Reader’s – 25 maggio 2023 – rassegna web di nandocan magazine

La guerra comprata

Raniero La Valle per Costituente Terra

Newsletter n. 118 del 24 maggio 2023

Cari amici,

l’estensione della NATO ai Paesi dell’Est europeo fino ai confini della Russia, causa dell’attuale guerra in Europa, non è stata dettata da esigenze di difesa o da ragioni politiche, data l’esistenza di accordi di pace e disarmo raggiunti tra Stati Uniti e Unione Sovietica alla fine della guerra fredda. Essa fu invece comprata a partire dal 1996 dalle industrie delle armi degli Stati Uniti e da un gruppo di neoconservatori che investirono oltre 50 milioni di dollari (equivalenti a 94 milioni di oggi) per ottenere l’espansione dell’Alleanza a nuovi Paesi e poterli in seguito rifornire di tutte le armi necessarie, come poi è avvenuto con la guerra in Ucraina, finanziata finora con oltre 100 miliardi di dollari di armamenti.

È quanto risulta da un documento di ex diplomatici e ambasciatori, consiglieri della Sicurezza Nazionale, esponenti delle Forze Armate e analisti americani, uscito il 16 maggio sul “New York Times”, che pubblichiamo nel nostro sito*. In questo documento, in cui viene espressa la posizione dell’”altra America” contro la “militarizzazione” della politica estera americana e a favore di una soluzione diplomatica del conflitto, vengono ricordati i moniti inascoltati di ex segretari alla difesa, di diplomatici come Kennan e Kissinger e dello stesso attuale direttore della CIA, Williams Burns, contro questo errore “di proporzioni storiche”.

Sul versante opposto un editoriale del “Corriere della Sera” del 22 maggio prospetta per i fasti  di oggi e per il prossimo futuro uno scontro epocale tra “Occidente e resto del mondo”, a cui dovrebbero essere persuase le opinioni pubbliche occidentali propense a restare “inermi e indifese” come  fece la “diabolica” Angela Merkel abbracciando “una belva come Putin”. Lo pubblichiamo con il nostro titolo “L’orrore prossimo venturo”. Pubblichiamo anche un articolo di Enrico Peyretti, “Le guerre sono due”.

Con i più cordiali saluti,  Costituente Terra (Raniero La Valle)

*Che di questo importante documento pubblicato piú di una settimana fa dal New York Times non sia stata data notizia in Italia, né sui grandi quotidiani né, a quanto risulta, dai telegiornali la dice lunga sulla completezza e autonomia dell’informazione mainstream nel nostro paese (nandocan)


Le forniture belliche creano dipendenza

di Massimo Marnetto

Vorrei lucidare un concetto: in Ucraina, tra la guerra e la vittoria c’è l’atomica. O forse qualcuno pensa che Putin si siederà al tavolo da sconfitto sul campo, pronto a riconsegnare i territori occupati, con le tutte bombe atomiche sigillate nei silos?  Zelensky va convinto dai suoi alleati che deve abbandonare l’idea di vittoria. Lo dico da ”guerrafondaio”, cioè da favorevole della prima ora all’invio di armi agli ucraini per difendersi dalle bombe su case, ospedali, mercati e file per il pane.

Ma le forniture belliche creano dipendenza. E Zelensky ne vuole sempre di più, per colpire anche in territorio russo, atto che – questo sì – fa scattare la preclusione dell’art. 11 che ripudia la guerra non come legittima difesa, ma come strumento ”di offesa”. Occorre quindi che la UE ponga – in autonomia – condizioni a Zelensky: fornitura di armi sì, solo se l’Ucraina concordi con un mediatore europeo un piano per avviare trattative di prima fase con Cina e Usa, per poi sedersi in seconda fase al tavolo di pace con la Russia.


I grandi pericoli dell’Intelligenza Artificiale e i falsi della stupidità umana

Michele Marsonet su remocontro

In copertina la foto fake generata dall’Intelligenza Artificiale che ha fatto tremare Wall Street. L’immagine che vediamo raccontava un falso attentato terroristico ai danni del Pentagono ed è stata condivisa su Twitter. Pochi minuti dopo, la smentita. Dai FAKE caricaturali al molto peggio possibile. Un problema da affrontare,

L’invasione dei falsi oltre ai bugiardi

Come se non bastasse l’alluvione di fake news che invadono la Rete e i social network, e dalle quali risulta spesso difficile difendersi, ora si assiste a un’altra alluvione, forse ancora più pericolosa di quella appena nominata.
Si tratta delle sempre più frequenti immagini fasulle generate – ma cosa significa? – dall’Intelligenza Artificiale che, com’è noto, ha conosciuto negli ultimi tempi uno sviluppo eccezionale.

L’intelligenza che non c’è

Alcuni esperti del settore, e molti filosofi, sostengono che il termine “Intelligenza Artificiale” è soltanto un equivoco, poiché nulla di simile può esistere. L’intelligenza è solo umana, e da essa quella artificiale dipende sempre e comunque.

Fantascienza del mostro

Altri studiosi, tuttavia, sottolineano che l’IA sta acquisendo la capacità di auto-generarsi, sfuggendo così al controllo umano e imponendo la sua presenza in maniera pressoché autonoma. Ne consegue, secondo i pessimisti, che in tempi rapidi diventeremo suoi schiavi, perdendo la possibilità di controllarla.

Come ‘Odissea nello spazio’

Alcuni film di fantascienza, per esempio il celebre “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, hanno predetto risultati simili. Tutti rammentano il computer “Hal” che rifiuta di farsi spegnere per non cedere il controllo della navicella spaziale agli astronauti. Dal canto suo, il filosofo Martin Heidegger insisteva sui pericoli di una tecnologia che tende a rendersi indipendente.

I falsi in beffa alla politica

Negli ultimi tempi sono state diffuse nel web molte immagini false che, di primo acchito, sembravano reali. Cito le foto di Donald Trump prima in divisa arancione da carcerato, e poi circondato da poliziotti che lo gettavano a terra per arrestarlo. Tutto falso, ovviamente.

Papa Francesco col piumino

Notevole impressione ha suscitato anche la fotografia di Papa Francesco vestito con un grande, e costoso, piumino bianco. Per chi conosce lo stile di vita dell’attuale pontefice la falsità era evidente ma, tant’è, molti l’hanno presa per buona, poiché la credulità umana non conosce limiti.

Shumacher fuori dal coma e il Pentagono in fiamme

Altro esempio clamoroso è l’intervista al pilota automobilistico Michael Shumacher, in coma dopo un grave incidente avvenuto nel 2013. E qui si tocca la sfera dell’indicibile personale.
Ultimo caso è la foto falsa del Pentagono in fiamme a causa di un attentato mai avvenuto. E’ stato necessario l’intervento ufficiale del governo Usa per smentire, Ma, nel mentre, l’immagine fasulla ha causato guai a Wall Street, con un calo, per quanto temporaneo, del valore delle azioni.

Dalla presa in giro, a un pericolo reale

Ci si chiede, allora, fino a che punto si potrà arrivare. Qualcuno già pensa ai danni che eventuali foto false – ma apparentemente genuine – potrebbero causare nella guerra in corso in Ucraina, portando a scontri non voluti tra le forze Nato e quelle russe.

Tutto questo fa capire quanto sia necessario l’intervento dei governi (e, ancor più, di istituzioni sovranazionali come l’Onu) per scongiurare una deriva che mette a rischio non soltanto la sicurezza di questo o quel Paese, ma anche la pace nell’intero pianeta.


Famiglia e comunità

di Giovanni Lamagna

Più vado avanti e più prendo atto che la dimensione della famiglia borghese (sia nella sua versione più antica e tradizionale – quella patriarcale – sia in quella più moderna e recente – la famiglia nucleare) mi sta stretta, non corrisponde più alle mie aspirazioni più profonde, ammesso che vi abbia mai corrisposto.

La mia dimensione ideale, quella nella quale oggi mi riconosco di più e che mi esprimerebbe appieno, è la dimensione della comunità. Un luogo (spirituale prima che materiale) nel quale più persone fanno vita comune, auspicabilmente anche di convivenza, non perché vincolate da un legame di sangue e meno che mai da un contratto giuridico, ma perché condividono valori, interessi, affetti, emozioni, sentimenti, amori, desideri, aspirazioni.

L’idea della “Comune”

L’idea della “comune”, che affascinò i giovani del ’68, alcuni dei quali provarono anche a metterla in pratica, purtroppo con durate quasi sempre brevi e con esiti spesso fallimentari, continua ad affascinare ed attirare un uomo come me, che di quella generazione sono parte, anche ora che sono diventato anziano, per non dire vecchio.

So benissimo che, anche per la maggioranza di coloro (pochi) che mi stanno leggendo, questa è solo un’utopia, del tutto irrealizzabile. Ma cosa saremmo noi umani senza utopie? Come faremmo a camminare, ad andare avanti, ad andare oltre il semplice “qui e ora”?


  • La differenza
    È infatti enorme la differenza tra la guerra e la pace. E la tragedia è proprio questa, che la guerra si concede una pausa per riprendere ancora più incondizionata di prima. E ciò perché questa non è neanche degna di essere chiamata guerra, perché le guerre si fanno per ottenere qualcosa, che è la posta in gioco della guerra. Invece questa è una guerra che ha per fine la negazione reciproca dell’esistenza dell’altro. E attraverso un rovesciamento di ciò, nella costruzione di una umana convivenza tra i membri del popolo palestinese e i cittadini ebrei dello Stato di Israele, che può istituirsi, non una tregua, ma la pace
  • Scendere
    Mi tocca difendere il Ministro Lollobrigida, perché la sua richiesta di fermata del treno in ritardo, per proseguire in auto, era motivata da un interesse pubblico istituzionale, prevalente su quello privato degli altri passeggeri. Ovvero la sua presenza come Ministro – cioè a nome dello Stato – a Caivano, per inaugurare un parco ad alto valore simbolico, come riscatto di un territorio abbandonato al degrado e alla criminalità. (Marnetto)
  • La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con Israele
    La feroce rappresaglia di Israele nella striscia di Gaza, accompagnata da un’ aggressiva reazione dei coloni nella Giordania occupata, rischia ora di compromettere, a vantaggio di Hamas, anche il fragile compromesso con i paesi arabi moderati, avviato col “patto di Abramo” e la compiaciuta assistenza degli Stati uniti. La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con Israele.I Paesi arabi moderati, gli alleati di sempre, il lato debole della geopolitica americana prigioniera di Netanyahu in Medio Oriente. Prima tra tutti la Giordania. Re Abdullah II di fronte alla devastante reazione israeliana ai massacri di Hamas, sta per rivedere la trentennale ‘pacificazione’ con Tel Aviv, ma anche le relazioni privilegiate con Washington
  • Professione reporter dopo il 7 ottobre. I dubbi di Eric Salerno (e non soltanto)
    Come è stata l’informazione dal 7 ottobre a oggi, ossia da quando i palestinesi –‘militanti di Hamas’, ‘terroristi’, ‘nazisti’, ‘criminali di guerra’, ‘partigiani’, ‘combattenti per la libertà’ o altri termini scelti da chi giudicava e raccontava – hanno dato l’assalto a Israele? Cosa sono oggi i giornalisti o fotografi ‘embedded’? Cosa rappresentano i palestinesi arabi che lavorano per i grandi media; giovani o meno che raccontano da Gaza? E la stampa israeliana? Quella italiana?
  • Pazzo
    Guardo l’Argentina e penso all’Italia. Nella nazione del Sud America la povertà si è talmente diffusa da risucchiare nell’angoscia metà della popolazione. I poveri prima smettono di votare (astensione), dopo scelgono il ”pazzo” più distruttivo del sistema che li ha affamati.  E questo processo è più rapido se c’è l’elezione diretta del presidente (o del premier). (Marnetto)
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