Reader’s – 23 marzo 2023

Le guerre promesse

Raniero La Valle per Costituente Terra

Newsletter n. 109 del 22 marzo 2023

La pianificazione nucleare pubblicata dal Pentagono

Cari amici, ci sono molte “ultime notizie” che prefigurano un mondo a perdere.La prima è che nella pianificazione nucleare degli Stati Uniti pubblicata dal Pentagono si dice: “abbiamo condotto un’analisi approfondita di un’ampia gamma di opzioni per la politica nucleare, comprese le politiche No First Use (non ricorso alle atomiche prima di un attacco nucleare altrui) e Single Purpose (uso limitato a una singola finalità)  e abbiamo concluso che tali approcci si tradurrebbero in un livello di rischio inaccettabile alla luce della gamma di capacità non nucleari di concorrenti che potrebbero infliggere danni a livello strategico agli Stati Uniti e ai suoi alleati e partner”. Al riparo della minaccia nucleare si potrà invece “proiettare potenza” e combattere guerre convenzionali senza arrivare all’uso dell’atomica.

A Kiev proiettili all’uranio impoverito

La viceministra inglese della Difesa, Annabel Goldie ha annunciato la volontà di Londra di fornire a Kiev proiettili all’uranio impoverito per la guerra anticarro, Putin ha risposto che se l’Inghilterra manderà “armi con componenti nucleari la Russia sarà costretta a rispondere”. Dunque la guerra nucleare è stata sdoganata. Biden ha respinto le  proposte della Cina per un “cessate il fuoco” in Ucraina  e un dialogo per un nuovo ordine mondiale, dando inizio di fatto all’annunciata “competizione” a tutto campo degli Stati Uniti e del campo atlantico con la Cina.

L’incriminazione di Putin

La Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato contro Putin condannandolo di fatto agli arresti domiciliari:  se lascerà la Russia per andare in qualsiasi Paese, tranne quelli che non riconoscono la giurisdizione della Corte, verrà imprigionato e processato. Ha scritto Domenico Gallo: “l’incriminazione di Putin è un passo falso compiuto dal Procuratore della CPI perché mette la legittima esigenza di repressione dei crimini di guerra in contraddizione con l’esigenza di porre fine alla guerra (e quindi ai crimini che della guerra sono un sottoprodotto). Quali che siano le responsabilità di Putin, questo non giustifica l’emissione di un mandato d’arresto contro un capo di Stato in carica. 

Non si può pretendere di fare giustizia a costo della pace

Nell’esercizio della sua discrezionalità il Procuratore della Corte Penale Internazionale deve essere coerente con i fini delle Nazioni Unite, che consistono essenzialmente  nel mantenimento e nel ristabilimento della pace, tanto più che nello Statuto della Corte non vige il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Non si può pretendere di fare giustizia a costo della pace.  Incriminando Putin, mentre la guerra è in corso, si tagliano i ponti rispetto alla possibilità di un negoziato e si impedisce alla Russia di tornare sui suoi passi”. La Russia è uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza: l’incriminazione di Putin di fatto sopprime, e in ogni caso sospende, l’ONU.

In Israele

In Israele il governo Netanyahu ha rilanciato la colonizzazione in Palestina e legalizzato nuovi insediamenti  “selvaggi”. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, del partito “Sionismo religioso” ha affermato in un discorso a Parigi che “i palestinesi non esistono”,  sono “un’invenzione di meno di 100 anni fa”. “Non esistono i  palestinesi perché non esiste un popolo palestinese”. Gli Stati Uniti hanno redarguito l’esponente sionista e l’Unione europea, tramite il capo della sua diplomazia Josep Borrell ha invitato il governo israeliano a sconfessare il suo ministro.

La “sostituzione etnica”

La Presidente italiana Giorgia Meloni ha per la seconda volta detto di “avere la coscienza a posto” per la strage dei migranti a Cutro, ma non ha receduto dalle politiche di cui essi sono vittima, “la difesa dei confini” e la lotta contro la “sostituzione etnica”. Ma la sostituzione etnica è quella che ha fatto l’Europa e le due Americhe, mentre quelle politiche sono rivolte contro gruppi di profughi più o meno numerosi solo in ragione della loro provenienza da terre straniere. Ma la Convenzione contro il genocidio vieta non solo gli atti che colpiscono tutti i membri di un gruppo, ma anche una parte di loro in quanto appartenenti a  “un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso” come tale.

Politiche di genocidio

Pertanto le politiche che conducono alla loro “distruzione fisica, totale o parziale”, e fanno del Mediterraneo un cimitero, sono, coscienti o no, politiche di genocidio. Con queste politiche e questi “che sono considerati i governanti delle nazioni e dominano su di esse” (Marco 10, 42), abbiamo di che temere il futuro, l’esilio del diritto, e il bando della pace. Con i più cordiali saluti,
  Costituente Terra (Raniero La Valle)


No alle munizioni all’uranio: sono armi chimiche – Lettera aperta all’Ambasciatore britannico

di Massimo Marnetto

Ambasciatore della Gran Bretagna, Edward Llewellyn Obe,

(Cc: Corrispondenti  BBC, The Guardian, The Times)

scrivo per esprimere la mia ferma protesta contro l’invio di munizioni con uranio impoverito alla Ucraina. Questo materiale causa il tumore in chi ne viene a contatto; contamina l’ambiente per anni con il rilascio differito di emissioni cancerogene; causa danni genetici che si manifestano in malformazioni neonatali. 

Ambasciatore della Gran Bretagna, Edward Llewellyn Obe,

per gli effetti menzionati – ampiamente riscontrati in passato nei veterani e nelle popolazioni contaminate  – queste munizioni sono equiparabili di fatto ad armi chimiche, proibite dalla legislazione internazionale. Le chiedo, pertanto, di trasmettere al suo Governo la netta contrarietà – di molti cittadini italiani e mia personale – per questa decisione del suo Paese dalle conseguenze criminali, con l’invito pressante a revocarla.

Con vigilanza umanitaria, Massimo Marnetto – Roma


Polonia, corsa al primato militare, vuole più armi e più soldati. Le inquietanti milizie armate

da Remocontro

Da quando l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, il governo polacco ha iniziato una vera e propria corsa al riarmo «mai vista dalla fine della Guerra fredda», annota Costanza Spocci sul Post, «con l’obiettivo di avere l’esercito di terra più grande di tutta l’UnioneEuropea». E ha invitato i civili a diventare soldati ‘part-time’, arruolati in brigate di paramilitari chiamate ‘Forze di difesa territoriale’. L’obiettivo finale, essere così potente da un punto di vista militare da dissuadere la Russia dall’attaccare la Polonia, come ha fatto in Ucraina. Salvo, al contrario, diventare in tal modo il bersaglio numero uno, osserva qualche oppositore al governo di Varsavia.

Polonia Superpotenza

Il primo ministro polacco Morawiecki: «Dobbiamo essere così potenti da non dover nemmeno arrivare a combattere». Secondo analisti e testate indipendenti, Morawiecki e il suo partito populista e bigotto al potere (PiS), starebbero però usando la ‘militarizzazione della società’ per perseguire subito un altro obiettivo: «recuperare i consensi in calo in vista delle elezioni legislative di fine anno». «La maggioranza guidata dal PiS ha detto di voler più che raddoppiare le dimensioni delle forze armate nazionali e incrementare la spesa militare dal 2,2 per cento dell’anno scorso al 4 per cento del PIL per il 2023».

Varsavia raddoppia

Nel 2006 la NATO aveva stabilito che tutti gli stati dell’alleanza avrebbero dovuto spendere almeno il 2 per cento del loro PIL per garantire una difesa comune. Alcuni paesi –Italia tra i molti-, però hanno sempre considerato questa soglia troppo ambiziosa. Lo scorso anno solo 9 su 30 Paesi Nato l’avevano raggiunta col delegato Usa alla segreteria, Jens Stoltenberg, a insistere, sostenuto da Polonia e paesi baltici.

Polonia improvvisamente ricca?

Nel 2022 la Polonia ha firmato un accordo da 4,9 miliardi di euro con gli Stati Uniti per l’acquisto di 250 carri armati Abrams. Il loro acquisto ha consentito di inviare i vecchi carri armati in Ucraina come aiuti militari per combattere la Russia. A inizio anno, altro accordo sempre Usa da 1,3 miliardi di euro per la consegna di altri 116 Abrams.

Morawiecki compro tutto

La Polonia ha fatto altri acquisti in Corea del Sud e in Italia. In Corea, armi per un valore compreso tra 9 e 11 miliardi di euro, che includono 180 carri armati K2 Black Panther, 200 obici semoventi (una via di mezzo tra un carrarmato e un cannone), 48 aerei da attacco leggero e 218 lanciarazzi Chunmoo. In Italia la Polonia ha ordinato elicotteri per 1,7 miliardi di euro a Leonardo-Finmeccanica.

Chiamata alle armi

Oltre all’acquisto di armi e all’aumento delle spese militari, il ministero della Difesa polacco ha detto di voler aumentare i suoi soldati a 300mila unità entro il 2035, un obiettivo che secondo Wojciech Przybylski, analista del think tank Visegrad Insight, «a giudicare dai piani e dai ritmi di reclutamento la Polonia è sulla buona strada per raggiungere». Oggi l’esercito polacco ha circa 150mila persone in divisa. 30mila sono delle Forze di difesa territoriale, una sorta di ‘milizia armata di sicurezza interna’, più politica che combattente.

Milizie paramilitari sospette

Le FDT sono organizzate in unità regionali e locali in tutta la Polonia. Chiunque sia maggiorenne può arruolarsi per un addestramento di sedici giorni condotto da militari professionisti che insegnano come usare armi automatiche, lanciarazzi e bombe. Al termine del programma, i volontari devono superare esami: pattugliamenti nel bosco, combattimenti corpo a corpo e imboscate e tattiche per difendere le aree urbane da attacchi con armi convenzionali.

Corpo armato molto politicizzato

Fino al 2016 i gruppi paramilitari in Polonia erano circa cento: tutti di stampo ultra-nazionalista, come l’Associazione dei fucilieri di Strzelec, o peggio. Il ‘Campo radicale nazionale’ (noto in polacco come ONR), ad esempio, apertamente neofascista. I gruppi e i movimenti ultranazionalisti polacchi sono diventati sempre più numerosi e forti negli ultimi anni. Ne sono state testimoni le marce dell’11 novembre, la giornata della festa nazionale della Polonia, in cui hanno iniziato a sfilare moltissime di queste formazioni, criticate a livello internazionale per i ripetuti slogan anti semiti e di stampo neonazista.

‘Cooptazione’, chi inquina chi

«Con la creazione delle FDT, il ministero della Difesa ha messo in atto un processo di cooptazione e controllo di alcuni di questi gruppi, inglobandone i suoi membri. Nelle fasi iniziali di formazione però, alcuni membri di ONR hanno partecipato alle esercitazioni ufficiali delle FDT, mostrando qualche falla nel sistema e nelle sue capacità di contrastare l’arruolamento di elementi radicali», denuncia Costanza Spocci.

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Lettura e vita

di Giovanni Lamagna

Per parecchi di noi molte delle cose che stanno scritte sui libri sono vere.

Quando le leggiamo, le riconosciamo (non possiamo fare a meno di riconoscerle) come vere, almeno in teoria.

Talvolta arrivano perfino ad emozionarci; in certi casi dal profondo dell’anima.

Ma esse stanno scritte sui libri e restano scritte sui libri, separate da noi, dal nostro vissuto reale.

Non entrano, quindi, se non molto superficialmente, nella nostra vita concreta, quella di tutti i giorni: le restano sostanzialmente estranee.

E, pertanto, non la trasformano minimamente, ma la lasciano inalterata, immodificata.

Insomma, scivolano su di noi, come l’acqua sulla pietra dura.

In questo caso, a che è servita, a che serve, la lettura?


  • Mai tanti morti tra i civili, donne e bambini, come a Gaza
    …e nel Tg1 delle 13 le aperture su Gaza, con poco rispetto dell’attualità, riguardavano ancora oggi le malefatte e le minacce di Hamas e soltanto dopo cronaca e immagini di stragi e macerie procurate dall’invasione israeliana. Ma l’esodo forzato dei palestinesi inseguiti dai carri armati israeliani verso l’Egitto non può che riportare alla mente quello negli stessi luoghi degli ebrei inseguiti dai carri del Faraone. Forse Israele non riuscirà a distruggere Hamas, ma è già riuscito a distruggere Gaza. (nandocan)
  • COP 28 a Dubai
    ”Il petrolio non è responsabile dei danni all’ambiente”. “Ci vuole più atomo per salvare il pianeta”. Con questi due clamorosi proclami si chiude la COP 28, a Dubaii. Un mastodontico summit che – invece di entrare nel merito dell’abbattimento delle emissioni di CO2 – ha lanciato una sorta di ”negazionismo camuffato”. Quel pensiero che non rigetta il problema (surriscaldamento), di cui anzi si mostra preoccupato; ma ne elude la soluzione agendo sulla negazione delle cause (combustione fossili) e alterazione dei rimedi (nucleare), per evitare cambiamenti radicali (drastica riduzione dell’energia da fonti fossili).
  • A che punto è la notte
    Come sentinelle abitiamo la notte di quest’epoca. Sapendo che la notte non è per sempre e l’alba arriverà. E sapendo, soprattutto, di non sapere quando arriverà.
  • Crosetto o scherzetto?
    Per il Ministro Crosetto, Halloween continua e così si diverte con uno scherzetto alla magistratura. La tecnica è quella solita della destra: scegliere di colpire i giudici a freddo; evocare come reale una presunta attività eversiva delle toghe con la formula‘’mi dicono che’’ senza citare fonti e fatti.
  • BBC mostra i resti di Gaza, li studia e li analizza, ed è racconto dell’orrore
    Quasi 100 mila edifici distrutti o danneggiati in tutta la Striscia di Gaza (la maggior parte nel Nord) dall’inizio dei bombardamenti israeliani. Questa, la tragica e scioccante contabilità, che emerge dal dettagliato report satellitare commissionato dalla BBC. Mentre le condizioni umanitarie fanno temere una seconda strage con devastanti epidemie.
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