Ammalorata
di Massimo Marnetto
Domenica da morituri, su Rai3. Fazio saluta a esequie avvenute; Annunziata dopo le dimissioni è spacciata; e neanche Augias e Zanchini stanno tanto bene.
Fazio cadrà in piedi. Anzi, il trasloco potrebbe essere l’occasione per rifrescare un programma ormai prevedibile. L’Annunziata è una onesta giornalista, ma con evidenti problemi di padronanza linguistica e di gestione degli ospiti, con interruzioni ammazza-ragionamento utili solo a marcare il territorio. Meglio se si riposa.
Augias non ha nulla da temere: se dovessero cacciarlo, saremmo in molti a seguirlo. Non solo per la profondità dei suoi pensieri, ma anche per l’ironia abrasiva che l’immunità senile gli ha donato. Zanchini conosce bene le botole dell’azienda e speriamo che sappia schivarle.
Certo mi scoccia pagare il canone per poi utilizzare solo i tasti dal 7 in poi. Ma va bene così: la Rai – anche se ammalorata dalle infiltrazioni politiche – deve sopravvivere, perché alla fine la libereremo dai partiti. (”La speranza è di sinistra” – Kean Loach).
F16 all’Ucraina, non ‘l’arma miracolosa’: riciclo dell’usato a ripristino Usa e spese europee
da Remocontro
Il capo di Stato maggiore della Difesa statunitense, generale Mark Milley, sui caccia F-16 all’Ucraina avverte: «Non saranno ‘l’arma miracolosa’».
Altro autogol economico strategico dell’Europa? Sulla carta 60/70 velivoli da combattimento potenzialmente cedibili all’Ucraina dopo almeno 18 mesi di addestramento di piloti e personale tecnico, oltre ad investimenti di miliardi per il supporto logistico a velivoli, motori e armi negli aeroporti ucraini oggi devastati dalla guerra.
La guerra, la politica e il Pentagono
Il capo di Stato maggiore della Difesa statunitense, generale Mark Milley, sui caccia F16 all’Ucraina, «Non saranno ‘l’arma miracolosa’». Il Pentagono smorza gli entusiasmi anche sul numero reale dei velivoli che arriveranno a Kiev. Un primo lotto di 12/16 macchine, assieme a grossi problemi tecnici. L’addestramento del personale addetto alla manutenzione più lungo e complesso di quello per i piloti. Come armarli, da chi e a quale prezzo? Piste da rinnovare facile bersaglio. Quindi gli F-16 non saranno ‘l’arma miracolosa’ che ribalterà le sorti del conflitto.
L’intento Usa, quello dichiarato
60/70 velivoli da combattimento in gran parte dismessi e di non facile messa a punto. Ma se accadrà, fatta la tara anche a metà, una fornitura che permetterebbe di convertire le forze aeree ucraine dai velivoli russo/sovietici di oggi ad aerei statunitensi e che -qui il primo trucco-, permetterà ad alcuni stati europei di liberarsi di vecchi aerei risalenti agli anni ’80 e in molti casi ‘con le cellule ormai a fine vita operativa’, con tempi lunghi e costi elevati per renderli efficienti.
Garanzia formali e volerci credere
Colpire la Russia in casa a quale rischio? Con i missili da crociera Storm Shadow, Londra fa finta di credere che mai sarebbero stati impiegati contro il territorio russo, anche il presidente Biden ripete «la netta assicurazione da Zelensky che non useranno F-16 su territorio geografico della Russia»,facendo finta di crederci. Spiegazione più credibile, che l’eventuale fornitura di questi caccia è una prospettiva lunga nel tempo e negli obiettivi, e non avrà nessun ruolo in questa fase in cui si aspetta la controffensiva di Kiev.
Autogol per l’Europa
Kiev incontenibile ha chiesto ben 200 F-16, produzione americana, «ed è il secondo autogol per l’Europa e la sua industria della Difesa», denuncia Gianandrea Gaiani su Analisi Difesa. Scambiare aiuti militari ed economici per una aviazione militare europea e non americana. Addestratori Leonardo M-346 e aerei da combattimento Eurofighter Typhoon e/o Dassault Rafale, «disponibili anche di seconda mano e già equipaggiabili con i missili Storm Shadow che la Gran Bretagna ha fornito a Kiev e che non sono mai stati integrati sugli F-16 di Lockheed Martin».
Guerra di mercato e mercato e perdere
Quanti F-16 e di chi saranno disponibili per venire ceduti all’Ucraina? Pochi. Sulla carta, decine gli F-16 in radiazione dalle aeronautiche danese, norvegese, olandese e belga, dove vengono rimpiazzati dagli F-35. Usato non troppo sicuro che a causa del numero di ore volate. molti saranno difficilmente impiegabili in compiti operativi. L’intera operazione, se e come avverrà, richiederà alcuni miliardi di euro per riconfigurare l’Aeronautica Ucraina e le sue basi su mezzi ed equipaggiamento standard NATO.
Angloamericani prendi tutto
L’Italia non dispone di F-16 ma offre l’addestramento avanzato sui velivoli Leonardo M-346 Master alla ’International Flight Training School’ di Lecce Galatina, in fase di trasferimento nell’aeroporto sardo di Decimomannu, già utilizzata (tra molte proteste locali) da piloti arrivati persino da Gran Bretagna, Kuwait e Giappone. Di fatto, gli anglo-americani ‘maggiori azionisti’ della NATO e delle forze armate ucraine.
Con forte dubbio che le pressioni di alcune nazioni del Nord Europa per fornire gli F-16 all’Ucraina costituiscono un enorme autogol oppure, un enorme regalo all’industria della Difesa degli Stati Uniti.
Lettera aperta a Fausto Bertinotti
di Giovanni Lamagna
Caro Fausto,
ho letto attentamente la tua intervista di venerdì scorso a “l’Unità” e condivido (quasi) integralmente tutte le tesi da te ivi sostenute:
– la necessità per la sinistra di essere “intelligentemente rivoluzionaria;
– la necessità di impegnarsi nella battaglia delle idee;
– la necessità di coniugare conflitto di classe con il conflitto di genere (contro la società patriarcale) e con il conflitto per la difesa della natura (contro una nefasta idea di progresso);
– la necessità di andare oltre il tema politicista delle alleanze, per impegnarsi in una vera e propria impresa culturale e ricostruire le sue fondamenta;
– la contrarietà alla guerra senza “se” e senza “ma”;
– la necessità di battersi per un’Europa autonoma e non subalterna agli Stati Uniti, con la conseguenza di superare la Nato.
Le ho condivise tutte, tranne, però, una: quella in cui dici:
“Quello che è necessario è un’ideologia. Noi veniamo da una lunga e controversa discussione sull’ideologia. Rifiutata l’ideologia come falsa coscienza, l’eredità migliore della nostra storia sta nella dimensione delle ideologie, che non era affatto una prigione, bensì un campo arato continuamente nel conflitto di classe e nella riflessione teorica su di esso. Questo processo costituente ha trovato la sua forza, quando l’ha avuta, in questo punto fondamentale, che racchiudeva nell’orizzonte complessivo della costruzione della coscienza di classe, sia l’elemento critico analitico sia la capacità di affrontare il tema della trasformazione. Questa dimensione si chiama ideologia.
Rifiutata l’ideologia come falsa coscienza, quella che Gramsci imputava alla borghesia, si trattava e si tratta di costruire una ideologia, cioè una precisa e critica interpretazione del mondo, dei rapporti sociali e delle forze motrici.”
Perché non la condivido?
1.Perché la falsa coscienza, in molti momenti della storia, non l’ha avuta solo la borghesia, ma anche il proletariato, il movimento operaio, quando hanno immaginato che il cambiamento rivoluzionario fosse nelle cose, fosse legato all’evoluzione stessa delle forze produttive (in questo Marx ha qualche responsabilità), anzi che fosse dietro l’angolo e, ancora peggio, che dovesse essere condotto da uno Stato guida, l’Unione Sovietica, tra l’altro sotto la reggenza di un feroce, dispotico, paranoico e sanguinario dittatore, Giuseppe Stalin.
2. L’ideologia è stata anche questo; una concezione rigida, fideistica, dogmatica, a tratti anche fanatica della Storia, per giunta, in molti cuori, fondata su un vero e proprio culto della personalità. In altre parole l’ideologia non è stata solo il “campo arato continuamente nel conflitto di classe e nella riflessione teorica su di esso” o “un pensiero forte, una Weltanschauung, un’idea generale del mondo”, di cui pure parli tu in un altro punto dell’intervista. Si tratta, a mio avviso (ma questo oramai mi pare sia entrato a far parte dell’immaginario collettivo) di due cose ben diverse.
Una cosa è l’ideologia, cioè un sistema chiuso, rigido, che dà origine a comportamenti fideistici, irrazionali, in molti casi fanatici; per molti aspetti si può dire, ad esempio, che anche le Brigate Rosse avessero un’ideologia forte e, perfino, in non pochi punti corretta e condivisibile; ma, appunto, la loro era un’ideologia.
Altra cosa è il pensiero forte, una idea, anzi una visione generale del mondo, la Weltanschauung, che, pur fornendo una teoria e quindi un orientamento solido all’azione, cioè alla prassi, sono e restano sistemi connaturatamente aperti e sempre soggetti a revisioni e autocritiche, per loro indole mai inclini ai fideismi, ai dogmatismi, ai fanatismi.
A mio avviso, pertanto, ci conviene eliminare dal nostro vocabolario la parola “ideologia”, come conviene eliminare quella di “comunismo”.
- Migranti: dall’emergenza alla gestione”Vuoi venire in Europa senza venderti tutto per pagare i trafficanti e rischiare la vita? C’è un modo legale per farlo: formazione europea gratuita in patria, esperienze stagionali in un paese UE, trasformazione dei soggiorni temporanei in permanenti. Contatta l’Agenzia Europea per l’Ingresso Legale.”
- Il “migliore”Considero Napolitano un mediocre uomo politico. Sdogana l’arroganza a sinistra (poi seguito da D’Alema). Inizia a cercare i voti a destra (poi seguito da Renzi). Forza il concetto di surroga ”tecnica” della politica con Monti (poi seguito da Mattarella con Draghi).
- America in confusione dietro Biden, con Trump che ‘pesca’ elettori afro-americani e ispaniciPiero Orteca su Remocontro Un rincitrullito o un bandito, ovviamente ipotetici? ‘Blacks for Trump’, sbandierano i neri che sostengono Trump. E siccome le cattive notizie non arrivano mai da sole, nel mazzo dei più sorprendenti sostenitori del noto suprematista bianco, anche gli ispanici tra i possibili/probabili nuovi elettori che stanno gonfiando, a dismisura i sondaggi … Leggi tutto
- Addio a Napolitano, dal Pci al Colle. Il primo presidente eletto due volteon Giorgio Napolitano se ne va il primo comunista al Quirinale, e il primo presidente della Repubblica ri-eletto per un secondo mandato, che poi, però, eserciterà per meno di due anni, prima di lasciare. Fu una dei prfotagonisti simbolo dell’eurocomunismo, la dottrina che Enrico Berlinguer fece sua negli anni Settanta, pur essendo Napolitano, da leader degli ex “amendoliani”, formalmente un avversario interno.
- Ci pensa Giorgiadi Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto