Reader’s – 14 aprile 2022

“Quella che prima dell’invasione dell’Ucraina era un’emergenza ambientale, ora è stata rimossa” scrive oggi Marnetto, “Si torna al carbone, al nucleare, al gas (liquido): e la transizione ecologica? Può attendere. Ora c’è la guerra e il tema della sorte del pianeta viene accantonato, nonostante le proiezioni climatiche siano orientate ai drammatici 2 gradi di incremento del riscaldamento globale, che porterebbe al declino irreversibile del pianeta…. La desertificazione di Mariupol bombardata ci impressiona più dell’estensione del Sahara. Gli orrori della guerra nascondono gli errori del consumo dei fossili. Così, ci siamo tutti rinchiusi nel bunker mentale dell’oggi. E mentre aspettiamo la pace, anche Greta tace”. Poi l’instancabile Massimo prende carta e penna e propone agli ambasciatori di Svezia e Norvegia di “porre l’ipotesi di rinunciare alla Vostra richiesta di adesione all’Alleanza Atlantica, a condizione che si apra una trattativa di pace tra Russia e Ucraina, con immediata cessazione delle ostilità.”

Resta il fatto che, NATO o non NATO, diventa ogni giorno più difficile stabilire quanto i governi europei , il nostro compreso, siano anche militarmente coinvolti nella guerra. Lo si capisce anche da quanto si legge oggi su Remocontro dei

Droni spia della Nato anche sull’Ucraina ora operativi da Sigonella.

A Sigonella diventa pienamente operativo l’Alliance Ground Surveillance, l’AGS, il sistema di sorveglianza terrestre dell’Alleanza Atlantica forte di cinque grandi droni spia. A svelarlo è il colosso aerospaziale statunitense Northrop Grumman, ideatore e principale costruttore dell’AGS.
Rivelazione di un certo imbarazzo per l’Italia, di fatto coinvolta indirettamente nel conflitto. Nella base militare siciliana sarebbero operativi cinque ‘Global Hawk’ della Nato oltre ai quattro già presenti nella stazione aeronavale della Us Navy lì accanto, e oltre ai predator italiani e statunitensi, armi d’attacco.

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