Tartina
di Massimo Marnetto
E’ possibile ingannare i poveri, dando loro la sensazione di volerli aiutare, ma ci vuole arte nel raggiro. Per esempio, come fa il Governo con la riforma fiscale allo studio. Strombazzare che si riducono le aliquote suona bene, perché sembra che si vogliano abbassare le tasse per tutti. E invece è il contrario, perché meno aliquote significa meno progressività. Ovvero allontanarsi dal principio previsto nella Costituzione per far pagare più tasse ai ricchi e meno ai poveri.
Insomma, la fregatura è per i ceti bassi. Gli stessi che hanno votato in massa la Meloni, perché è verace, tosta, una di noi che non guarda in faccia nessuno. Che però, davanti ai ricchi, torna in soggezione e non resiste all’ effetto tartina: la voglia di piacere alla gente che piace.
In seguito al rientro, annunciato da Roberto Speranza, di Articolo Uno nel PD, il numero due Arturo Scotto è entrato a far parte della Direzione nazionale. Ecco il suo intervento all’Assemblea nazionale:

Alcuni vecchi compagni della Sinistra giovanile che abbiamo incontrato stamattina io e Roberto ci hanno chiesto: ma in questi anni voi di Articolo Uno dove siete stati?
In questi anni non siamo andati a letto presto. Abbiamo attraversato territori non facili, spesso in solitudine, controvento, ma non abbiamo mai coltivato la cultura dell’isolamento, non abbiamo mai scelto l’equidistanza.
Oggi per noi si compie un passo importante: il primo lo avevamo fatto nell’assemblea del 21 gennaio, aderendo al manifesto dei valori per un nuovo Pd. Non abbiamo deciso di confluirvi, abbiamo scelto di stare qui con questa comunità a fare una battaglia politica. E’ stato un ricongiungimento familiare, perché la sinistra non può essere un rifugio. La sinistra è vita se stai insieme agli altri, se non si accontenta.
Dobbiamo continuare quel processo costituente che abbiamo iniziato perché quello che c’è oggi ancora non basta. E’ necessario rivendicare quello che siamo stati, quello che abbiamo provato a mettere in campo in questi anni. Nella pandemia non tutti sono stati uguali: noi abbiamo messo davanti un patrimonio di rigore e senso delle istituzioni.
Oggi la destra prova a mettere davanti una commissione d’inchiesta, dopo aver sdoganato il peggio di una cultura negazionista. Caro Roberto Speranza , non sei solo, li chiameremo a rendere conto. Mentre loro scappavano e difendevano il diritto al profitto, noi difendevamo il diritto alla salute.
Sbarchi in Italia ed Euro corruzione, trama di Mosca

da Remocontro
Non è una battuta e forse neppure una cosa molto seria, ma l’accusa che va ad aumentare il bagaglio già straripante di nefandezze attribuite a Mosca arriva da titolati vertici politici italiani ed europei. Il ministro italiano Crosetto: «Dietro il boom di sbarchi c’è la Wagner». Mentre il premier polacco Morawiecki, accusa la stessa Russia degli ormai numerosi casi di corruzione tra gli euro deputati. La premier italiana lascia intendere che la vittoria su Putin dipende anche dal sostegno alla destra italiana, mentre la destra polacca è ormai sull’orlo della dichiarazione di guerra a Mosca.

Scafisti russi e migranti Wagner
L’impennata degli sbarchi si deve in buona parte alle trame della ‘divisione Wagner’, cioè a Putin: parola del ministro della Difesa Crosetto che però parla per tutti, conferma palazzo Chigi. Ed ecco che Guerra in Ucraina e la difesa dei confini marittimi, diventano una cosa sola. Meglio se riesci ad inventarti anche un nemico in comune. Il rilancio governativo italiano sul fronte migranti su cui ha molto da farsi perdonare a Bruxelles, cerca difficile sponda Nato. «I confini dell’Italia sono un fronte nel conflitto intorno a cui in questo momento ruota tutto», pare che abbiano ipotizzato anche i servizi segreti. Sospetti comunque segretissimi e noi costretti a fidarci della parola di Crosetto.
Ma nuova ‘Guerra ibrida’
Il ‘fragoroso’ allarme arriva al termine di un vertice convocato dalla premier in mattinata a palazzo Chigi legato alla moltiplicazione degli sbarchi, che hanno superato i 20mila arrivi, oltre il triplo di un anno fa. Una ondata, che prevedibilmente monterà sempre più con la primavera e l’estate. Poi la rivelazione bomba. Crosetto non sospetta ma assicura: «Mi sembra che si possa ormai affermare che l’aumento del fenomeno migratorio dalle coste africane sia parte di una guerra ibrida che Wagner sta attuando, approfittando del suo peso in alcuni Paesi africani».
Forza Italia frena, Salvini tace
Tajani, da Gerusalemme, è più cauto: «Molti migranti arrivano da aree controllate da Wagner. Non vorrei che ci fosse un tentativo di spingerli verso l’Italia». «Tajani ‘non vorrebbe’ ma certo denunciare l’intreccio tra i problemi italiani sull’immigrazione e quelli nello scontro con Putin al governo di Roma fa parecchio comodo», annota Andrea Colombo sul Manifesto. E il ministro delle Difesa sottolinea come il fronte sudeuropeo stoa diventando sempre più pericoloso, e di fatto minaccia: «L’Alleanza si consolida se si condividono i problemi ma rischia di incrinarsi se i Paesi più esposti alle ritorsioni vengono lasciati soli».
E la vittoria su Putin ora sembra dipendere dal sostegno alle politiche italiane contro l’immigrazione.
Vaffa Wagner e crisi libica
La risposta del capo della divisione Wagner Prigozhin è immediata e molto ruvida: «Crosetto dovrebbe occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non riesce a risolvere. Noi non ci occupiamo della crisi migratoria: abbiamo già i problemi nostri». Dichiarazioni con insulto, ma sospettare -Wagner o meno- è lecito, anzi, dovuto. Possibile che le pressioni russe sulla Cirenaica di Haftar facilitino le partenze, «ma gli esperti sostengono che si è aperta da quei porti una nuova rotta, che non sostituisce quella abituale dalla Tripolitania ma la raddoppia, senza alcuna prova di interventi russi».
Partita politica interna al governo di casa. Sul fronte vigilanza e soccorso in mare torna l’intervento della Marina, cioè del ministero di Crosetto, nella sorveglianza marittima, coinvolte a fianco della Finanza e della Guardia costiera che fa capo a Salvini.
Ma il sospetto dalla Polonia batte tutti
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, denuncia che i servizi segreti polacchi avrebbero in mano documenti con le prove secondo cui alcuni eurodeputati sarebbero stati corrotti da Mosca e convinti a influenzare i lavori del Parlamento. «Chiare prove dell’esistenza di una storia di corruzione internazionale e che ben presto il ministro dell’Interno renderà di dominio pubblico il contenuto dei documenti relativi all’accusa». Il problema è che lo stesso Morawiecki non è tra i personaggi più credibili a livello europeo, abituato a spararne grosse e spesso.
Polonia vergine e severa
Lo stesso premier si è premurato di chiarire che degli eurodeputati coinvolti in questa faccenda nessuno è di nazionalità polacca. Ora la Polonia denuncia l’intrigo e avvisa circa i pericoli che starebbe correndo la sofferente ‘famiglia europea’.
- Sulla valutazione dei magistratiSi vuole introdurre la valutazione della Magistratura? Bene, allora li si faccia anche per gli altri poteri dello Stato. Per il Parlamento vedrei bene l’adozione del ‘’criterio di laboriosità’’: un quinto degli onorevoli e senatori più assenteisti nel biennio vengono sostituiti con elezioni suppletive programmate.
- ‘Peggio del presente, a Gaza, c’è solo il futuro’: Eric SalernoAltri ostaggi sono tornati a casa, tutti sembra, in relativamente buone condizioni di salute anche se traumatizzati dal rapimento e dalla prigionia nelle mani degli uomini di Hamas. In Israele manifestazioni di giusta felicità miste a paura per quello che è accaduto il 7 ottobre e per quello che potrebbe ancora succedere. Centinaia di video passano di mano in mano. In Israele e fuori.
- La differenzaÈ infatti enorme la differenza tra la guerra e la pace. E la tragedia è proprio questa, che la guerra si concede una pausa per riprendere ancora più incondizionata di prima. E ciò perché questa non è neanche degna di essere chiamata guerra, perché le guerre si fanno per ottenere qualcosa, che è la posta in gioco della guerra. Invece questa è una guerra che ha per fine la negazione reciproca dell’esistenza dell’altro. E attraverso un rovesciamento di ciò, nella costruzione di una umana convivenza tra i membri del popolo palestinese e i cittadini ebrei dello Stato di Israele, che può istituirsi, non una tregua, ma la pace
- ScendereMi tocca difendere il Ministro Lollobrigida, perché la sua richiesta di fermata del treno in ritardo, per proseguire in auto, era motivata da un interesse pubblico istituzionale, prevalente su quello privato degli altri passeggeri. Ovvero la sua presenza come Ministro – cioè a nome dello Stato – a Caivano, per inaugurare un parco ad alto valore simbolico, come riscatto di un territorio abbandonato al degrado e alla criminalità. (Marnetto)
- La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con IsraeleLa feroce rappresaglia di Israele nella striscia di Gaza, accompagnata da un’ aggressiva reazione dei coloni nella Giordania occupata, rischia ora di compromettere, a vantaggio di Hamas, anche il fragile compromesso con i paesi arabi moderati, avviato col “patto di Abramo” e la compiaciuta assistenza degli Stati uniti. La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con Israele.I Paesi arabi moderati, gli alleati di sempre, il lato debole della geopolitica americana prigioniera di Netanyahu in Medio Oriente. Prima tra tutti la Giordania. Re Abdullah II di fronte alla devastante reazione israeliana ai massacri di Hamas, sta per rivedere la trentennale ‘pacificazione’ con Tel Aviv, ma anche le relazioni privilegiate con Washington