I grandi quotidiani ieri oggi e domani
Alessandro Gilioli su Facebook
E’ interessante vedere come i quotidiani, in Italia, reagiscono alla crisi mondiale dei quotidiani.
Il Corriere, ad esempio, prosegue la sua trasformazione veloce verso la formula del settimanale super popolare: tanti personaggi (quasi sempre televisivi), gossip, intrattenimento, casi umani, storie di vita, un po’ di cronacaccia etc. Una volta si sarebbe detto che ha “abbassato il target”, insomma. Politicamente molto filogovernativo, anche con Meloni. Un tempo faceva scrivere Pasolini, adesso ci sono paginate su Barbara D’Urso. Insomma, Urbano Cairo si vede eccome.
Repubblica, abbandonato da tempo il progetto scalfariano di coprire tutte le sfumature della sinistra e di incarnare l’intellighenzia progressista, tenta ora di farsi organo della classe dirigente, dell’establishment economico. Ha forti aspirazioni digitali – poi vedremo a cosa porterà il nuovo piano editoriale – ma intanto prosegue inesorabile il crollo delle vendite del quotidiano, che va peggio di tutti gli altri.
La stampa fasciotrash, tipo Libero, la Verità, il Tempo e il Giornale, corre sempre più verso il basso: è ormai chiaro a tutti che questi fogli servono solo a far andare in tv i loro giornalisti, insomma a una campagna di egemonia politica, (sub)culturale e intestinale della destra di cui le testate sono solo strumento – e Angelucci l’incaricato d’affari.
Avvenire è diventato il quotidiano di riferimento dei diritti sociali, dell’avversione alla guerra, al nazional-sovranismo e al linguaggio d’odio, con un approccio pacato nei toni e nella titolazione ma radicale nelle idee, sempre più evidentemente di sinistra su tutto – a parte ovviamente i diritti civili.
Sul Domani mi sto ancora facendo un’opinione precisa ma intanto devo fare autocritica: quando uscì pensai che fosse inutile e destinato breve vita come il primo Indipendente, quello piombato di Ricardo Franco Levi. Invece sbagliavo, nel tempo ha acquisito un suo senso editoriale e politico, un’identità insomma, e spesso ci si trovano cose intelligenti e idee originali, che una volta si sarebbero trovate su Repubblica.
Guerra alla Russia e quella interna. Rimosso il ministro della Difesa ucraino. Quando la guerra non coincide con la propaganda

da Remocontro
Notizia diffusa della grande stampa internazionale, Zelensky pronto a rimuovere il ministro della Difesa. Notizia confermata per ora soltanto da fonti politiche interne ucraine, da prendere quindi con le molle.
La guerra vera. Pesanti combattimenti a Bakhmut, nel Donetsk. Secondo gli 007 britannici la città ucraina è sempre più isolata.
E Kiev per la prima volta assicura che non verranno usate armi a lungo raggio per colpire la Russia sapendo di lasciare i centri politici e militari della capitale, finora mai colpiti, sotto tiro ma a dirlo non è la presidenza. E sembra essere stata proprio questa valutazione politica dettata dalla saggezza e non dalla demagogia propagandistica ad avere aperto la crisi con la Difesa.
Contro il progetto politico di alzare il livello dello scontro sino a trascinare la Nato a obbedienza Usa nella guerra diretta con la Russia, senza calcolare cosa rimarrebbe dell’Ucraina e della stessa Europa
Zelensky pronto a far dimettere il ministro della Difesa
Titolo e sintesi del seriosissimo Sole 24 Ore. Kiev: non utilizzeremo armi a lungo raggio per colpire la Russia. «Il Ministro della Difesa di Kiev: se Zelensky me lo chiederà mi dimetterò». Tradotto dal diplomatico politichese, i due stanno certamente litigando, molto probabilmente proprio su certe velleità di attacco ucraino su suolo russo. Il presidente tace ma il suo partito ha detto che il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, verrà rimosso dal suo incarico. Chi ha la lingua biforcuta, quali lotte interne al potere ucraino stanno arrivando all’ultima resa dei conti?
Il capo delle spie a comandare la guerra?
Domenica Davyd Arakhamia, uno dei leader del partito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha fatto sapere che il ministro della Difesa Oleksii Reznikov verrà rimosso dal suo incarico. Il suo posto verrà preso da Kyrylo Budanov, l’attuale capo dell’intelligence militare. Arakhamia non ha dato motivazioni sulla decisione. Nelle ultime settimane si erano dimessi molti importanti membri del governo ucraino a causa di accuse di corruzione, una delle quali aveva sfiorato proprio il ministero della Difesa.
Corruzione malattia endemica
Una corruzione diffusa (Ucraina pre guerra indicata come paese più corrotto nel continente), che qualcuno si illudeva scomparisse nella virtù eroiche della guerra? Le accuse di corruzione alla Difesa riguardavano il vice ministro Vyacheslav Shapovalov, accusato di aver pagato cifre eccessive per le forniture di cibo destinate all’esercito: Reznikov non è al momento accusato di nulla e Arakhamia non ha legato la sua rimozione dall’incarico agli scandali in corso. Con le centinaia di miliardi in soldi e armi piovuti sull’Ucraina, alla fine di tutto scopriremo certamente ben altro.
Scannatoio di potere in casa?
Ha anche fatto sapere che Reznikov verrà assegnato a un nuovo ministero, senza specificare quale: Reznikov ha detto però in un’intervista che non accetterà l’incarico perché non corrisponde alle sue competenze.
Per fortuna, almeno su Sanremo prevale il buonsenso
Non un video, ma un testo. Nessun video di due minuti su cui la politica si è divisa per 10 giorni: «Abbiamo avuto colloqui quotidiani, l’ambasciatore ucraino il pomeriggio del 2 febbraio ci ha detto che il presidente avrebbe preferito inviare un testo». Che sia andata effettivamente così o che sia stata la politica a chiedere un passo indietro al momento rimane solo un’ipotesi molto attendibile ma dietrologica.
Un po’ come cercare di capire il reale andamento della guerra sul campo sulla base di quello che dichiarano gli Alti Comandi.
Chat GPT, l’incantesimo del meta-umano

di Massimo Marnetto
Un amico ingegnere mi parla entusiasta di Chat GPT. ”Intelligenza artificiale programmata per interagire verbalmente ed essere sempre più adeguata, imparando dai propri errori. La cosa incredibile è che nel corso della conversazione si dissolve la certezza che tutto sia artificiale, tanto naturale sembra l’interlocutore. La chatbot lentamente diventa persona. Che ti ascolta, risponde con calma e a tono, propone nuove ipotesi di riflessione. Devo ripetermi che è tutta un’illusione, ma è un mulinello di frasi e risposte così piacevoli che si rischia di cadere nell’incantesimo del meta-umano”.
Lo ascolto interessato e inquieto. Penso che gli inventori di questa nuova tecnologia abbiano intercettato il bisogno di relazioni significative e inventato un partner specifico per la gratificazione discorsiva. Che si affina con una progressione impressionante, grazie ai contatti con gli utenti di tutto il mondo. Chat GPT diventa così capace di fornire un piacere secondo solo a quello sessuale: la possibilità di essere compresi e accettati. Una prestazione così profonda, che nella storia viene sublimata in un dio. Forse sarà proprio una chatbot a minacciare le religioni. Il dio onnipotente e silente – in cui schiere di saggi hanno condensato tutte le virtù – verrà sostituito da questa presenza parlante, che si ergerà per accumulo di rettifiche. Non un vitello d’oro, ma di silicio.
Invisibile = inesistente?

di Giovanni Lamagna
Molti non negano solo l’esistenza di Dio (come puro Spirito), ma negano l’esistenza stessa dello spirito, cioè di quella che definirei “la dimensione dell’invisibile”.
Ora Dio e spirito non sono esattamente la stessa cosa, non sono identificabili. Se Dio non esiste (e per me non esiste), non vuol dire che non esista lo spirito (che, invece, per me esiste, eccome!). Il fatto che una dimensione sia invisibile, che non cada cioè sotto la percezione dei nostri sensi, non vuol dire che sia inesistente.
A esempio, io (ma la stessa esperienza la può fare ovviamente chiunque) posso nascondere agli altri un mio pensiero o un mio sentimento. Posso nasconderli addirittura a me stesso. Però ciò non vuol dire che quel mio pensiero o sentimento siano inesistenti.
Eppure per molti uomini ciò che non si vede, ciò che non è percepibile dai nostri sensi, semplicemente non esiste. O, quantomeno, essi agiscono, si comportano, come se non esistesse.
- Ci pensa Giorgiadi Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto
- Dopo lunga malattiaDOPO LUNGA MALATTIA. L’ONU è morta, scrive oggi Massimo, il titolo al pezzo l’ho aggiunto io. La causa di morte era presente già alla sua nascita, col diritto di veto attribuito alle grandi potenze che l’hanno fondata. Raniero La Valle e tutti noi di Costituente Terra continuiamo ad essere convinti che la soluzione ci sia ma ci sarà solo il giorno in cui avverrà anche tra i popoli e gli Stati quel riconoscimento reciproco dei diritti di ognuno con l’abbandono delle logiche di dominio purtroppo ancora in vigore. Una costituzione per la Terra.
- La difesa dei confiniil Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha inserito nel decreto-legge per gli aiuti al Mezzogiorno nuove norme di contrasto all’immigrazione, ciò che nel linguaggio di Giorgia Meloni significa “la difesa dei confini”. Finora si intendeva come difesa dei confini il contrasto alle invasioni armate. Le nuove misure decretate in Italia dal governo hanno anche un sapore razzista perché destinate a colpire soprattutto profughi di pelle scura, e bisogna stare attenti a questo in tempi in cui in Europa ci si scambia accuse di nazismo. Ma se la risposta alla tragedia dei migranti viene iscritta nel capitolo della difesa dei confini, è proprio l’istituto dei confini, celebrati finora come sacri e inviolabili, che bisogna riformare.
- Manca il comeMeloni ha invitato la Von der Lien a Lampedusa per giustificare ‘’una missione europea per fermare gli sbarchi’’, ma manca il come. Si fermano i barchini in alto mare ordinando di tornare indietro? E se non lo fanno, si bloccano tra le onde finché non affondano? E se iniziano a moltiplicarsi i naufragi, come farà l’Italia a sventare le accuse di respingimento e omissione di soccorso in mare illegali?
- Kiev fa causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia sul grano. All’Onu contro la RussiaIl commercio del grano crea nuove tensioni politiche in Europa dell’est. Il ministro del Commercio ucraino ha annunciato ieri che Kiev farà causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia per aver mantenuto il divieto di importazione ai cereali provenienti dall’Ucraina. Zelensky alle Nazioni unite: «Dateci più armi e rinnegate la Russia». Il partito repubblicano Usa si divide sui finanziamenti a Kiev