazza di Campoloniano, il busto dedicato a Bettino Craxi, donato al Comune di Rieti dalla Fondazione Craxi. Alla cerimonia è intervenuto il figlio di Bettino Craxi Bobo e l’ex consigliere regionale del Lazio Donato Robilotta.
Infine, Ennio Remondino su Remocontro :
100 giorni dopo, chi vuole che la guerra continui

«Alcuni sviluppi di questa settimana inducono a pensare che né la guerra militare tra Russia e Ucraina né quella per ora prevalentemente economico-diplomatica tra Occidente e Russia termineranno presto», la valutazione pesante di Limes.
Alcuni dettagli di situazione militare che portano la prestigiosa rivista di geopolitica a quelle conclusioni non certo incoraggianti per il futuro prossimo del mondo.
Ma di Laura Canali da Limes, ipotesi dopo guerra
I primi 100 giorni di guerra
Sempre il presidente ucraino Zelensky in diretta permanente col mondo. «A oggi, circa il 20% del nostro territorio è controllato dagli occupanti, quasi 125 mila chilometri quadrati. È molto di più rispetto all’area di tutti i paesi del Benelux messi insieme». E l’avanzata russa nel Donbass, anche se lentamente continua, segnala Mirko Mussetti che poi precisa: «A contare realmente in questa fase di conflitto è la capacità di Mosca di guastare la logistica del difensore su tutto il suo territorio nazionale […].
«La strategia russa non è occupare repentinamente vaste zone del paese non immediatamente controllabili, ma impedire l’afflusso di carburante e armi occidentali laddove si combatte».
Guerra continua a vantaggio di chi?
«La cattura di migliaia di soldati ucraini accrescerebbe la leva negoziale del presidente russo Vladimir Putin, il quale potrebbe non aver fretta di esercitarla».
Solo interesse di Putin?
«Le truppe russe stanno avanzando nel Sud e nel Donbas ed è improbabile che si arrestino prima di aver consolidato le loro conquiste territoriali almeno nelle oblast’ di Donec’k e Luhans’k (Donetsk e Lugansk). Soprattutto in assenza di un negoziato di pace credibile – dove per “credibile” si intende con il coinvolgimento più o meno esplicito degli Stati Uniti», segnala Nicolò Locatelli, chiamando anche altri protagonisti in campo.
‘Le guerre d’Ucraina’ al plurale
Le molte mediazioni in questi primi cento giorni di guerra, «non sono decollate in ultima analisi perché né Mosca né Washington hanno interesse a che le operazioni militari finiscano ora. La nuova fornitura di armi statunitensi a Kiev dimostra che Joe Biden vuole tenere impegnato Vladimir Putin in Ucraina ancora un po’». Quindi la guerra politica statunitense alla Russia con mano militare e prezzi umani a carico dell’Ucraina, la conclusione spesso non detta.
Guerra alla Russia e problemi all’Europa
L’Europa occidentale costretta a tagliare via via i suoi legami con la Russia. «La guerra sta anzi mettendo in discussione con sorprendente rapidità alcuni presunti assiomi dell’Ue quali la dipendenza energetica da Mosca (in attesa della rivoluzione verde) e la necessità dell’unanimità a Bruxelles». Sanzioni con molti sconti e offerte speciali in casa Ue. Vedi la rinuncia al petrolio russo nel giro di sei mesi, e di qui ad allora vedremo. Mentre di gas proprio non se ne parla.
La rivoluzione europea
Europa impotente anche per il vincolo della unanimità, riconoscono tutti. Ma l’abbandono dell’unanimità implicherà una ridefinizione dei rapporti di forza all’interno dell’Ue, avverte l’analista. «Contro la quale è lecito attendersi la forte opposizione dei paesi più “piccoli” e non necessariamente meno strategici».
«Al momento però, contrariamente al calcolo di Putin, l’unità occidentale è preservata – anzi rafforzata, come dimostrano le novità provenienti dalla Danimarca (Il sì nel referendum per l’adesione alla difesa comune Ue)», la valutazione di Nicolò Locatelli.
A vantaggio di Biden
Nel travaglio della politica interna statunitense, tra inflazione, follia armata incontrollabile e rischio recessione, qualche segnale positivo per l’amministrazione Biden sotto schiaffo elettorale. L’aumento della produzione di petrolio deciso dall’Opec+ che allevierà almeno in parte la pressione inflazionistica sulle economie occidentali. Almeno così si spera.
Imminente viaggio del presidente degli Stati Uniti in Arabia Saudita, paese che con gli Emirati Arabi Uniti sosterrà il grosso dello sforzo Opec. Sperando che Biden questa volta si attenga ai discorsi scritti e non si faccia trascinare in altre dichiarazioni avventate.
- Migranti: dall’emergenza alla gestione”Vuoi venire in Europa senza venderti tutto per pagare i trafficanti e rischiare la vita? C’è un modo legale per farlo: formazione europea gratuita in patria, esperienze stagionali in un paese UE, trasformazione dei soggiorni temporanei in permanenti. Contatta l’Agenzia Europea per l’Ingresso Legale.”
- Il “migliore”Considero Napolitano un mediocre uomo politico. Sdogana l’arroganza a sinistra (poi seguito da D’Alema). Inizia a cercare i voti a destra (poi seguito da Renzi). Forza il concetto di surroga ”tecnica” della politica con Monti (poi seguito da Mattarella con Draghi).
- America in confusione dietro Biden, con Trump che ‘pesca’ elettori afro-americani e ispaniciPiero Orteca su Remocontro Un rincitrullito o un bandito, ovviamente ipotetici? ‘Blacks for Trump’, sbandierano i neri che sostengono Trump. E siccome le cattive notizie non arrivano mai da sole, nel mazzo dei più sorprendenti sostenitori del noto suprematista bianco, anche gli ispanici tra i possibili/probabili nuovi elettori che stanno gonfiando, a dismisura i sondaggi … Leggi tutto
- Addio a Napolitano, dal Pci al Colle. Il primo presidente eletto due volteon Giorgio Napolitano se ne va il primo comunista al Quirinale, e il primo presidente della Repubblica ri-eletto per un secondo mandato, che poi, però, eserciterà per meno di due anni, prima di lasciare. Fu una dei prfotagonisti simbolo dell’eurocomunismo, la dottrina che Enrico Berlinguer fece sua negli anni Settanta, pur essendo Napolitano, da leader degli ex “amendoliani”, formalmente un avversario interno.
- Ci pensa Giorgiadi Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto