Rassegna web di nandocan magazine
Ecco a voi oggi l’attivista civico – corsivista – commentatore satirico – guida turistica Massimo Marnetto nella sua veste di critico cinematografico (e ci riesce pure!)
Il sol dell’avvenire (film)
di Massimo Marnetto
”Il sol dell’avvenire” è un film sulla speranza. Anzi, sulle speranze. Perché Moretti ne annoda parecchie nel suo racconto. Quella del regista Giovanni (Moretti) per la riuscita del suo film sull’invasione russa in Ungheria del ’56; quella per la sopravvivenza del suo matrimonio, opposta all’altra della moglie che vuole invece separarsi; quella di una figlia che rompe gli schemi. Giovanni traduce le proprie insicurezze in un perfezionismo ossessivo. Impone riti propiziatori, inquadrature, copioni; questa sua ”regia” travalica il set e pretende di regolare anche la vita di chi gli sta vicino. Con critiche continue su come recitano i suoi attori, sulle scene di un altro film, persino su pantofole e scarpe.
Ma la speranza è fatta anche di resistenza. Giovanni resiste al conformismo delle serie delle grandi piattaforme ”viste in 190 paesi”; alla banalità delle scene di violenza splatter; alla superficialità dell’attrice che improvvisa invece di rispettare il copione; alla distrazione del suo aiuto che lascia in scena oggetti non esistenti nel ’56. Se si hanno dei principi, ci deve essere il necessario rigore per sostenerli, anche se intorno regna la confusione. Che il regista fa percepire utilizzando il contesto di un circo sgangherato ungherese. Ma questo telaio di certezze inizia a scricchiolare sotto il peso della realtà, che opprime sempre più Giovanni. Però al fallimento si può reagire con un sogno: un finale che fa emozionare.
Il film è denso, ironico, un racconto attraversato dalla mai nascosta passione politica dell’autore. Che avrebbe voluto un PCI capace di fare una ”cosa di sinistra” anche in occasione dei fatti di Ungheria. Moretti usa sempre il registro della recitazione ”trattenuta” – senza entrare completamente nel personaggio – per restare comunque riconoscibile come narratore in scena. Ma questo ”recitare da fuori” è sempre stato il suo stile e invece di un difetto, appare come un’autentica (prova? ndr) d’autore. Dopo un gioioso omaggio a tutti gli attori che l’hanno accompagnato nella sua carriera, arrivano i titoli di coda. E in sala scatta l’applauso di noi radical-chic. Contenti di vedere che c’è ancora chi ci racconta. Con intelligenza politica e ironia: ossigeno per chi non vuol scendere dalla barricata.
e piú modestamente, il commento di Alessandro Gilioli su Facebook:
Morettismo alla massima potenza, il Sol dell’avvenire. Un concentrato proprio. Chi ama Moretti (quorum ego) gode come un riccio. Chi non lo ama, lo eviti (oggi si direbbe che è “divisivo”).
Due o tre inutili note a latere
1. Sì, è autocitazionista, e a noi morettiani piace così, e comunque usa se stesso per raccontare molti/e altri/e (as usual)
2. Sì, è po’ commovente-senile, e a noi ex giovani facili alla commozione piace così
3. Aspetto con molta calma il giorno che un regista intelligente di destra faccia un equivalente speculare sulla loro storia, le loro contraddizioni, i loro sogni – e mi sa che aspetterò a lungo, almeno qui in Italia.
Il 25 aprile

Andrea Pertici su Facebook
Dal 1994, quando #Berlusconi portò al governo per la prima volta forze politiche che stavano fuori dall’”arco costituzionale” e non avevano cioè contribuito a scrivere la Costituzione, soprattutto quando al governo è stata la destra si è cercato di festeggiare di tutto, pur di arrivare ad una distrazione della festa della #Liberazione dall’occupazione nazifascista e dalla dittatura fascista.
Purtroppo, anche il #Pd renziano non ha mancato di metterci del suo, inscenando, nel 2017 una ridicola e penosa manifestazione #tuttoblu, sfilando vestiti di blu e agitando cartellini, con nomi di personalità europee, a prescindere – naturalmente – da loro contributo alla #Resistenza, ed anzi talvolta anche con simpatie per i nazifascisti, dimostrando tutta l’ignoranza che quella classe politica è riuscita a portare nel dibattito pubblico (unita a quella faccia tosta che li fa pure parlare di “competenza”).
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui Pertini, partigiano socialista, che con Leo Valiani (del Partito d’azione) e Emilio Sereni (comunista), guidava, in seno al Comitato di Liberazione Nazione Alta Italia (CLNAI), l’insurrezione milanese, pronunciò il celebre appello: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.
Da lì la Liberazione, da lì – dopo poco meno di tre anni di faticosa costruzione della democrazia – la #Costituzione repubblicana, che con i suoi principi e le sue regole presidia quella democrazia riconquistata.
Lo fa quindi inevitabilmente essendo antifascista. La Costituzione italiana del 1947 (in vigore dal 1° gennaio 1948) è antifascista in ogni suo articolo, in ogni singolo comma o periodo. L’antifascismo non sta certamente solo in quella disposizione finale che vieta in qualunque forma la ricostituzione de disciolto partito fascista o in quella che esclude i capi responsabili del fascismo dal voto per cinque anni, sta ovunque.
Berlino-Mosca, come amanti traditi espellono a vicenda diplomatici/spia

Remocontro
Frattura diplomatica Berlino-Mosca a dimensioni esagerate quasi a voler stupire il mondo. La Germania espelle 34 diplomatici russi, il Cremlino 20 tedeschi. Mosca: «Condanniamo fermamente queste azioni di Berlino, che continua a distruggere l’intera gamma delle relazioni Russia-Germania, anche nelle loro dimensione diplomatica», si legge in una nota ufficiale.
Ma nonostante le espulsioni, in Germania sono presenti ancora 90 rappresentanti diplomatici di Mosca, rassicura Bild. L’obiettivo non dichiarato delle espulsioni tedesche sarebbe «ridurre la presenza dell’intelligence russa in Germania». E viceversa. Oltre a forti pressioni alleate Nato.
Segreto svelato usato contro chi?
«Le autorità tedesche hanno notificato alla Federazione russa che avrebbero espulso i nostri diplomatici, ma hanno chiesto di non dirlo a nessuno», ha rivelato beffarda la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Sgarbo voluto e dichiarato, per cosa? Le agenzie di stampa russe ieri riportavano che il colloquio tra i rappresentanti di Russia e Germania sarebbe avvenuto il 5 aprile e che le parti si erano accordate per tenere la decisione segreta, sottolinea Sabato Angieri sul Manifesto
E i media tedeschi hanno confermato la presenza di accordi segreti pregressi. Tuttavia, sugli stessi media sono poi apparse indiscrezioni che hanno decisamente infastidito Mosca, anche se smentite dal Bundestag.
Come uno scambio di prigionieri
Ora, segretezza violata, veniamo gradualmente e sapere che le espulsioni ci sono state davvero, mentre resta ancora incerto in vero perché. ‘Riduzione volontaria di personale diplomatico’, come una sorta di silenzioso ‘scambio di prigionieri’ che è poi finito nello sputtanamento. «In risposta alle azioni ostili di Berlino» dichiara il Cremlino mentre annuncia l’espulsione di 20 diplomatici tedeschi in Russia. I funzionari degli Esteri di Putin fanno sapere che i diplomatici espulsi dalla Germania sono già rientrati tramite un volo speciale russo che ha ricevuto l’autorizzazione a entrare nello spazio aereo tedesco sabato mattina.
Diplomatici/spia, Leopard e Nord Stream
Ma le espulsioni non sono solo l’effetto più evidente del deteriorarsi delle relazioni tra i due Paesi, rileva Angieri. Oltre all’invio diretto dei ‘Leopard 2’ a Kiev e all’autorizzazione concessa agli altri stati a cui la Germania li aveva venduti e che intendevano fornirli all’Ucraina, Berlino è da tempo un osservato speciale del governo russo per l’attentato al Nord Stream dello scorso anno (certamente non una azione suicida) e per alcune dichiarazioni del nuovo ministro degli Esteri.
Boris Pistorius che dopo aver frenato Stoltenberg su Kiev nella Nato, aveva però definito «accettabili gli attacchi ucraini in territorio russo purché limitati e giustificati da necessità strategiche».
Russia: ‘Retorica intimidatoria’
Dalla Russia, risposte molto dure. Oltre le rivelazioni della portavoce ufficiale che dice ciò che il Cremlino pensa. Con la stessa Zakharova che si è mostrata addirittura minacciosa, con citazione letteraria molto politica. «Ricordi tutto quello che hai detto? Non dimenticare le tue parole, in ogni caso te le ricorderò io», ha detto la portavoce e riporta ‘Ria novosti’. Poi, malizia alta, il finto dubbio se il ministro Pistorius avesse scoperto chi ha commesso l’attacco al Nord Stream da tutti attribuito ad occidente.
«Anche questa è una ‘tattica accettabile di attacchi limitati’ volta a distruggere un’importante infrastruttura fino a poco fa fondamentale per Berlino?». Bella domanda, Maria Zakarova.
Cosa significa “meditare”?

di Giovanni Lamagna
Meditare per me è diverso dal semplice pensare; è qualcosa in più. Pensare è qualcosa che obbedisce a delle regole precise, in qualche modo meccaniche, automatiche. Quando faccio l’operazione 1 + 1 e arrivo al risultato che fa 2 sto pensando; ho fatto in questo caso un’operazione puramente mentale.Quando, invece, arrivo al risultato che 1 + 1 può fare anche tre (come ci “insegna” la metafora del Dio Uno e Trino) sto meditando; ho fatto cioè un’operazione che va al di là delle pure regole mentali, le ri-vede, le trasforma, a volte (come in questo caso) addirittura le sconvolge.
In nome di una logica non solo mentale, puramente intellettuale, ma diversa, io dico addirittura superiore, perché fondata su una intuizione, che coglie altri aspetti del reale, che la pura intelligenza matematica o aritmetica non sarà mai in grado di cogliere. E che, però, a pensarci bene, sta dietro il mistero della vita stessa. Cosa accade, infatti, quando un uomo e una donna (ma anche due animali di sesso diverso) si congiungono e concepiscono una nuova creatura, se non il fatto (logicamente paradossale) che uno più uno fa tre e non due?
Vado avanti nella mia riflessione; quando ascolto una persona o leggo un testo e sto attento a capire le parole che ascolto o che leggo, sto pensando, sto facendo anche qui un’operazione soprattutto mentale, anche se non solo mentale; perché qui c’entra anche l’empatia, quindi entrano in gioco anche le emozioni e i sentimenti. Ma, se ritorno una seconda volta o, addirittura, più volte sulle parole che ho appena ascoltate o lette, in questo caso non sto solamente, semplicemente pensando, sto, infatti, meditando.
Sto facendo, cioè, un’operazione che è qualcosa in più del semplice capire o del rispettare alcune procedure logiche, intellettuali, di puro ed esclusivo pensiero. Capire, infatti, ha qualcosa a che fare col ricevere, col carpire, col prendere, con l’impossessarsi di un concetto. Meditare ha a che fare, invece, piuttosto col dare, col produrre, con il generare, con il mettere a frutto ciò che ho capito, ciò che ho carpito, com-preso, ciò di cui sono entrato in possesso quando ho semplicemente pensato o solo visto, guardato qualcosa.
- Ci pensa Giorgiadi Massimo Marnetto Lampedusa: finta la scena (campo profughi ripulito per l’occasione); finto l’impegno europeo (redistribuzione su base volontaria, cioè briciole); finte le soluzioni nazionali proposte (più carcere, meno integrazione); vera invece l’esasperazione degli isolani che denunciano la truffa mediatica. Ma Lei tira dritto. Se la linea ‘’ci pensa Giorgia’’ si afferma, presto vedremo la … Leggi tutto
- Dopo lunga malattiaDOPO LUNGA MALATTIA. L’ONU è morta, scrive oggi Massimo, il titolo al pezzo l’ho aggiunto io. La causa di morte era presente già alla sua nascita, col diritto di veto attribuito alle grandi potenze che l’hanno fondata. Raniero La Valle e tutti noi di Costituente Terra continuiamo ad essere convinti che la soluzione ci sia ma ci sarà solo il giorno in cui avverrà anche tra i popoli e gli Stati quel riconoscimento reciproco dei diritti di ognuno con l’abbandono delle logiche di dominio purtroppo ancora in vigore. Una costituzione per la Terra.
- La difesa dei confiniil Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha inserito nel decreto-legge per gli aiuti al Mezzogiorno nuove norme di contrasto all’immigrazione, ciò che nel linguaggio di Giorgia Meloni significa “la difesa dei confini”. Finora si intendeva come difesa dei confini il contrasto alle invasioni armate. Le nuove misure decretate in Italia dal governo hanno anche un sapore razzista perché destinate a colpire soprattutto profughi di pelle scura, e bisogna stare attenti a questo in tempi in cui in Europa ci si scambia accuse di nazismo. Ma se la risposta alla tragedia dei migranti viene iscritta nel capitolo della difesa dei confini, è proprio l’istituto dei confini, celebrati finora come sacri e inviolabili, che bisogna riformare.
- Manca il comeMeloni ha invitato la Von der Lien a Lampedusa per giustificare ‘’una missione europea per fermare gli sbarchi’’, ma manca il come. Si fermano i barchini in alto mare ordinando di tornare indietro? E se non lo fanno, si bloccano tra le onde finché non affondano? E se iniziano a moltiplicarsi i naufragi, come farà l’Italia a sventare le accuse di respingimento e omissione di soccorso in mare illegali?
- Kiev fa causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia sul grano. All’Onu contro la RussiaIl commercio del grano crea nuove tensioni politiche in Europa dell’est. Il ministro del Commercio ucraino ha annunciato ieri che Kiev farà causa a Polonia, Ungheria e Slovacchia per aver mantenuto il divieto di importazione ai cereali provenienti dall’Ucraina. Zelensky alle Nazioni unite: «Dateci più armi e rinnegate la Russia». Il partito repubblicano Usa si divide sui finanziamenti a Kiev