Reader’s – 4 maggio 2023

Rassegna web di nandocan magazine

Newsletter n.115 del 3 maggio 2023

Sconfiggere la Russia?

Raniero La Valle per Costituente Terra

Cari amici,
pubblichiamo sia nel sito di “CostituenteTerra” sia in quello di “ChiesadituttiChiesadeipoveri”, un appello “Per un’alternativa all’Impero – Le guerre promesse” proposto da Raniero La Valle e Domenico Gallo, insieme a Mario Agostinelli di “Laudato Sì”. Esso apre uno sguardo sullo stato del mondo, quale oggi è nell’attuale distretta di guerra e di crisi ecologica, e quale potrebbe essere se attraverso uno straordinario impegno di forze politicamente ed eticamente responsabili si riuscisse a controllare i poteri selvaggi e a mettere al riparo il futuro.

Come risponderebbe la Russia all’invasione della Crimea?

L’attuale situazione è caratterizzata dal fatto che l’imminente controffensiva militare ucraina, più volte annunciata, ha per obiettivo, oltre il Donbass, la conquista della terra irredenta della Crimea, che la Russia considera parte del suo territorio anche in forza del referendum popolare del 2014 che ha sancito il suo ritorno alla Russia, benché non riconosciuto come legittimo dall’Occidente.

La riconquista della Crimea è considerata dall’Ucraina come il suggello della sua vittoria nella guerra in corso, e della corrispondente sconfitta della Russia. Essa è incoraggiata dalla Potenze euro-atlantiche che si sono fatte protagoniste e arbitre della guerra.

Dagli Stati Uniti col loro imponente sostegno finanziario, militare e di intelligence, al Regno Unito con munizioni ad uranio impoverito, alla Germania con i Panzer ammodernati rispetto a quelli impiegati nell’invasione della Russia durante la seconda guerra mondiale, alla Francia pur dichiaratasi contraria a farsi vassalla dell’America, all’Unione europea con la NATO che hanno assicurato il rifornimento di un milione di proiettili, all’Italia con armi rimaste ignote non avendone il governo voluto rivelare il segreto.

Tutto ciò farebbe della eventuale sconfitta della Russia non una sconfitta provocata dalla piccola Ucraina attaccata, ma dalla grande coalizione degli Stati Uniti e dei loro “partners” ed alleati. Si tratta di una coalizione non occasionale e contingente ma sistemica: negli ultimi due documenti della Casa Bianca e del Pentagono sulle strategie “della sicurezza” e della “difesa nazionale degli Stati Uniti”, di cui si dà ampio conto nel nostro scritto citato all’inizio, questi alleati, e dunque anche noi, sono chiamati in causa 153 volte come partecipi del progetto americano di dominio mondiale.

Per radiare la Russia dalla comunità internazionale*

La domanda riguardante il prossimo futuro è se la Russia accetterebbe una tale sconfitta, che secondo il piano annunciato da Biden le sarebbe inflitta per radiarla dalla comunità internazionale e ridurla alla condizione di paria, un disegno a cui il resto del mondo invece si oppone.

Intanto per gli Stati Uniti, disfatta la Russia, “la sfida culminante” da vincere, se necessario anche con la guerra, nel secondo e ultimo tempo della “competizione strategica” per l’egemonia mondiale, sarebbe quella con la Cina, benché essa non abbia fatto ancora niente per meritarselo.

Poi toccherebbe alla Cina

Tale piano peraltro è già in via di esecuzione, come anche il tentativo di assuefarvi l’opinione pubblica: domenica scorsa ad esempio l’editoriale de “la Repubblica” illustrava “il timore per la Cina” e spiegava che il governo italiano, su richiesta del G7, ha già “liquidato come una carta morta” l’intesa firmata da Conte con Pechino sulla “Nuova Via della Seta”, per poi “rinunciarvi” a fine anno.

L’incognita del futuro, che è il futuro anche nostro, è come la Russia risponderebbe all’invasione della Crimea, non meno aggressiva per lei di quanto sia stata per l’Ucraina l’invasione del Donbass, stante la volontà di mettere in gioco la sua sopravvivenza. Se un simile pericolo minacciasse gli Stati Uniti, sappiamo quale ne sarebbe la reazione, anche con l’arma nucleare, come è ribadito nel documento sulla Difesa Nazionale del 28 ottobre scorso:

Né USA né Russia rinunciano all’uso preventivo del nucleare

Gli Stati Uniti non adottano la politica del “Non Primo Uso” dell’arma nucleare perché essa “comporterebbe un livello di rischio inaccettabile alla luce della gamma di capacità non-nucleari degli avversari che potrebbero infliggere danni di natura strategica agli Stati Uniti e ai loro alleati e partners”. Così anche nella dottrina russa sul ricorso all’arma nucleare è previsto un suo uso preventivo quando ne risultasse a rischio l’esistenza stessa dello Stato, come è appunto nelle intenzioni dell’Occidente.

La Russia non è l’Afghanistan o l’Iraq alla mercè dei suoi nemici; nella seconda guerra mondiale ha versato 26,6 milioni di morti per sopravvivere e, nonostante le sue attuali defaillances militari, è difficile pensare che le sue forze armate siano oggi inferiori a quelle di allora. È questa la guerra che si sta fomentando?*

L’appello pubblicato nel sito si può firmare scrivendo a: ripudiosovrano@gmail.com . Costituente Terra pubblica anche un articolo di Francesca Catalano su “Adolescenti a rischio e scenari da incubo” in relazione alle nuove tecnologie sull’umano.

*Sul Piano NATO per l’Ucraina vedi anche un articolo del febbraio scorso su “Qui Finanza”: “https://quifinanza.it/editoriali/video/guerra-ucraina-nato-piano-difesa/691791/” (nandocan)


Il vizio della povertà

di Massimo Marnetto

Ha fatto notizia la studentessa fuorisede che a Milano ha piantato la tenda davanti all’università, per protestare contro il prezzo insostenibile di una stanza (800 euro al mese). C’è un nesso tra questa notizia e il Decreto del 1 Maggio deciso dal Governo, che impone l’obbligo di accettare un’offerta di lavoro per gli occupabili in tutto il territorio nazionale.

Presto potrebbero sorgere a Milano tende anche dei fuorisede per lavoro, magari arrangiati nelle baracche dei cantieri o in ricoveri di fortuna, a causa di uno stipendio che non consente loro nemmeno di affittare una stanza. Ma la destra non si pone il problema. Anzi, ritiene che i fannulloni vadano sferzati; solo così si tolgono il vizio della povertà.


Droni sul Cremlino: Mosca accusa Kiev e promette vendetta

Esplode un drone sul Cremlino

da Remocontro

«Colpiremo il cuore dell’Ucraina». I russi incolpano Kiev e annunciano ritorsioni. Il governo ucraino smentisce ogni coinvolgimento e parla di un «inside job», un attacco interno. Il segretario di Stato Usa evita i fatti e si ripete in politica: «Tutto quello che arriva dal Cremlino va preso con le pinze».

Droni sul Cremlino. Mosca: «Colpiremo il cuore dell’Ucraina»

«Un piccolo velivolo in planata tra la cupola del Cremlino e la luna in lontananza, poi un’esplosione». Scenario quasi da favola anche nel racconto che ne fa Sabato Angieri sul Manifesto, ma è il video del presunto tentativo di attentare al simbolo di Mosca non al suo potere.  «Il palazzo che fu degli zar, dei vertici dell’Urss e infine dei presidenti della Federazione russa. Un simbolo di potere secolare che da oltre vent’anni è identificato con Vladimir Putin e con la sua politica».

I fatti per quanto noto

La scorsa notte, come riportano i media statali russi, la residenza presidenziale sarebbe stata presa di mira da due droni, subito attribuiti all’Ucraina. Poi, versione ufficiale dal Cremlino, «a seguito di azioni tempestive intraprese dai servizi militari e speciali con l’uso di sistemi di controllo radar, i droni sono stati disabilitati e resi innocui prima di essere colpiti». Quindi, solo un relitto di drone ad abbattersi sul tetto della cupola.

Comunque Putin non era in casa

Un secondo video, da una distanza maggiore, mostra qualcosa sul tetto della cupola che continua a bruciare, proprio sotto la bandiera bianca blu e rossa. Il portavoce del presidente russo, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che il presidente non si trovava nel palazzo al momento dell’attacco ma nella sua residenza di Novo Ogarevo, poco fuori Mosca.

Reazione ufficiale

In una nota ufficiale, il Cremlino dichiara l’attentato «un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione russa alla vigilia del Giorno della vittoria, che si festeggia il 9 maggio e celebra la vittoria dell’Armata rossa contro le forze naziste». La coincidenza pesa. E subito la minaccia di ritorsione per l’offesa e l’orgoglio ferito.

le autorità russe si riservano «il diritto di mettere in atto misure di ritorsione contro i mandanti dell’attentato in qualunque momento e in qualunque luogo sarà ritenuto necessario».

Allarme e timori

Dichiarazione quasi scontata ma comunque preoccupante, con valutazioni più o meno allarmate di analisti e politici. La più dure ovviamente in Russia. Con molto politici che chiedono di colpire Kiev nel suo cuore, i bersagli del potere presidenziale e politico e militare sino ad oggi risparmiati. Sempre esplicito ed esagerato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev«Dopo l’attacco terroristico di oggi non rimangono altre opzioni se non l’eliminazione fisica di Zelensky e della sua cricca».

Sfregio simbolo per quale obiettivo?

Quei droni abbattuti a poca distanza dal bersaglio, sono un tentativo di assassinio del presidente o una sfida simbolo? Reazione comunque scontata ma di diversa portata da mettere in conto. Anche da parte di chi l’attacco l’aveva organizzato, se di parte ucraina, quasi a cercare una qualche reazione scomposta da parte russa e per ravvivare solidarietà stanche.

Cremlino e Casa Bianca assieme

La linea rossa evocata in più occasioni sia dal Cremlino sia dalla Casa bianca per evitare la catastrofe nucleare: il divieto di colpire i centri del potere russo. Quanto accaduto è oltre la ‘linea rossa’? «Gli Stati uniti sin dall’inizio non hanno incoraggiato o messo l’Ucraina in condizione di colpire al di là dei propri confini» ha chiarito la portavoce della Casa Bianca, Karine Jeanne-Pierre.

Kiev si dice estranea ai fatti

Kiev, come prevedibile, si dice estranea ai fatti. Il portavoce di Zelensky, alla Bbc: «Non abbiamo informazioni sui cosiddetti attacchi notturni al Cremlino, ma come il Presidente Zelensky ha ripetutamente affermato: l’Ucraina sta dirigendo tutte le forze e i mezzi disponibili per liberare i propri territori, non per attaccarne altri».

Presunta opposizione russa

Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio presidenziale ucraino, l’attacco sarebbe una operazione delle stesse autorità russe. «La Russia – scrive – sta chiaramente preparando un atto terroristico su larga scala»«La comparsa di droni presso impianti energetici o sopra il Cremlino può solo indicare attività di guerriglia delle forze di resistenza locali; la perdita del controllo del potere sul Paese da parte del clan di Putin è evidente. Qualcosa sta accadendo in Russia».

Usa e Ue, timorose distanze

Dagli Usa, il segretario di Stato Antony Blinken si è mostrato molto cauto: «Non possiamo confermare nulla e comunque bisogna prendere tutto quello che arriva da Mosca con le pinze». E come a fugare il campo da un eventuale coinvolgimento di Washington: «Qualsiasi cosa sia accaduta, non c’è stato alcun preavviso». Per la Commissione europea gli attacchi con i droni filmati in diretta  diventano ‘presunti’ e temuto ‘pretesto’ da parte di Mosca per  una escalation.

La guerra dei droni

Kiev da mesi ha provato ad allungare il raggio dei suoi droni con due bersagli prioritari: Mosca e Sebastopoli, in Crimea. Tentativi ripetuti, ogni volta aggiungendo qualche chilometro come documentano i rottami caduti in passato solo a 40 chilometri da Mosca. Gli ucraini hanno sperimentato nuovi velivoli costruiti in casa, scrive il Corriere della sera. E cita gli UJ-22 di produzione locale e i Mugin-5 d’origine cinese, tra le novità belliche apparse di recente. Comprate, sottratte o copiate.

Hanno imparato provando, contando su quinte colonne e intelligence, cercando bersagli di valore massimo. La capitale, il ponte di Kherch (con un camion-bomba), il comando della base navale in Mar Nero, depositi e basi aeree nelle zone di confine della Russia.

Versione anti russa occidentale

Il ‘presunto attacco’ alla cittadella degli zar e dei presidenti della Russia, un modo per alzare l’asticella del conflitto armato in vista o in risposta alla più volte annunciata controffensiva primaverile dell’esercito dell’Ucraina.

Guerra segreta

«L’Ucraina ha fatto della guerra segreta una componente della sua strategia», sempre sul Corriere. «Alla base l’effetto sorpresa, l’osare continuamente e rivendicare il meno possibile gli attacchi». Ma è arma a doppio taglio perché consente all’avversario di usare per i propri fini questo atteggiamento.

Ovviamente la serie di precedenti diventano la prova: dalle incursioni di velivoli senza pilota ai barchini-kamikaze a Sebastopoli, dalle eliminazioni di collaborazionisti nelle zone occupate a quella della figlia di Dugin.


Erotismo diffuso e Tantra

di Giovanni Lamagna

Teoricamente tutti gli atti, i momenti, della nostra vita possono essere vissuti come atti e momenti erotici. Basta volerlo, desiderarlo e proporselo. Inteso in questo senso l’erotismo può diventare una vera e propria forma di ascesi e di spiritualità, persino di mistica.

Qui non mi riferisco ovviamente al modo volgare e rozzo con cui vivono il sesso gli erotomani, i quali non sono altro che dei ginnasti del sesso. Anzi! Mi riferisco, al contrario, a coloro che vivono il sesso come una vera e propria esperienza di ricerca, profondamente interiore e allo stesso tempo intensamente relazionale, da vivere prima e innanzitutto dentro di sé e contemporaneamente con almeno un partner, che ne condivida però finalità, scopi, tempi e modalità.

Da questo punto di vista il Tantra – tra le esperienze che ci ha consegnato la storia dell’umanità – è quella che meglio e più compiutamente esprime questa mia concezione/visione dell’erotismo e della sessualità.

Perché è un’esperienza profondamente corporea, sensuale e, perfino, edonistica. Ma, allo stesso tempo, profondamente spirituale, ascetica e, persino, mistica.


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    di Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto
  • Dopo lunga malattia
    DOPO LUNGA MALATTIA. L’ONU è morta, scrive oggi Massimo, il titolo al pezzo l’ho aggiunto io. La causa di morte era presente già alla sua nascita, col diritto di veto attribuito alle grandi potenze che l’hanno fondata. Raniero La Valle e tutti noi di Costituente Terra continuiamo ad essere convinti che la soluzione ci sia ma ci sarà solo il giorno in cui avverrà anche tra i popoli e gli Stati quel riconoscimento reciproco dei diritti di ognuno con l’abbandono delle logiche di dominio purtroppo ancora in vigore. Una costituzione per la Terra.
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  • Kiev fa causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia sul grano. All’Onu contro la Russia
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