Reader’s – 14 luglio 2022 (rassegna web)

Il presidente americano Biden in viaggio per Israele e Arabia saudita “in cerca di un po’ di buona sorte”, ma il New York Times – informa Piero Orteca su Remocontro – “gli dice di andare in pensione. Sparuta cronaca da Gerusalemme per fusi orari, con cerimonie pubbliche scontate e questioni vere affrontate nella segrete stanze.

Biden in Medio Oriente in un viaggio ad alto rischio

titola, significativamente, il Wall Street Journal. E il New York Times, in un certo senso, gli fa eco aprendo con: “In un viaggio di quattro giorni in Israele e in Arabia Saudita, il Presidente ha molto meno influenza di quanto vorrebbe per dare forma agli eventi. Sullo sfondo ci sarà anche la politica della guerra in Ucraina”.

Ma solo sullo sfondo. Perché le “urgenze”, per la Casa Bianca, come andiamo ripetendo da settimane, sono altre. E infatti, il NYT titola, corto e netto: “Biden visita il Medio Oriente per discutere di petrolio, Iran e legami più forti”. Ma siccome, checché ne dicano i leader politici occidentali, siamo già in guerra (diplomatica ed economica, per ora) con la Russia, ecco che arriva, improvvisa, la risposta di Putin.

Putin presto a Teheran

Il capo del Cremlino visiterà, a sorpresa, l’Iran la prossima settimana, come annuncia l’edizione di ieri del Teheran Times. Dopo l’incontro con Raisi a Mosca, gli ayatollah si sono legati ai russi e fanno loro da “sponda” per aggirare le sanzioni. E molto altro. Controllano Hezbollah in Libano (al confine con il Golan) e le milizie sciite che operano in Siria, al fianco di Assad. Inoltre, stanno tirando dritto sulla questione del nucleare, ponendo nuove condizioni, per firmare l’accordo di Vienna. Così, dopo averli blanditi per convincerli ad aumentare l’export di greggio (e a non aiutare la Russia) Biden li ha mollati.

Ieri, quindi, il Presidente Usa è arrivato in Israele più confuso che persuaso. Anche perché, appoggiandosi su Gerusalemme, deve “ricucire” i rapporti con Mohammed bin Salman, l’uomo forte dell’Arabia Saudita, che in uno dei suoi (soliti) accessi d’ira aveva insultato (e minacciato) di mala maniera. “Farò di lui un paria”, aveva tuonato imprudentemente.

Dispotismo misurato a barili di petrolio

Il regime di Riad è l’ago della bilancia del Golfo Persico ed è, soprattutto, il cane da guardia delle tentazioni espansionistiche dell’Iran sciita. Ma gli Stati Uniti hanno assoluto bisogno di “baciare l’anello” di bin Salman (l’espressione è di Aaron David Miller, politologo Usa), soprattutto perché i mercati dell’energia, ormai, stanno devastando l’economia planetaria. Se l’Opec non aumenta la produzione di petrolio, in misura ben più massiccia di quanto abbia finora marginalmente deciso, allora l’economia globale andrà rapidamente in crisi. E l’inflazione devasterà grandi e piccoli, dallo Sri Lanka in su, per capirci.

Crisi Usa bomba sul mondo

Quando Biden è partito dagli Usa, l’inflazione americana era all’8,6%. Quando è atterrato in Israele, gli hanno comunicato, scioccandolo, era già al 9,1 per cento. Il suo messaggio (“è colpa di Putin”) evidentemente non è passato. Anche perché l’inflazione stava già crescendo robustamente già prima dell’invasione russa. La “compartecipazione” del Cremlino c’è senz’altro, ma Casa Bianca e Federal reserve hanno reagito scompostamente e troppo tardi. Ora, Biden ha capito che il gioco di “sanzioni” e “controsanzioni” gli si sta ritorcendo contro.

Sanzioni ed elezioni a perdere

Gli alleati del Presidente – scrive il WSJ – temono che questo viaggio possa concludersi senza progressi sostanziali su questioni energetiche o di diritti umani, facendolo tornare, in gran parte, a mani vuote negli Stati Uniti, dove sta lottando con bassi indici di approvazione e prezzi alti in vista delle elezioni di Medio termine. E in ogni discorso di foreign policy Usa, rispunta, magicamente, la parola “Mid term”, le elezioni di novembre per il Congresso. Che, sondaggi alla mano, i Democratici si preparano a straperdere. Si cerca, dunque, il colpo di coda. Il problema, però, è che gli scenari geopolitici cambiano quotidianamente. Per non parlare di quelli economici e finanziari.

Incubo Netanyahu -Trump non solo Usa

Esempio: in Israele Biden incontrerà un governo dimissionario, quello di Lapid, perché si andrà presto a nuove elezioni. Con “Bibi” Netanyahu in agguato e (pare) pronto a riprendere in mano lo scettro. Al di là dei sorrisi, non c’è mai stato gran feeling politico tra Biden e “Bibi”. Ergo, il Presidente americano dovrà stare attento a quello che dice, per non doversi poi rimangiare eventuali impegni, se al potere dovesse tornare il Likud. E poi, con l’aria che tira, bin Salman, in Arabia Saudita, scommetterà sull’America in affanno di un Presidente dai quale già, nel suo stesso Partito Democratico, molti cominciano a prendere le distanze?

Il New York Times firma l’addio

La maggior parte dei democratici non vuole che Biden si presenti alle elezioni del 2024… con il Paese attanagliato da un pervasivo senso di pessimismo, il Presidente è in emorragia di consensi…solo un misero 33 per cento ha approvato il suo lavoro”. Insomma, prima se ne va e meglio è. Per tutti. Ma soprattutto per il Partito Democratico. E sapete chi ha scritto questa “lapide” politically uncorrect sul povero Biden? 

Il New York Times, il giornale più “liberal” di tutti, che fa e disfa i Presidenti americani. Ma che quando fiuta il vento, li getta ai pescecani, dopo avergli fatto fare un giro di chiglia.


Borsellino, il delitto perfetto

(Parole dure queste di Enrico Deaglio a commento di una sentenza che come tale va rispettata anche se sperabilmente non definitiva. Così come va non solo compresa ma condivisa l’amara reazione di quanti come lui assistiamo impotenti a quello che rischia di aggiungersi alla catena vergognosa dei grandi “misteri” che macchiano la storia della repubblica. nandocan)

di Enrico Deaglio

Ieri il tribunale di Caltanissetta ha piantato l’ultimo chiodo nella bara del giudice Paolo Borsellino, ucciso, insieme al suo amico Giovanni Falcone, trent’anni fa. Le loro facce le potete vedere in molti luoghi della nostra Italia: piazze, strade, scuole e additittura sulla moneta di due euro messa recentemente in circolazione, dove i due, con aria complice, si guardano sorridenti e sembrano consci di quello che gli sarebbe successo.

Non era un gran processo, peraltro. Erano accusati tre poliziotti, all’epoca giovani, della squadra speciale del capo della mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, cui il governo di Roma diede pieni poteri per le indagini sulle stragi del 1992. Quelle indagini furono da subito inquinate e depistate, per assicurare all’opinione pubblica un colpevole e per proteggere i veri colpevoli, in uno dei più grandi scandali della repubblica italiana.

Quindici anni dopo i fatti, venne alla luce l’impostura commessa, ma nessuno pagò mai per quello che aveva fatto. Trent’anni dopo, al termine di un faticoso processo durato quattro anni, questi quattro poliziotti, davvero le ultime ruote del carro, sono stati prescritti dall’accusa di aver volontariamente depistato il delitto del secolo.

Prescritti., come una medicina. Quel processo – dimenticato, solitario, era però l’ultima speranza di poter tenere aperto un uscio di verità su quanto era successo. A Borsellino, e a noi tutti.
Credo di essere l’unico giornalista che si è occupato del caso, scrivendone da vent’anni sui giornali e addirittura con due libri: in completa solitudine.

Ho sperimentato quanto lo scandalo del delitto Borsellino fosse protetto, dai magistrati per primi, dal potere politico poi e quanto sia lentamente scivolato nel tempo, fino a non interessare più nessuno, e tantomeno l’opinione pubblica.
Peccato, avremmo potuto essere un paese civile e coraggioso.
E invece, le morti di Borsellino, e quella di Falcone, ci insegnano alcune amare verità. Il delitto perfetto esiste; occultare la verità è possibile; gli assassini sono tra noi. ( da Facebook)


Vaffancuneo

di Massimo Marnetto

A che serve il ”cuneo fiscale”? Sappiamo che è la differenza tra quanto un’impresa paga al lavoratore e quanto questo riceve al netto. Ma non si dice con chiarezza che questi soldi servono a pagare servizi pubblici. Se si taglia il ”cuneo”, si tagliano i servizi pubblici, non il profitto degli industriali, né i megastipendi dei loro manager. Quelli superiori di centinaia di volte alle prime linee, come ha evidenziato il recente ”Dataroom” della Gabanelli.

Insomma è come voler innalzare un palazzo, togliendo mattoni dalle fondamenta. Sembra un’idea geniale – tant’è che sindacati e industriali sono d’accordo – ma in realtà è un danno agli indifesi. Quelli che – per esempio – non possono permettersi l’analisi urgente in clinica e aspettano mesi negli ospedali pubblici, perché non ci sono i soldi per più medici e più macchinari sul territorio.

Meglio sarebbe tagliare l’evasione fiscale e tassare i grandi patrimoni lasciando in pace il cuneo; ma i ricchi finanziano le campagne elettorali dei partiti e i politici contraccambiano evitando sgarbi ai grandi evasori e la volgarità di una patrimoniale. E gli ultimi? Che andassero affancuneo.


Esiste il rapporto sessuale?

di Giovanni Lamagna

Quando il desiderio si coniuga con l’amore l’uno tende a rafforzare l’altro. Non c’è più un desiderio ostacolato nevroticamente dall’amore o un amore che rifiuta nevroticamente il desiderio, ma è il desiderio come espressione dell’amore e l’amore come espressione del desiderio. Questa è la sola vera congiunzione possibile – quella tra il desiderio e il godimento – tra il corpo e il nome. Non quella – impossibile – del godimento dei corpi, che resta invece incondivisibile.

La sola supplenza possibile all’inesistenza del rapporto sessuale, secondo Lacan, è, infatti, quella dell’amore.”, ci dice Massimo Recalcati (“Esiste il rapporto sessuale?”; Raffaello Cortina Editore; 2021; pag. 157-158). Il mio pensiero in proposito è che – non ci sono dubbi – “quando il desiderio si coniuga con l’amore l’uno tende a rafforzare l’altro”, perché viene a integrarsi, armonizzarsi, la corrente sensuale con quella della tenerezza, le due correnti di cui parlava Freud, per il quale, nella maggior parte dei casi, esse scorrono separate, tanto è vero che il grande viennese parlava di “impotenza psichica” per definire “il comportamento amoroso dell’uomo del nostro mondo civile” (“Psicologia della vita amorosa”; 1912).

Ma questo vuol dire allora (almeno a mio avviso) che il rapporto sessuale è possibile; e, quindi, esiste. Non si realizzerà sempre, ogni volta che c’è un congiungimento dei corpi; non si realizzerà forse (arrivo a concedere questo) manco nella maggior parte dei casi; per cui condivido sostanzialmente anche il giudizio severo che dà Freud sulla condizione di “impotenza psichica”, che caratterizzerebbe la maggior parte degli uomini “del nostro mondo civile”. Ma è comunque (almeno in linea teorica, almeno in alcuni casi, per quanto pochi) possibile.

Come si può, infatti, sostenere che, quando il desiderio e il godimento, il corpo e il nome (cioè l’anima, la soggettività della persona) si congiungono con quelli dell’altro/a, manco allora esiste il rapporto sessuale? Certo, il godimento dell’uno/a resta il godimento dell’uno/a e non è il godimento dell’altro/a; i due godimenti restano distinti, separati, non si fondono. Ma questo avviene, possiamo allora dire, per tutte le dimensioni del rapporto, non solo per quella sessuale. Avviene anche per la stessa dimensione psichica dell’amore. Per quanto, infatti, il desiderio dell’uno/a possa congiungersi con il desiderio dell’altro/a, restano comunque due desideri diversi, distinti e separati.

Io sostengo, invece, che tutti i rapporti sono, in quanto fatti umani, realtà limitate, precarie, contingenti, incomplete, instabili, imperfette, non totalizzanti, non assolute. Non per questo dobbiamo però desumerne che essi siano impossibili o addirittura inesistenti; che sia il rapporto d’amore o il puro e semplice rapporto sessuale.

Per quanto due persone si amino (e amino, come dice Lacan, tutto dell’altro/a; cosa a cui peraltro io non credo, in quanto esiste sempre una componente di “odio” o, quantomeno, di rifiuto, repulsione, in ogni amore, come ci ha insegnato Freud), esse restano comunque due persone distinte e separate, non si fondono di certo. Allora, a voler estremizzare, bisognerebbe dire che nessun rapporto esiste, che nessun rapporto è possibile, non solo quello sessuale.


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