Reader’s – 27 ottobre 2022 rassegna web

Sviste

di Massimo Marnetto

Gli studenti dell’Università della Sapienza che volevano impedire lo svolgimento di un incontro autorizzato di esponenti di destra hanno sbagliato. La libertà di parola è principio costituzionale e va rispettato anche quando chi parla non piace. La Polizia che ha caricato i ragazzi ha sbagliato. Poteva concordare con loro un luogo diverso dalla cancellata d’ingresso, ma sempre vicino, per far appendere il loro striscione.

Ciò detto, mi chiedo: perché per un’agitazione di matricole le forze dell’ordine erano lì ad aspettarli dal mattino, mentre non sono state in grado di proteggere la sede della Cgil dall’attacco dei fascisti? Eppure la chiamata al saccheggio in Piazza del Popolo urlata dai più facinorosi (con precedenti penali) era avvenuta molto prima dell’irruzione. E c’era il tempo per schierare poliziotti altrettanto numerosi e decisi come quelli dell’università. Sviste?


Jeffrey Sachs: “Basta tacere, la Ue porti Biden a negoziare”

di Alessia Grossi

L’economista Usa, a Roma al forum della Comunità di Sant’Egidio, non ha dubbi: “La propaganda ci trascina verso il disastro nucleare”. (da Il Fatto)

Jeffrey Sachs è uno dei più importanti economisti americani, è professore e direttore del Dipartimento per lo Sviluppo sostenibile della Columbia University. Le sue strategie per affrontare le sfide complesse come povertà, pandemie, crisi economiche e cambiamento climatico sono ampiamente riconosciute in quanto audaci. Tra le altre cariche internazionali, è stato consigliere di tre Segretari generali dell’Onu. È a Roma per prendere parte al Forum della Comunità di Sant’Egidio “Il grido della pace”.

Cos’è la “bomba sporca”. È vero che l’Ucraina sta pianificando di usarla o si tratta di una operazione russa sotto falsa bandiera?

Di certo sappiamo che ci stiamo avvicinando alla guerra nucleare. Non sappiamo chi la stia provocando, ma entrambe le parti ne parlano e considerano la situazione attuale inevitabile. Nessuno in Occidente discute di negoziati, anche se non riusciamo a cogliere i dettagli, siamo in enorme pericolo, come mai da molti decenni.

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Esplode la Cisgiordania. Azione antiterrorismo e sei palestinesi uccisi. Migliaia ai funerali

Sei palestinesi uccisi e altri 20 feriti, tre dei quali in modo grave, nella notte più violenta dell’anno in Cisgiordania. Cinque uccisi in scontri con l’esercito israeliano a Nablus, mentre un giovane è morto in un altro blitz dei militari vicino Ramallah.
Secondo ‘Pagine Esteri, a Nablus, non accadevano fatti simili dall’occupazione israeliana dell’intera città nel 2002. I soldati israeliani hanno circondato gli edifici e distrutto uno di essi con un razzo anticarro, causando i 5 morti.
Oggi ai funerali hanno partecipato migliaia di persone che hanno invaso il centro di Nablus, la seconda città più grande della Cisgiordania. Manifestazioni di protesta e lanci di pietre contro postazioni militari in varie località dei Territori Palestinesi Occupati.

(da Remocontro)

Nazioni Unite invocate e ignorate

Il presidente Abu Mazen chiede per l’ennesima volta l’intervento delle Nazioni Unite «per fermare il massacro», sapendo lui e gli israeliani che è solo liturgia politica a zero risultato. Probabilmente coincidono i timori del vecchio e sempre più screditato capo dell’ANP e i vertici israeliani. Gran parte dei giovani arrabbiati dei ‘Lion’s Den’ vengono dal suo Fatah e il sostegno popolare per i Leoni è un ulteriore segno di quanto il suo potere sia declinante.

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Bombe, sparatorie e scandali sulle elezioni brasiliane

di Livio Zanotti

Se inascoltati, i timori ragionevoli si sostanziano prima o poi in fatti concreti e nella loro evidenza simbolici, oltre che innegabili. Promosso dal presidente Bolsonaro, il boom del commercio d’armi in Brasile suscitava da tempo ampio allarme, è stato un tema centrale dell’accesa campagna elettorale. Il nuovo capitolo della corruzione. C’erano i devoti del “non allarmiamoci per niente…”. Ma l’allarmismo è una perversione della ragionevolezza, dunque tutt’altra cosa; e gli uccelli del malaugurio sono un’astrazione superstiziosa,retaggio dell’universo magico-primitivo.

In termini assai più coloriti, è un po’ questo il senso dei commenti fatti dalla squadra scelta dei poliziotti coinvolti nella pazzesca battaglia (tre feriti), fucilate e bombe a mano, scatenata un paio di notti addietro a Rio de Janeiro dal notissimo ex deputato di estrema destra Roberto Jefferson, 69 anni, amico personale e alleato politico del presidente Jair Bolsonaro. Dovevano portarlo in carcere e lì è finito, per intimidazioni, oltraggio e minacce a magistrati della Corte Suprema. Si è aggiunto il tentato omicidio. Era già agli arresti domiciliari.

“Ogni cittadino dovrebbe comprare un fucile!”: può suonare un sarcasmo alla Woody Allen o una pubblicità della potentissima National Rifle Association degli Stati Uniti. Invece è l’invito più volte rivolto ultimamente ai brasiliani da un sorridente Jair Bolsonaro, che del gesto di armare il revolver sollevando indice e pollice della mano destra, ha fatto il saluto abituale degli incontri elettorali….

Ho incontrato Roberto Jefferson molti anni addietro, era già un protagonista tra i più controversi della scena politica di Brasilia. Vale la pena parlarne perché è un personaggio emblematico di una certa politica e aiuta a spiegarla…..

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Il filosofo e il mondo

di Giovanni Lamagna

Il filosofo è immerso pienamente nella vita del mondo, ma allo stesso tempo non ne è fagocitato, assorbito, risucchiato.

Il filosofo in un certo senso può dire di sé quello che Cristo diceva di sé: sono del mondo ma non del mondo.

Egli guarda al mondo con sguardo critico, distaccato, come se ne fosse un po’ dentro e un po’ fuori.

Non si tratta ovviamente per il filosofo di tirarsi fuori dalla vita quotidiana; cosa del resto impossibile.

Ma di non soccombere alla sua banalità, per ricercare lo straordinario che è sempre presente nell’ordinario della vita quotidiana.

© Giovanni Lamagna


  • ‘Peggio del presente, a Gaza, c’è solo il futuro’: Eric Salerno
    Altri ostaggi sono tornati a casa, tutti sembra, in relativamente buone condizioni di salute anche se traumatizzati dal rapimento e dalla prigionia nelle mani degli uomini di Hamas. In Israele manifestazioni di giusta felicità miste a paura per quello che è accaduto il 7 ottobre e per quello che potrebbe ancora succedere. Centinaia di video passano di mano in mano. In Israele e fuori.
  • Scendere
    Mi tocca difendere il Ministro Lollobrigida, perché la sua richiesta di fermata del treno in ritardo, per proseguire in auto, era motivata da un interesse pubblico istituzionale, prevalente su quello privato degli altri passeggeri. Ovvero la sua presenza come Ministro – cioè a nome dello Stato – a Caivano, per inaugurare un parco ad alto valore simbolico, come riscatto di un territorio abbandonato al degrado e alla criminalità. (Marnetto)
  • Professione reporter dopo il 7 ottobre. I dubbi di Eric Salerno (e non soltanto)
    Come è stata l’informazione dal 7 ottobre a oggi, ossia da quando i palestinesi –‘militanti di Hamas’, ‘terroristi’, ‘nazisti’, ‘criminali di guerra’, ‘partigiani’, ‘combattenti per la libertà’ o altri termini scelti da chi giudicava e raccontava – hanno dato l’assalto a Israele? Cosa sono oggi i giornalisti o fotografi ‘embedded’? Cosa rappresentano i palestinesi arabi che lavorano per i grandi media; giovani o meno che raccontano da Gaza? E la stampa israeliana? Quella italiana?
  • Forum Disuguaglianze e Diversità: “È in corso un attacco inaccettabile al diritto di sciopero”
    Ancor più inaccettabile, come sottolinea un comunicato del Forum, “perché è necessaria una posizione di contrarietà verso una legge di bilancio che va nella direzione opposta alla giustizia sociale e ambientale, e verso l’estraneità del governo al valore del dialogo e del confronto sociale. L’attacco al sindacato è un attacco anche ai lavoratori e alle lavoratrici, la cui perdita di potere in questi anni, anche a causa del sistematico indebolimento dei sindacati, è una delle cause dell’aumento delle disuguaglianze”
  • Scandalosa impotenza
    Il contributo dato all’antisemitismo dalla politica e dall’esercito di Israele, con la rappresaglia indiscriminata sui palestinesi di Gaza e quella ancor più ingiustificata e impudente dei coloni in Cisgiordania, è quanto di peggio potevamo attenderci dagli avvenimenti dei giorni scorsi.Né può essere sottovalutata l’incomprensibile resistenza da parte dei leader mondiali ad intraprendere qualunque azione significativa. Una denuncia che viene anche da “Medici senza frontiere” , “addolorati per la scomparsa di uno dei loro operatori umanitari, Mohammed Al Ahel, ucciso insieme a diversi membri della sua famiglia il 6 novembre”.
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