Reader’s 9 / 10 aprile 2023.

Rassegna web di nandocan magazine


Massimo scrive (gratis) lettere e note quotidiane, Ennio il suo straordinario quotidiano di politica internazionale, io vi propongo “Reader’s”, più o meno bene tanti altri fanno le stesse cose altrove, per passione certo ma la ragione principale è quasi sempre la stessa (nandocan)

Se avessi fatto sentire la mia voce

di Massimo Marnetto

Capita che una frase ti cambi in profondità. Io scrivo a giornali, politici, redazioni, istituzioni, ambasciatori, amici, avendo nella testa questa riflessione di Gramsci, che io chiamo vigilanza democratica:

“Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
Dei fatti maturano nell’ombra, perché mani non sorvegliate da nessun controllo tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora. E quando i fatti che hanno maturato vengono a sfociare, e avvengono grandi sventure storiche, si crede che siano fatalità come i terremoti. Pochi si domandano allora: «se avessi anch’io fatto il mio dovere di uomo, se avessi cercato di far valere la mia voce, il mio parere, la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”
  (Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere)


Italia sull’avventurosa ‘Via della seta’ tra Xi Jinping e Biden

Michele Marsonet su Remocontro

L’Italia nel 2018 siglò un accordo con Pechino sul progetto cinese della ‘Nuova via della seta’, Marco Polo all’incontrario, dall’oriente ai mercati del mondo. Poi fu Covid e ognuno si chiuse in casa. Messo da parte il virus, la Cina torna protagonista litigando sul filo della guerra con gli Stati Uniti per Taiwan. Mentre l’Italia ha cambiato governo e politica: Giorgia Meloni, da euroscettica amica di Orban, diventata premier si è trasformata in europeista e atlantista Usa. 
E la ‘Via della seta’?, si chiede Michele Marsonet.

La vecchia ‘Nuova via della seta’

Il governo italiano e la premier Giorgia Meloni si trovano ad affrontare un problema molto spinoso, eredità del precedente governo gialloverde Conte-Salvini e, soprattutto, dell’ex ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio, poi sparito dalla scena.
Come si rammenterà, l’Italia fu l’unico Paese del G7 a siglare, nel 2018, l’accordo con Pechino relativo al progetto della “Via della seta”, mediante il quale Xi Jinping intende promuovere la penetrazione commerciale cinese in ogni parte del mondo.

Rabbia Usa e poi il Covid

All’entusiasmo cinese e italiano (soprattutto da parte del M5S) si contrappose l’evidente irritazione di Joe Biden e degli altri membri del G7, che auspicavano maggiore prudenza da Roma.
Da allora è passata parecchia acqua sotto i ponti. Il progetto fu in pratica bloccato dal Covid, con la Repubblica Popolare chiusa in se stessa per fronteggiare la diffusione della pandemia.

Il vecchio accordo che ritorna

Finita quest’ultima, tuttavia, la dirigenza cinese è più che mai intenzionata a dare nuova linfa al progetto, che è del resto essenziale per la politica estera di Xi Jinping. E vi sono segnali importanti secondo cui la leadership cinese si attende da Roma un rinnovo pressoché automatico dell’accordo.

Svolta Meloni, da Orban a Biden

Gli ostacoli però sono molti. Innanzitutto l’ostilità Usa, che non è mai venuta meno. Giorgia Meloni, dopo aver ricevuto l’incarico, ha modificato in modo sostanziale le sue posizioni in materia di politica estera. Prima era vicina al premier ungherese Viktor Orban, quindi euroscettica e atlantista “tiepida”. Diventata premier si è trasformata in europeista e soprattutto in atlantista convinta, come dimostra il suo sostegno incondizionato a Zelensky.

‘Pacta sunt servandi’ dal latino al cinese

Ora, se decide di disdire l’accordo sulla Via della Seta, è lecito attendersi una dura reazione da parte cinese, soprattutto sul piano economico e commerciale, visti gli interessi che la Repubblica Popolare ha nel nostro Paese. Se invece lo rinnova, ci sarà una reazione altrettanto dura da parte americana, con Joe Biden che probabilmente accuserà l’Italia di essere inaffidabile. Un vero e proprio rebus, insomma, e ancora non si capisce quale corno del dilemma la premier sceglierà.

Francia e Germania a Pechino

Si noti però che, nel frattempo, il presidente francese Emmanuel Macron si è recato in visita a Pechino portandosi dietro l’evanescente Ursula von der Leyen, e ha stretto accordi con Xi senza esitare troppo. Come del resto aveva fatto in precedenza Olaf Scholz, accompagnato da una nutrita delegazione di industriali e banchieri tedeschi.

La prova del guinzaglio

Per Giorgia Meloni sarà un duro banco di prova. Confermerà l’accordo blandendo Xi e provocando  l’irritazione Usa? Al momento non si sa. Ma è evidente che, in ogni caso, sarà possibile capire quali sono i reali margini di autonomia della politica estera di questo governo.


Israele del troppo odio esplode: un italiano ucciso a Tel Aviv, due sorelle israeliane in Cisgiordania

da Remocontro

Guerra di tutti contro tutto, palestinesi disperati che ammazzano a casaccio prima di farsi ammazzare, le ferite ancora doloranti delle botte selvagge nella spianata sacra delle moschee, attacchi con razzi dal Libano e dalla prigione Gaza a far più rumore che danni e le ritorsioni mirate sempre certe, le proteste civili ebraiche contro il governo più reazionario della storia di Israele, le milizie squadriste agli ordini del ministro fascista, e l’inquisito premier Natanyahu che chiama alla difesa nazionale per distrarre l’opposizione e tenere in piedi il suo traballante governo.

Turisti italiani a Tel Aviv

Ieri sera un turista italiano di 36 anni, Alessandro Parini, avvocato a Roma, è stato ucciso e altri sette turisti sono stati feriti a Tel Aviv da un’auto che li ha travolti intenzionalmente. L’attentatore, un palestinese dei Territori occupati è stato ucciso dalla polizia. Tra i feriti ci sarebbe un altro italiano. Sono 17 gli israeliani uccisi dall’inizio dell’anno, almeno 94 i palestinesi in buona parte colpiti in raid dell’esercito israeliano in città, villaggi e campi profughi della Cisgiordania. L’episodio ha riacceso la tensione già alta in questi giorni e il premier Benyamin Netanyahu ha richiamato altri riservisti.

Alle armi e svuotare le piazze

Tre battaglioni dell’esercito in più in Cisgiordania – a Hebron, Ramallah e Betlemme – e il richiamo di riservisti inquadrati nella difesa antiaerea e nell’aviazione, tra cui piloti da combattimento e di droni. Sono questi gli ordini dati ieri dal capo di stato maggiore Herzi Halevi. E già nella notte, intensi bombardamenti dell’aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza. Bombe anche nei pressi del campo profughi di Rashidiye (Tiro), in Libano del sud. Una accelerazione verso l’escalation militare conseguenza delle forti tensioni causate dalle cariche e dai pestaggi della polizia israeliana ai fedeli sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme.

Attacco palestinese nella valle del Giordano

Attacco armato palestinese nella Valle del Giordano nelle vicinanze dell’insediamento coloniale ebraico di Efrat, a sud di Betlemme, in cui ieri sono rimaste uccise due sorelle di 15 e 20 anni. Gli autori dell’attacco, pare due, erano in attesa in un’auto ferma al lato della strada. Ad un certo punto, come mostra un video di una telecamera di sorveglianza, hanno tagliato la strada alle tre donne e sparato 22 colpi a distanza ravvicinata, probabilmente con un kalashnikov. Le uccisioni delle due sorelle hanno generato sdegno e condanne da più parti, anche internazionali, e gettato nel caos la maggioranza di destra guidata da Benyamin Netanyahu, come segnala allarmato Michele Giorgio da Gerusalemme.

L’ultra destra

I ministri più estremisti, Itamar Ben Gvir (Potere ebraico) e Bezalel Smotrich (Sionismo religioso), hanno minacciato di rassegnare le dimissioni per le «politiche insufficienti» in Cisgiordania e Gaza da parte di un governo che, nella loro visione, è nato per annullare in un modo o nell’altro le rivendicazioni politiche e territoriali dei palestinesi sotto occupazione. Deputati del Likud, il partito di Netanyahu, e di altri partiti della maggioranza, assieme a uno dei capi dei coloni, Yossi Dagan, hanno invocato offensive militari e l’annessione di tutta la Cisgiordania a Israele, anche sfidando l’opposizione dell’Amministrazione Biden.

Occhio per occhio e qualcosa in più

«Le nostre forze sono impegnate nella caccia ai terroristi. È solo questione di tempo e noi salderemo il conto così come abbiamo fatto con gli altri assassini, nessuno escluso, negli ultimi mesi», ha dichiarato Netanyahu sul luogo dell’attacco, anche con l’intento di placare le fibrillazioni nel governo. A saldare subito i conti, già ieri ci hanno provato i coloni israeliani bloccando strade ed incroci e fermando auto palestinesi minacciando di morte gli occupanti.

Escalation per arrivare a cosa?

«Sullo sfondo di un’altra giornata densa e drammatica c’è la notte di giovedì, segnata dall’offensiva aerea israeliana contro Gaza annunciata da Netanyahu», aggiunge Michele Giorgio sul Manifesto. Secondo il ministero della salute palestinese i raid aerei hanno causato danni all’ospedale pediatrico Al-Dorra. Da Gaza hanno risposto lanciando decine di razzi verso il territorio meridionale israeliano, molti dei quali sono stati intercettati. Un israeliano è rimasto ferito lievemente in un edificio di Sderot centrato in pieno. Colpite nelle stesse ore presunte strutture di Hamas in Libano del sud.

Ieri all’alba la polizia israeliana è di nuovo entrata con decine di agenti nella Spianata di Al Aqsa dove ha caricato i fedeli, alcuni dei quali dopo la preghiera avevano scandito slogan in sostegno di Hamas.


Schiettezza e bontà

Walter Vecellio su Facebook

Ognuno di noi, ne sono sicuro, ha a che fare con cretini. E’ inevitabile. Ce ne sono di vari tipi: invidiosi, arroganti, fastidiosi. Cretini che si sentono in dovere e potere di giudicare anche se non ti conoscono e non li conosci, o li hai incrociati appena. Tu li ignori, questo forse li fa andare più in bestia,: insistono, molesti più di zanzare.
Nel mettere (vana impresa) un po’ d’ordine, sfogli un libro condensato di saggezza, i Pensieri di Marco Aurelio. L’occhio cade su questa congrua riflessione:

“Tizio mi disprezza? Fatti suoi. Per quello che sta in me cercherò di non farmi mai sorprendere a dire o a fare nulla di spregevole. Mi odia? Fatti suoi. Io, da parte mia, resterò benevolo e ben disposto verso chiunque, e in particolare verso di lui, mostrandogli subito perché ha sbagliato, ma senza avere l’aria di biasimarlo, e neppure ostentando la mia tolleranza, ma con schiettezza e bontà […].

Così dobbiamo essere nel nostro intimo, tali da far vedere agli dèi che siamo capaci di non reagire con sdegno o insofferenza davanti a niente e a nessuno. Nessun male può venirtene, infatti, se ti comporti così, visto che fai proprio ciò che si addice alla tua natura e accetti in quel momento particolare ciò che è conforme alla natura universale”.


  • Mai tanti morti tra i civili, donne e bambini, come a Gaza
    …e nel Tg1 delle 13 le aperture su Gaza, con poco rispetto dell’attualità, riguardavano ancora oggi le malefatte e le minacce di Hamas e soltanto dopo cronaca e immagini di stragi e macerie procurate dall’invasione israeliana. Ma l’esodo forzato dei palestinesi inseguiti dai carri armati israeliani verso l’Egitto non può che riportare alla mente quello negli stessi luoghi degli ebrei inseguiti dai carri del Faraone. Forse Israele non riuscirà a distruggere Hamas, ma è già riuscito a distruggere Gaza. (nandocan)
  • COP 28 a Dubai
    ”Il petrolio non è responsabile dei danni all’ambiente”. “Ci vuole più atomo per salvare il pianeta”. Con questi due clamorosi proclami si chiude la COP 28, a Dubaii. Un mastodontico summit che – invece di entrare nel merito dell’abbattimento delle emissioni di CO2 – ha lanciato una sorta di ”negazionismo camuffato”. Quel pensiero che non rigetta il problema (surriscaldamento), di cui anzi si mostra preoccupato; ma ne elude la soluzione agendo sulla negazione delle cause (combustione fossili) e alterazione dei rimedi (nucleare), per evitare cambiamenti radicali (drastica riduzione dell’energia da fonti fossili).
  • A che punto è la notte
    Come sentinelle abitiamo la notte di quest’epoca. Sapendo che la notte non è per sempre e l’alba arriverà. E sapendo, soprattutto, di non sapere quando arriverà.
  • Crosetto o scherzetto?
    Per il Ministro Crosetto, Halloween continua e così si diverte con uno scherzetto alla magistratura. La tecnica è quella solita della destra: scegliere di colpire i giudici a freddo; evocare come reale una presunta attività eversiva delle toghe con la formula‘’mi dicono che’’ senza citare fonti e fatti.
  • BBC mostra i resti di Gaza, li studia e li analizza, ed è racconto dell’orrore
    Quasi 100 mila edifici distrutti o danneggiati in tutta la Striscia di Gaza (la maggior parte nel Nord) dall’inizio dei bombardamenti israeliani. Questa, la tragica e scioccante contabilità, che emerge dal dettagliato report satellitare commissionato dalla BBC. Mentre le condizioni umanitarie fanno temere una seconda strage con devastanti epidemie.
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