Rassegna web di nandocan magazine
Trascuratezza, abusivismo e corruzione, ecco un vizio italico che compare raramente nel dibattito politico e di cui anche sui media si parla e scrive relativamente poco. Eppure il danno che produce all’ambiente e alla società, al centro nord come al sud e alle isole, diventa sempre più evidente aggiungendosi a quello derivato dal cambiamento climatico. (nandocan)
Abusi meridionali, abusi “asburgici”
Gian Antonio Stella su Corriere.it
Ma come: non succede solo nello sgangherato Mezzogiorno dove tirano su case abusive perfino sui costoni franosi dell’isola d’Ischia e buttano giù come a Licata i sindaci che vorrebbero rispettare la legge e demolire le ville fuorilegge quando c’è un ordine d’abbattimento e certi notai arrivano a garantire come a Casalnuovo passaggi proprietà di interi condomini costruiti sulla sabbia violando tutte le norme? No, non succede solo nel Sud. Anzi. Succede perfino in aree come il Trentino da cui si levano a volte cori di ipocrita rimpianto: «Ah, se ci fosse ancora Francesco Giuseppe! Ah, se ci fosse ancora Maria Teresa!».
Racconta dunque il leader dei Verdi Angelo Bonelli, in una interrogazione parlamentare ai ministri della Cultura e della Giustizia, una «piccola storia ignobile», per dirla con Guccini, che merita d’essere conosciuta. È la storia di un vecchio bar-albergo degli anni Settanta sulle sponde settentrionali del lago di Garda nel comune di Nago-Torbole a due passi, per capirci, da Riva del Garda. Si chiamava hotel Panorama, era in via Bellavista sulla strada che sale verso il Parco delle Busatte e non era un nome sprecato: gli ospiti godevano davvero d’una visione dall’alto che faceva luccicare gli occhi.
Raddoppiati i metri cubi
Anche i soldi luccicavano. Al punto che i proprietari del bar-locanda decisero un colpo gobbo: avuto il permesso di tirare su 1.570 metri cubi, ne tirarono su 3.504. Più del doppio. Andando a invadere addirittura il terreno di un vicino di casa che fece causa. Il tutto in una zona tutelata. Una forzatura che nel 1996, finalmente, venne sanzionata con una sentenza della Corte d’Appello di Venezia che, accertato l’abuso edilizio, forniva al Comune, volendo, la possibilità di abbattere. Macché.
Più o meno abbandonato per vent’anni, l’edificio fu infine comprato da una società che lasciò perdere l’hotel per trasformare l’immobile in appartamenti. Chiedendo addirittura un aumento di cubatura, come se quella che c’era fosse tutta regolare, fino ad arrivare a 4.070 metri cubi. Quasi il triplo della concessione originaria. Aumento concesso dalla giunta comunale a dispetto della sentenza del ‘96. Senza neppure, secondo l’avvocato Stefano Colla, una sanatoria degli abusi già condannati. Ma come mai la magistratura non è intervenuta permettendo anzi che i nuovi appartamenti di pregio fossero in buona parte venduti? Chissà cosa avrebbero detto le autorità asburgiche…
PNSS

di Massimo Marnetto
Le alluvioni e frane in Romagna hanno evidenziato una priorità ignorata: la necessità di regolari manutenzioni ambientali. Improrogabili sia per recuperare la trascuratezza passata, sia per affrontare il cambiamento climatico in atto. Invece i governi – in caso di sciagure – hanno sempre messo ”pezze”.
Così non ne usciamo. Occorrerebbe invece un vasto PNSS, un Piano Nazionale di Sistemazione del Suolo, che avviasse la cura strutturale e periodica di fiumi, vallate, boschi, comprese le opere civili come ponti, argini, vasche di espansione, scogliere anti mareggiate e tutto ciò che serve per governare il territorio.
Ma occorre anche contrastare l’abusivismo edilizio, bloccando le sanatorie o escludendo per legge dagli aiuti pubblici chi le ottiene, dopo aver costruito in aree inedificabili per alto rischio idro-geologico. Con un messaggio chiaro: hai costruito dove non dovevi, io Stato non ti faccio demolire (sanatoria), ma a tuo rischio e pericolo. Se una frana o un fiume ti porta via la casa, non venire a chiedere rimborsi.
Come il petrolio russo arriva in Italia e persino in America beffando l’embargo

Da Remocontro
Il Cremlino riflesso su una vetrata del quartier generale della Rosneft. La sede della compagnia petrolifera statale russa sulla riva opposta del fiume Moscava. Decisamente vicina al vertice del potere politico russo. E Limes con maliziosa arguzia giornalistica, va a chiedere a Vittorio Amoretti, trader petrolifero, come sarebbe possibile far arrivare un barile di petrolio russo in Italia, in barba alle sanzioni.
Tre opzioni per farla in barba alle sanzioni
La prima è l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc), che parte dall’Azerbaigian ed è gestito da Bp. L’Azerbaigian che oggi sta esportando più petrolio di quanto ne produca per di circa 242 mila barili al giorno, a fronte di una produzione nazionale in continua diminuzione. Come può un paese diminuire la propria produzione e incrementare l’export allo stesso tempo? Bp e Baku negano ogni addebito, rilevando che da inizio 2022 a oggi i flussi di petrolio in transito via Btc sono passati da tre a due milioni di tonnellate. «Ma qui sono i decimali che contano e i decimali su volumi importanti rappresentano quantità non trascurabili- non tornano», dichiara Amoretti ad un attento Fabrizio Maronta.
Ma il nostro barile predilige altre soluzioni
Innanzi tutto la Turchia, che ha raddoppiato le proprie importazioni di petrolio dalla Russia e, come noto, si rifiuta di applicare su questo greggio le sanzioni imposte dall’Occidente. Una nuova rotta verso l’Ue per il petrolio russo si sta dunque consolidando attraverso l’Anatolia, crescente destinazione del greggio russo che una volta giunto lì viene raffinato e rivenduto senza applicarvi sanzioni
Terza opzione, le petroliere che al largo delle coste europee trasbordano il petrolio russo su altri cargo, che poi fanno rotta verso i porti europei. Questo fenomeno si verifica in due località: il mare al largo di Ceuta (Spagna) e quello al largo della costa greca, vicino a Kalamata.
Sono almeno 52 le petroliere che hanno fatto trasbordi di petrolio dall’inizio del 2023. Greggio trasferito in Grecia con questo metodo a febbraio, impennata con 10 milioni di barili. A Ceuta, stesso periodo, circa 4,4 milioni.
Embargo petrolifero farsa?
«Non per chi a Washington l’ha concepito, e di certo un impatto sulla Russia lo sta avendo. Ma fatta la legge, trovato l’inganno». Mosca sta studiando sistemi di aggiramento con ‘navi fantasma’ che disconnettono i sistemi di localizzazione. Registra inoltre le petroliere in paradisi fiscali che offrono bandiere di copertura ed effettuano il trasbordo del greggio in navi più grandi, mischiandolo con un olio dalle caratteristiche simili. La legge prevede infatti che per essere considerato russo il petrolio debba provenire almeno per il 51% da aziende russe.
Con tale sistema, tra l’altro, gli Stati Uniti aggirano più o meno inavvertitamente (decisamente meno inavvertitamente Ndr) il loro stesso embargo.
Triangolazione Russia, Italia, Stati Uniti
Una triangolazione tra Russia, Italia e Stati Uniti per dribblare le sanzioni e continuare a esportare petrolio in America passa attraverso la raffineria Isab di Priolo, in Sicilia, di proprietà del gruppo russo Lukojl. Prima della guerra lo stabilimento riceveva petrolio da tutto il mondo. Ora la quota di greggio russo trasformato a Priolo è salita al 90%, il lavoro della raffineria non si è mai fermato e non si sono mai fermate nemmeno le petroliere che partono per gli Stati Uniti. Tecnicamente il regolamento sulle sanzioni non è stato violato, dato che verso gli Usa viaggia benzina prodotta in Italia, senza dover dichiarare da quale petrolio è stata raffinata.
Furberie non solo italiane
E gli altri europei? «Suvvia, è l’Ue ad aver aperto un’autostrada alla Russia per fare del ‘price cap’ un sistema inutile. Se un paese acquista greggio da Mosca e lo raffina, è poi libero di riesportare i prodotti a prezzi di mercato. Regola tra l’altro realistica: se compro diesel dalla Cina normalmente non mi arriva compreso di certificazione del greggio di origine. Ma così facendo si apre alla possibilità che alla luce del sole, usando navi greche e assicuratori londinesi, si possa vendere, ad esempio in India, greggio russo a 50 dollari al barile e riesportare il diesel a 120 dollari. Mettete il tutto nelle mani di un trader appena sveglio e l’accordo tra Russia e India o con altri paesi è scontato».
In alternativa lasciate fare direttamente ai russi visto che la raffineria di Nayara, nei pressi di Mumbai, è di fatto controllata dal gigante russo Rosneft e da poco partecipata da un’impresa italiana: Mareterra, che attraverso un fondo lussemburghese ha rilevato la partecipazione. Gli affari sono affari.
Il topo molto più veloce del gatto
L’embargo crea squilibrio ed espone l’importatore al mercato dell’offerta. Un mercato squilibrato tra domanda e offerta stimola però il riequilibrio. E un pezzo di riequilibrio verrà dall’Asia, anche – soprattutto? – in forma di prodotto da «greggio russo ribattezzato». Il percorso può essere accidentato e comunque costoso, però c’è ed è battuto.
Dal punto di vista finanziario, molti operatori russi del settore propongono contratti triangolando i pagamenti o i documenti finanziari attraverso fiduciarie localizzate in paesi non soggetti a sanzioni. È una gara tra gatto e topo, ma il topo è molto più veloce.
Filosofia
Non c’è nessuna essenza a priori?

di Giovanni Lamagna
Non sono d’accordo con Sartre quando afferma che “non c’è un’essenza a priori”. Io credo, invece, che questa “essenza” ci sia. Il fatto che sia difficile per l’uomo definirla e che non si possa definirla a prescindere dall’uomo, che la sua definizione sia comunque un prodotto umano, non vuol dire che non esista a priori, cioè prima che l’uomo la definisca.
Alcune leggi fisiche (ad esempio, quella di gravità), incontrovertibili, innegabili, mi pare che definiscano (anche materialmente, scientificamente) questa essenza. Io (uomo) posso inventare qualcosa che mi consenta di superare la legge di gravità (ad esempio, l’aereo), ma non posso prescindere nella mia vita dalla legge fisica della gravità, come da tante altre leggi; e non solo fisiche.
L’esistenza di queste leggi certifica che la mia essenza non la posso inventare io ex novo; che esiste cioè un suo zoccolo duro, che esiste a priori, prima e a prescindere dalla mia esistenza e che in qualche modo, quindi, mi si impone. Anche se questa essenza non mi è totalmente chiara e distinta; e non la posso quindi esattamente e pienamente definire nella sua interezza. Anche se in qualche modo è e resterà sempre un “noumeno” per me, qualcosa di essa che mi sfuggirà, che sarà sempre avvolta da un alone di mistero.
- Ci pensa Giorgiadi Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto
- Dopo lunga malattiaDOPO LUNGA MALATTIA. L’ONU è morta, scrive oggi Massimo, il titolo al pezzo l’ho aggiunto io. La causa di morte era presente già alla sua nascita, col diritto di veto attribuito alle grandi potenze che l’hanno fondata. Raniero La Valle e tutti noi di Costituente Terra continuiamo ad essere convinti che la soluzione ci sia ma ci sarà solo il giorno in cui avverrà anche tra i popoli e gli Stati quel riconoscimento reciproco dei diritti di ognuno con l’abbandono delle logiche di dominio purtroppo ancora in vigore. Una costituzione per la Terra.
- La difesa dei confiniil Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha inserito nel decreto-legge per gli aiuti al Mezzogiorno nuove norme di contrasto all’immigrazione, ciò che nel linguaggio di Giorgia Meloni significa “la difesa dei confini”. Finora si intendeva come difesa dei confini il contrasto alle invasioni armate. Le nuove misure decretate in Italia dal governo hanno anche un sapore razzista perché destinate a colpire soprattutto profughi di pelle scura, e bisogna stare attenti a questo in tempi in cui in Europa ci si scambia accuse di nazismo. Ma se la risposta alla tragedia dei migranti viene iscritta nel capitolo della difesa dei confini, è proprio l’istituto dei confini, celebrati finora come sacri e inviolabili, che bisogna riformare.
- Manca il comeMeloni ha invitato la Von der Lien a Lampedusa per giustificare ‘’una missione europea per fermare gli sbarchi’’, ma manca il come. Si fermano i barchini in alto mare ordinando di tornare indietro? E se non lo fanno, si bloccano tra le onde finché non affondano? E se iniziano a moltiplicarsi i naufragi, come farà l’Italia a sventare le accuse di respingimento e omissione di soccorso in mare illegali?
- Kiev fa causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia sul grano. All’Onu contro la RussiaIl commercio del grano crea nuove tensioni politiche in Europa dell’est. Il ministro del Commercio ucraino ha annunciato ieri che Kiev farà causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia per aver mantenuto il divieto di importazione ai cereali provenienti dall’Ucraina. Zelensky alle Nazioni unite: «Dateci più armi e rinnegate la Russia». Il partito repubblicano Usa si divide sui finanziamenti a Kiev