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Reader’s – 16 novembre 2022 rassegna web

Oggi questa personalissima rassegna si apre su un tema di stretta attualità con un report di Rachele Gonnelli preso dal sito di “Sbilanciamoci“ . Titolo:

L’ideologia bellica e la sindrome dello struzzo

Tavola rotonda tra pacifisti e esperti di relazioni internazionali attorno al nuovo libro di Francesco Strazzari “Frontiera Ucraina”, per tentare di scardinare il meccanismo propagandistico della guerra e riannodare un pensiero critico sulla geopolitica e il riarmo “necessario”. (qui un estratto per Sbilanciamoci).

Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre all’autore, Franco Ippolito, presidente della Fondazione Basso, Mario Giro, già viceministro degli Esteri nei governi Renzi e Gentiloni e professore di Relazioni internazionali all’Università per stranieri di Perugia, il portavoce di Sbilanciamoci Giulio Marcon, la pacifista e già parlamentare europea Luciana Castellina e la ricercatrice italo-georgiana Nona Mikhelidze del think tank Istituto Affari Internazionali.

Il dibattito ha offerto due ore di documentazione e di confronto di grande interesse, ed è disponibile in video nella sua versione integrale dal sito della fondazione Basso nella sezione pubblicazioni (qui il link).


Migranti, fratelli coltelli e disastro europeo

«Se questi sono governanti». Si indigna Massimo Nava, come si legge su Remocontro, commentando « la distanza siderale fra il livello della polemica Italia-Francia e la comprensione del problema ‘migrazioni’….sia quando i migranti arrivano, sia quando finiscono in quella immensa fossa comune che è diventato il Mediterraneo».

Gerarchia del cinismo e interessi di bottega

La gerarchia del cinismo e dell’incomprensione cambia ovviamente a seconda dei punti di vista politici e dall’interesse di bottega, ma resta una gerarchia di errori e miopia, in cui va inclusa l’Europa nel suo complesso. Si sono trovate immense risorse per la pandemia, ne sono trovate altre, notevoli, per riarmare il Continente e aiutare l’Ucraina, ma non si riesce a costruire e finanziare un sistema di aiuti all’Africa e di strutture di accoglienza nei vari Paesi, anche nel nostro interesse, ossia il controllo e la riduzione dei flussi.

Francia-Italia tra Le Pen e Salvini

Italia e soprattutto la Francia, sembrano dimenticare che la situazione del Nord Africa e il disastro della Libia sono in buona parte la conseguenza delle sconsiderata operazione militare per togliere di mezzo Gheddafi, lasciando un paese allo sbando e in preda alla guerra fra fazioni. Le immagini di Lampedusa, con il penoso balletto delle decisioni su chi poteva o non poteva scendere a terra, rimarranno una macchia sull’immagine dell’Italia.

Ma che dire della Francia, la «patria dei diritti dell’uomo»? A parte le ritorsioni/contorsioni di Macron per tenere a bada il ringhio della Le Pen; a parte i controlli militari a Ventimiglia, rivediamo il filmato di Gb News sulle scene di violenza fra migranti e agenti di polizia francesi vicino a Dunkerque, località storicamente simbolica di un ben più eroico salvataggio di esseri umani.

Triste Francia dalla Libia a Dunkerque

Secondo le informazioni raccolte da Le Figaro presso il Ministero dell’Interno, la polizia di frontiera e la polizia nazionale del commissariato di Dunkerque sono intervenute per respingere un tentativo di attraversamento verso il Regno Unito. «Si è trattato di una normale operazione anti-immigrazione», ha dichiarato la prefettura del Nord, secondo cui tra le decine di agenti di polizia presenti, alcuni hanno effettivamente «affrontato una resistenza violenta» da parte dei migranti.

‘Disastro politico europeo’, denuncia Le Monde

Le squadre dei media britannici hanno osservato colonne di migranti, in direzione delle dune, per raggiungere le imbarcazioni di fortuna sulle spiagge di Gravelines. L’Unione europea non ne aveva bisogno di questo disastro politico, scrive Le Monde. «Già alle prese con una guerra alle porte di casa, una crisi energetica, l’aumento dell’inflazione e le tensioni che questo contesto esacerba tra i suoi membri, il terribile vagabondaggio di tre settimane di una nave umanitaria, la Ocean-Viking, carica, evidenzia la sua incapacità di organizzare la solidarietà al suo interno e di attuare i diritti umani su cui si basa storicamente l’Unione – in questo caso la salvaguardia di 234 vite, tra cui quelle di 57 bambini».

Scenario ‘Ocean Viking’ disastroso

«Anche per l’esecutivo francese, incline a presentare l’Unione Europea come un fattore protettivo, lo scenario Ocean-Viking è disastroso. Se alla fine ha preso la decisione giusta, sembra che sia stato costretto a farlo dal governo italiano. Mentre Emmanuel Macron aveva rifiutato nel 2018 l’attracco dell’Aquarius, un’altra nave umanitaria, per non «far virare il Paese verso gli estremi», il suo dietrofront arriva in un momento in cui il Rassemblement National, con i suoi 89 deputati, ha rafforzato la sua presa sulla vita politica». Le Monde fa notare come centomila rifugiati ucraini vengano accolti a braccia aperte, mentre si chiudono le porte a migranti provenienti da altri continenti.

Disagi e paure reali strumentalizzate

«Le difficoltà di integrazione, il disagio e le paure che l’immigrazione suscita nell’opinione pubblica sono evidenti e devono essere seriamente ascoltate. Tuttavia, mentre l’estrema destra fa dei migranti il capro espiatorio di tutte le disfunzioni della società, dobbiamo ricordare che dietro le statistiche e i giochi politici ci sono uomini, donne e bambini». In altre parole, nella penosa vicenda degli sbarchi, si consuma anche il non detto, perché intollerabile a dirsi, ovvero una narrazione politica e culturale che divide persino i migranti in categorie più o meno accettabili o più o meno da respingere.

Ci sono migranti bianchi e cristiani, migranti neri e musulmani, diplomati o analfabeti e così via….E ci sono guerre e crisi umanitarie da cui si può tentare di fuggire e altre guerre e altre crisi umanitarie su cui la «fortezza europea» vorrebbe chiudere gli occhi.


Bali(stica)

di Massimo Marnetto

Mentre i grandi a Bali si parlano per dimostrare che si parlano, un missile esce dal perimetro del conflitto russo-ucraino e colpisce un villaggio Nato-polacco. Incidente o affronto? Scattano gli accertamenti. Ma un dato è certo: questa non è una guerra in scatola. Può propagarsi con un niente.

Basta un errore balistico. Questo incidente deve portare ad accelerare le trattative. La tensione del conflitto e le privazioni connesse alle sanzioni hanno reso infiammabili le opinioni pubbliche. Il fuoco russo-ucraino va spento presto, perché anche le scintille sono pericolose.


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