Reader’s – 15 luglio 2022 (rassegna web)

Conte – Draghi: 1-1

di Massimo Marnetto

Conte -Draghi: 1 a 1. Il Conticidio è stato vendicato. Il pretesto è stato Draghi che ha umiliato Conte, ignorando i punti ritenuti essenziali per il M5S. Così l’Avvocato non ha votato il Decreto Aiuti per non perdere la faccia (e ulteriore consenso). Ora va capito se ci sarà un Draghi-bis o elezioni. E il PNRR con i suoi miliardi per ammodernare il Paese? Gli aiuti a imprese e famiglie? La lotta all’inflazione che svaluta risparmi e stipendi? Tutto in bilico fino alla soluzione della disputa.

La principale lezione di questo caos è una: se in un Governo metti insieme destra, sinistra e ambidestra (centristi multiuso) non ne esce una somma di forze, ma un ammasso innaturale di schieramenti, che manda in blocco il sistema sulle riforme strutturali. Cioè quelle identitarie, non negoziabili per i partiti, perché fondate su visioni opposte della società. Presidente Mattarella, mi scusi la franchezza, ma i governi di ”unità nazionale” non solo non funzionano, ma alimentano l’astensionismo. Infatti che senso ha distinguere tra destra e sinistra al seggio, se poi il Quirinale mischia tutto?


Lo scontro America-Russia dall’Ucraina al Medio Oriente, coinvolge l’Iran ed è un pasticcio pericoloso

Piero Orteca, analista di Remocontro, scrive che Joe Biden sta giocando una partita strategica rischiosa. E complicata. L’attenzione di Washington è principalmente rivolta al Golfo Persico e allo scontro tutto interno all’Islam, tra sunniti e sciiti. Cioè, tra i sauditi e l’Iran degli ayatollah. Dunque, dove vuole arrivare il Presidente Usa col suo viaggio tra Israele e Arabia? Haaretz, uno dei quotidiani più autorevoli dello Stato ebraico, la definisce “Mission impossible”. Massacrato dall’inflazione, in caduta libera nei sondaggi, ferocemente attaccato anche dalla stampa “liberal” Usa, l’ex vice di Obama cerca, disperatamente, un colpo di coda.

‘Missione impossibile’

Ebbene, nell’ordine, deve: non indispettire Israele, specie adesso che è in crisi politica e che potrebbe riapparire all’orizzonte Netanyahu; “far pace” col saudita bin Salman, di cui gli interessa più il petrolio che l’amore per la democrazia; “convincere” gli iraniani a firmare il Trattato per il controllo del nucleare (a Vienna), offrendo in cambio contropartite, giudicate però “troppo generose” a Gerusalemme e a Riad. Questo gli consentirebbe, anche, di contribuire allo spegnimento del braciere yemenita. Dove impazza, ormai da anni, una selvaggia guerra civile, tra sunniti e sciiti.

Haaretz dà credito a Biden

Certo, si tratta di strategie molto difficili da elaborare congiuntamente, eppure, secondo Haaretz, Biden va preso sul serio per quello che rappresenta. “Potrebbe essere facile – sostiene Aluf Benn, analista di Haaretz – liquidare il viaggio del Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, come la visita non importante di un leader debole e impopolare, le cui possibilità di essere rieletto sono vicine allo zero. Ma anche con l’opinione dei cittadini a un punto tanto basso, l’uomo alla Casa Bianca controlla la politica estera e di difesa della superpotenza più forte del mondo e gode di ampia libertà nella gestione dei legami con gli amici e i nemici dell’America”.

Il Medio Oriente che conta per gli Usa

E alla Casa Bianca, per ora, il Medio Oriente che “conta” non è più la Palestina, ma il Golfo Persico. Con l’Iran diventato una spina nel fianco di Washington. Ma anche un “catalizzatore” geopolitico, perché la sua minacciosa egemonia regionale e le sue aspirazioni nucleari spingono a comporre alleanze “ibride”. Come quella tra Arabia Saudita e Israele.

L’accordo sul nucleare iraniano

Ecco perché il Wall Street Journal parla del viaggio di Biden, ma titola sugli avvertimenti che il Presidente lancia agli ayatollah: “Sbrigatevi a firmare l’accordo sul nucleare, perché non aspetterò in eterno”. Un bluff? Forse. Ma il problema non sono le minacce militari americane, ma piuttosto quello che offre sottobanco la Casa Bianca a Teheran. Come scrive Haaretz, il lato paradossale di questa storia è che parte del “successo” politico della missione di Biden, in Medio Oriente, è nelle mani di Ali Khamenei. Se la Guida suprema iraniana dovesse decidere di firmare il Trattato sul nucleare o accettare di raffreddare i rapporti con la Russia, la Geopolitica del Golfo Persico verrebbe rivoltata. Ma non accadrà.

‘Teheran Times’

Ieri il Teheran Times ha aperto il giornale con un articolo che non ammetteva repliche. Smontate le critiche della nuova Ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, snobbate quelle degli americani, il Presidente Raisi ha ribadito che l’Iran firmerà l’accordo sul nucleare “se e quando lo riterrà opportuno”. Nel frattempo, la prossima settimana, a sorpresa, in Iran sbarcherà Vladimir Putin. Tanto per far capire come funziona la catena degli schieramenti, da quelle parti. Sarà una buona occasione per parlare della sponda che gli ayatollah stanno offrendo ai russi, per aggirare le sanzioni. Sul tavolo anche la possibile fornitura di droni, di fabbricazione iraniana, alle truppe di Mosca.


Oggi Biden sarà a cena, in Arabia Saudita, con re Salman e col Principe Mohammed (quello che lui chiamava il “paria”). Si parlerà, di sicuro, di Iran, armi, petrolio e dollari. Di diritti umani no. Quelli, la sera, vengono pesanti da digerire.



E’ USCITO IL NUOVO NUMERO DI TESTIMONIANZE

”TERZO MILLENNIO IL PENSIERO ANTICIPATORE DI

ERNESTO BALDUCCI”

Un volume monografico speciale dedicato interamente alla figura di Ernesto Balducci, di cui quest’anno ricorrono il centenario della nascita e il trentennale della scomparsa.

Due le sezioni del volume: una di riflessione sulla figura e sul pensiero anticipatore del fondatore di «Testimonianze», con contributi di studiosi e «compagni di viaggio»; una sezione antologica (certamente parziale, per ragioni di spazio) di brani di articoli (tutti presenti, oggi, sul sito www.testimonianzeonline.com) che Balducci scrisse sulla rivista, dal 1958, anno di inizio delle pubblicazioni, fino al 1992, anno della sua improvvisa scomparsa (in seguito ad un drammatico incidente stradale).

I temi delle due sezioni, che si intrecciano e si richiamano fra loro, in un continuo rimando fra memoria e attualità, sono quelli cui Balducci aveva dedicato, negli anni, il suo studio e la sua elaborazione culturale: l’auspicio del rinnovamento della Chiesa, nella fase preconciliare, l’attenzione al cammino della comunità di fede negli anni del Vaticano II, la successiva denuncia del «Concilio tradito» o non attuato, il nuovo rapporto fra fede, laicità e scelta politica, la «svolta antropologica» (degli anni Ottanta), l’Uomo planetario, la «Transizione», il rapporto con l’Altro.

Su tutto si staglia, naturalmente, la riflessione sulle centrali questioni della pace, del disarmo, del rapporto Nord-Sud, dei diritti umani, alle quali, con la rivista «Testimonianze» erano stati dedicati i convegni Se vuoi la pace prepara la pace. Ed è proprio riprendendone lo spirito che, su tali tematiche di bruciante attualità, la rivista ha promosso e realizzato, di recente, (nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita di Balducci), con il Consiglio Regionale della Toscana (e in collaborazione con il Comune di Firenze, la Fondazione «Ernesto Balducci» e la Fondazione Finanza Etica) il Convegno Se vuoi la pace prepara la pace 2022 (dei cui lavori può essere presa visione nelle registrazioni postate sul Canale YouTube Rivista Testimonianze).



  • Mai tanti morti tra i civili, donne e bambini, come a Gaza
    …e nel Tg1 delle 13 le aperture su Gaza, con poco rispetto dell’attualità, riguardavano ancora oggi le malefatte e le minacce di Hamas e soltanto dopo cronaca e immagini di stragi e macerie procurate dall’invasione israeliana. Ma l’esodo forzato dei palestinesi inseguiti dai carri armati israeliani verso l’Egitto non può che riportare alla mente quello negli stessi luoghi degli ebrei inseguiti dai carri del Faraone. Forse Israele non riuscirà a distruggere Hamas, ma è già riuscito a distruggere Gaza. (nandocan)
  • COP 28 a Dubai
    ”Il petrolio non è responsabile dei danni all’ambiente”. “Ci vuole più atomo per salvare il pianeta”. Con questi due clamorosi proclami si chiude la COP 28, a Dubaii. Un mastodontico summit che – invece di entrare nel merito dell’abbattimento delle emissioni di CO2 – ha lanciato una sorta di ”negazionismo camuffato”. Quel pensiero che non rigetta il problema (surriscaldamento), di cui anzi si mostra preoccupato; ma ne elude la soluzione agendo sulla negazione delle cause (combustione fossili) e alterazione dei rimedi (nucleare), per evitare cambiamenti radicali (drastica riduzione dell’energia da fonti fossili).
  • A che punto è la notte
    Come sentinelle abitiamo la notte di quest’epoca. Sapendo che la notte non è per sempre e l’alba arriverà. E sapendo, soprattutto, di non sapere quando arriverà.
  • Crosetto o scherzetto?
    Per il Ministro Crosetto, Halloween continua e così si diverte con uno scherzetto alla magistratura. La tecnica è quella solita della destra: scegliere di colpire i giudici a freddo; evocare come reale una presunta attività eversiva delle toghe con la formula‘’mi dicono che’’ senza citare fonti e fatti.
  • BBC mostra i resti di Gaza, li studia e li analizza, ed è racconto dell’orrore
    Quasi 100 mila edifici distrutti o danneggiati in tutta la Striscia di Gaza (la maggior parte nel Nord) dall’inizio dei bombardamenti israeliani. Questa, la tragica e scioccante contabilità, che emerge dal dettagliato report satellitare commissionato dalla BBC. Mentre le condizioni umanitarie fanno temere una seconda strage con devastanti epidemie.
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