Reader’s – 27 luglio 2022 (rassegna web)

Per l’Italia è scaduto il vincolo esterno – titola oggi il PUNTO di Lucio Caracciolo sulla rivista Limes da lui diretta . “C’era una volta un’Italia troppo grande per fallire. C’è oggi la stessa Italia, ridotta nel peso economico, demografico e strategico ma troppo grande e soprattutto meno sistemica per essere salvata”. E il quadro, decisamente pessimistico, è riproposto da Remondino in una sintesi su Remocontro.

L’Italia e l’Europa senza Draghi: maggior rischio economico e meno atlantismo

di Ennio Remondino

L’Italia si salverà per virtù propria o non si salverà. «Il vincolo esterno è scaduto. Dopo due anni e mezzo di bufera, fra virus, guerra e loro derivati economici, immaginare che la mitica Europa si appresti a soccorrerci appare irrealistico», è il severo editoriale di Lucio Caracciolo su Limes. «Forse nessuno vuole ma molti temono la bancarotta dello Stivale, tuttavia veri o presunti donatori di sangue per le casse e le istituzioni italiane non si vedono all’orizzonte».

Non è solo crisi politica

«Attraversiamo, si dice, una crisi politica. Vorremmo fosse così. Perché significherebbe che in Italia la Politica vige ancora.  Vorremmo, ma non ci pare sia. Né abbiamo più da spendere la carta Draghi. Quale che sia il giudizio sull’operato del suo governo – e non mancano certo ragioni di critica – la reputazione internazionale dell’ex banchiere centrale non è più spendibile».

Bonus a scadenza

«Bonus a scadenza che non abbiamo saputo giocarci fino in fondo. Ma che comunque non poteva surrogare un sistema che non funziona, uno Stato inefficiente e bloccato, una carenza diffusa di cultura politica. Ma la nostra campagna elettorale impazza nelle controversie di sempre».

Avverte Fabrizio Maronta, sempre da Limes: Il nostro paese potrebbe costringere la Banca centrale europea a usare prima e più del previsto il suo ‘Transmission Protection Instrument’, acquistando generose quantità di titoli italiani qualora i mercati fiutassero il nostro sangue. Con buona pace degli austeri ‘falchi’ nordeuropei. Ma le conseguenze nel medio termine saranno amare». Ora Berlino, Parigi e Washington hanno invece conferma che l’Italia può essere tutt’al più utile strumento. E chi si illude ancora che i fondi di salvataggio post pandemia fossero stati concessi all’Italia Paese rischia un crudo risveglio. Su quei soldi c’era scritto “Mario Draghi”.

Fronte guerra dopo Draghi

Più rigore tedesco alla BCE assieme a più trattativa con la Russia sull’Ucraina, la ulteriore previsione attraverso molti segnali, almeno uno rivolto all’ottimismo. L’accordo sul grano, Russia ormai certa dell’esito della guerra e speculati i timori dell’intelligence statunitense, rileva Niccolò Locatelli. «Per non rischiare di perdere il consenso di quel mondo extra-occidentale che non si è accodato alle sanzioni imposte da Usa e Ue», e per creare qualche problemino in più un casa europea-Nato.

Premio all’equilibrismo turco

«Mosca ha premiato la mediazione di un paese equilibrista come la Turchia, capace in questi mesi di tenere insieme la fornitura di droni all’Ucraina con il dialogo con la Russia, l’applicazione lasca della Convenzione di Montreux con l’appartenenza alla Nato». E proprio nei giorni immediatamente precedenti la firma degli accordi è riemersa la possibilità di un veto turco all’adesione di Svezia e Finlandia.

Dall’Ucraina eroica all’Ucraina svelata

Il 17 luglio, con la purga del capo dei servizi di sicurezza Bakanov e della procuratrice Venediktova, il presidente Zelensky ha reso pubblico il fallimento del tentato rinnovamento, sottolinea Fulvio Scaglione. Bakanov, vecchio compagno di scuola laureato in Economia, e Venediktova, la docente universitaria responsabile legale della sua campagna elettorale, ‘il nuovo’ da inserire in strutture inaffidabili e corrotte.

«Ma il cerchio magico è stato spezzato. Non è stato un tentativo di golpe a farlo, ma la realtà di una guerra in cui recitare non basta».


Tra azzardo militare e invenzione elettorale, F-16 Usa all’Ucraina?

Piero Orteca su Remocontro

O qualche Stranamore al Pentagono ha deciso di far scoppiare la terza e ultima guerra mondiale, o alla Casa Bianca in Allarme Rosso da sconfitta elettorale imminente, qualcuno ha deciso l’azzardo massimo. Jet combattimento Usa a Kiev. Tradotto: cobelligeranza’. Il coinvolgimento diretto americano nella guerra con la Russia che già si sta combattendo in Ucraina. Azzardo, bluff. O scemenza politica. Pessimo segnale.

Jet e ‘cobelligeranza’

Probabilmente si tratta di un “bluff” o, nel peggiore dei casi, di un azzardato rilancio “al buio”, nella partita di poker che Biden sta giocando con Putin, in Ucraina. Capovolgendo le precedenti impostazioni strategiche, assunte durante la gestione della crisi, la Casa Bianca ha diffuso una notizia clamorosa: sta considerando la possibilità di fornire all’Ucraina jet da combattimento. Si tratta di una scelta che, se si dovesse concretizzare, alzerebbe enormemente la soglia dello scontro e avvicinerebbe, ancor di più, l’Occidente a quella sorta di status di “cobelligeranza” che finora si è voluto accuratamente evitare. L’intenzione, abbastanza a sorpresa, è stata annunciata da John Kirby, Responsabile per la comunicazione strategica del Consiglio per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

‘In corso di valutazione’ la guerra mondiale?

Come riporta il Wall Street Journal, Kirby ha detto che la decisione “è in corso di valutazione al Pentagono”. E sarebbe una mossa, secondo gli analisti del prestigioso quotidiano finanziario americano, che segnerebbe “una significativa espansione del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra, comportando il rischio di un confronto più diretto con Mosca”. Non a caso, quindi, all’inizio parlavamo di scelta azzardata. Ma abbiamo anche aggiunto che, in questa fase di estrema difficoltà politica, il Presidente Biden potrebbe anche essere portato ad annunciare opzioni solo “di facciata”, dal vago sapore elettorale. Attualmente, dato che i sondaggi lo castigano pesantemente, in vista delle elezioni di Medio termine, deve inventarsi qualcosa. Forse anche per questo, quindi, al bellicoso “proclama”, Kirby ha fatto seguire un’opportuna precisazione: il Pentagono, è chiaro, “non sarà in grado di eseguire quest’operazione immediatamente e neppure a breve termine”.

Minacce elettorali e ripensamenti

Per ora è più una minaccia che una possibilità reale. Ma ha lo stesso un grande valore “politico”, perché per l’ennesima volta dimostra agli avversari, ma soprattutto agli alleati, che Biden è pronto a rimangiarsi le strategie faticosamente delineate, dall’oggi al domani.

Infatti, dall’originaria (ipotetica) “no-fly zone” e dall’assoluto divieto di fornitura dei MiG 29 polacchi, si è passati ora alla possibile “esportazione”, nientemeno, che di F-15 ed F-16 (per chi ci crede). Secondo WSJ, c’è una ‘crescente assertività’, da parte dell’Amministrazione Biden, di aumentare l’invio di armi avanzate all’Ucraina. Tutto questo nella convinzione (o nel disperato tentativo) di riuscire ancora a invertire le sorti della guerra. Certo, la decisione della Casa Bianca non appare propriamente “congrua”, né da un punto di vista strategico e nemmeno da un punto di vista geopolitico. Potrebbe essere interpretata come una dichiarazione di totale rifiuto delle trattative.

Dubbi e sospetti

Ma sorgono altre domande, che si fa anche il Wall Street Journal. Lo scorso marzo, i servizi di intelligence americani giudicarono come “estremamente pericolosa” l’eventuale fornitura dei MiG 29 polacchi, “perché si sarebbe rischiata una risposta di Mosca che avrebbe potuto provocare un conflitto generalizzato con la Nato”. E adesso? Cos’è cambiato? A meno che non si ritenga che i “caccia” occidentali, come fa intendere lo stesso WSJ, siano “meglio accettati o più rispettati” dai russi. Demenziale o provocatorio. Durante il briefing con i giornalisti, Kirby ha poi cercato di mettere altre pezze ai buchi (vistosissimi) di una decisione che fa acqua da tutte le parti. Chi piloterà gli aerei da combattimento Usa? Si tratta di macchine fin troppo sofisticate, che richiedono periodi di addestramento lunghissimi e ultraspecialistici. Insomma, non certo roba da utilizzare nell’arco di mesi, da parte di aviatori ucraini. Aerei pilotati da “contractors”? Ma gli americani che vanno cercando, l’incidente per un conflitto generalizzato?

A10 Thunderbolt

Qualcuno, sostiene WSJ, ha parlato degli A-10 (nome in codice Thunderbolt), specie di carri armati volanti da impiegare contro le forze corazzate. Sono più facili da pilotare e devastanti. Ma alzano terribilmente il livello di una guerra che è già un massacro a cielo aperto. Evidentemente, al Pentagono sono convinti che sia ancora possibile non tanto “vincere”, quanto piuttosto dissanguare la Russia sul campo di battaglia, al massimo possibile. 

Intanto, venerdì scorso, Biden ha autorizzato l’invio di altri 270 milioni di dollari di armi all’Ucraina. Un tritacarne che non si arresta e la cui frenetica attività, forse, potrà essere invertita solo dall’esito delle elezioni di Medio termine.


Occhi di tigre

Enrico Letta

di Massimo Marnetto

Incontro al mercato una storica militante della sinistra-sinistra. E’ agitata e mi tira per un braccio fuori dal flusso. ”Chi l’ha detto che PD e Conte siano incompatibili? Dobbiamo fare qualcosa dal basso per far capire che gli elettori di sinistra e i 5 Stelle hanno ancora molti punti in comune. Almeno in qualche collegio”. E’ un fiume in piena, vuole il mio parere, gli dico che in teoria sarei d’accordo, ma che ci vorrebbe un ”mediatore” accreditato su ambo le sponde per tentare di smontare il veto su Conte di Occhi di tigre. Non meno di un Bersani. 

”Ci sono persone importanti, ma non posso fare nomi, disposte a spendersi. Tu capisci, se Letta vuole aprire a Forza Italia, noi non possiamo stare zitti!”. Le parlo del rischio Meloni… ”E’ una bolla – m’interrompe – se vanno al governo durano un anno, perché si rubano i voti a vicenda…”. Non sono convinto. Mi svincolo con un morettiano non perdiamoci di vista, il modo di sinistra per sfilarsi da una situazione incasinata. E intanto ricompongo mentalmente la lista: pomodori, insalata, cipolle di Tropea, pesche e albicocche.


  • Ci pensa Giorgia
    di Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto
  • Dopo lunga malattia
    DOPO LUNGA MALATTIA. L’ONU è morta, scrive oggi Massimo, il titolo al pezzo l’ho aggiunto io. La causa di morte era presente già alla sua nascita, col diritto di veto attribuito alle grandi potenze che l’hanno fondata. Raniero La Valle e tutti noi di Costituente Terra continuiamo ad essere convinti che la soluzione ci sia ma ci sarà solo il giorno in cui avverrà anche tra i popoli e gli Stati quel riconoscimento reciproco dei diritti di ognuno con l’abbandono delle logiche di dominio purtroppo ancora in vigore. Una costituzione per la Terra.
  • La difesa dei confini
    il Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha inserito nel decreto-legge per gli aiuti al Mezzogiorno nuove norme di contrasto all’immigrazione, ciò che nel linguaggio di Giorgia Meloni significa “la difesa dei confini”. Finora si intendeva come difesa dei confini il contrasto alle invasioni armate. Le nuove misure decretate in Italia dal governo hanno anche un sapore razzista perché destinate a colpire soprattutto profughi di pelle scura, e bisogna stare attenti a questo in tempi in cui in Europa ci si scambia accuse di nazismo. Ma se la risposta alla tragedia dei migranti viene iscritta nel capitolo della difesa dei confini, è proprio l’istituto dei confini, celebrati finora come sacri e inviolabili, che bisogna riformare.
  • Manca il come
    Meloni ha invitato la Von der Lien a Lampedusa per giustificare  ‘’una missione europea per fermare gli sbarchi’’, ma manca il come. Si fermano i barchini in alto mare ordinando di tornare indietro? E se non lo fanno, si bloccano tra le onde finché non affondano? E se iniziano a moltiplicarsi i naufragi, come farà l’Italia a sventare le accuse di respingimento e omissione di soccorso in mare illegali? 
  • Kiev fa causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia sul grano. All’Onu contro la Russia
    Il commercio del grano crea nuove tensioni politiche in Europa dell’est. Il ministro del Commercio ucraino ha annunciato ieri che Kiev farà causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia per aver mantenuto il divieto di importazione ai cereali provenienti dall’Ucraina. Zelensky alle Nazioni unite: «Dateci più armi e rinnegate la Russia». Il partito repubblicano Usa si divide sui finanziamenti a Kiev
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