Reader’s – 1 febbraio 2023. Rassegna web

A chi rispondono i consiglieri di amministrazione della RAI per il loro mandato? Domanda retorica rivolta ieri dal segretario dell’Usigrai Daniele Macheda. Perché a chi rispondono lo sanno ormai quasi tutti, figuriamoci quelli come me, che all’Usigrai ho dedicato un bel po’ di anni. Li chiamiamo “editori di riferimento”, da quando Bruno Vespa usò questo termine per indicare il proprio riferimento alla vecchia DC. E sono sempre stati i partiti politici, preferibilmente quelli di maggioranza. Formalmente attraverso l’istituzione parlamentare, fino a quando qualche anno fa una riforma del governo Renzi ha provveduto, con la nomina diretta dell’amministratore delegato da parte del Governo, a privilegiare quest’ultimo. Dunque lo sanno tutti, ma fa bene il segretario Usigrai a rammentarlo anche pubblicamente. Fino a quando un sussulto di civiltá non indurrá finalmente il nostro Parlamento, dove dormono da tempo diverse proposte di legge in materia, a fare in modo che il “servizio pubblico” sia esclusivamente al servizio dei cittadini. (nandocan)

Il voto sul budget 2023 ha messo la Rai in una sorta di amministrazione controllata

Un comunicato ANSA di Daniele Macheda

Perché due consiglieri di amministrazione non si presentano al voto su capitoli che riguardano il funzionamento dell’azienda che sono chiamati ad amministrare? A chi rispondono per il loro mandato? La scelta di non presentarsi al voto per il budget 2023 della Rai da parte di due consiglieri di amministrazione ha determinato una maggioranza virtuale del Cda che ha messo la Rai e i suoi vertici in una sorta di amministrazione controllata.

Non a caso i giornali parlano di avviso di sfratto e di Ad in bilico per descrivere la situazione dell’amministrazione dell’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, dopo il Cda di lunedì a viale Mazzini. E non mancano anche le facili previsioni su riequilibri – tutti politici – a cui sarebbero pronti i vertici per rimanere in sella, con un nuovo giro di valzer dei direttori per assecondare le richieste di governo e partiti.

Che poi il problema è proprio questo, che la Rai servizio pubblico, in forza della pessima legge sulla nomina dei vertici si è di fatto trasformata in TV di stato; che è cosa assai diversa. A chi in passato dagli scranni dell’aula della Commissione di vigilanza reclamava al Parlamento il ruolo di editore della Rai, segnaliamo che a decidere sull’azienda di servizio pubblico si è sostituito da tempo il governo.

Oggi sui giornali si attribuisce alla presidente del Consiglio la scelta del prossimo direttore del Tg1; e come è facile immaginare l’Usigrai si chiede, nel caso, quale sia la necessità di prendere un esterno. Meno di un anno fa, sempre sui giornali e non smentito, fu il leader dei 5 stelle a dire che un suo parlamentare fu chiamato a palazzo Chigi, dal precedente governo, per prendere la lista dei direttori dei Tg che da lì a poco sarebbero stati nominati».

La diagnosi dei mali che affliggono la Rai è dunque nota ma in Parlamento restano nei cassetti i progetti di legge di riforma sui criteri di nomina della governance dell’azienda. E intanto i consiglieri di amministrazione della Rai, invece di rispondere al loro mandato, rispondono a chi li ha nominati mentre l’azienda avrebbe bisogno di decisioni su capitoli importanti come il piano industriale e il contratto di servizio, ad oggi rinviati. (Ansa)


La visita a Cospito

di Massimo Marnetto

Ecco il ragionamento di Donzelli: visto che alcuni parlamentari del PD hanno visitato Cospito, e che l’anarchico in carcere parla coi mafiosi, ergo Donzelli chiede ai colleghi ‘’visitatori’’ di scegliere finalmente se stare con la mafia o con lo Stato. Roba pronunciata non al Bar Tucano dopo il quinto bicchiere, ma in piena sessione parlamentare impegnata a discutere sul regime carcerario del 41 bis.

Ora, che Donzelli non fosse proprio una cima era chiaro a molti, il classico tipo tutta parlantina e modesti contenuti; ma nessuno pensava che potesse inguaiarsi in una catilinaria così scombiccherata. E pensare che la Meloni – impressionata da come crivella di parole gli avversari – gli aveva affidato il coordinamento del partito. Mai fidarsi – né a destra, né a sinistra – di toscani spacconi e logorroici, perché poi si paga il conto.

“Se la lotta politica si trasferisce a viale Mazzini; ma la Rai non è il Parlamento” . I dubbi del segretario dei giornalisti RAI, Macheda, dopo che due componenti del Cda non si sono presentati alla riunione «su capitoli che riguardano il funzionamento dell’azienda che sono chiamati ad amministrare. A chi rispondono per il loro mandato», chiede in un comunicato dell’ANSA.


Nato in Estremo Oriente a cercare alleati e armi per arsenali vuoti

Il viaggio di Stoltenberg, segretario Nato sempre uscente ma sempre lì, ora in Corea e Giappone. Trovati i nemici, Russia in guerra aperta e Cina come ‘sfida sistemica’ da adesso al futuro, tutto a lettura americana, ora gli alleati fidati servono sempre più armati, e le vecchie armi da riciclare subito per gli arsenali occidentali svuotati dall’idrovora bellica Ucraina

La Nato planetaria americana

La visita, attualmente in corso, del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in Corea del Sud e Giappone, lascia intravedere molto bene la strategia dell’Alleanza. Nata in piena Guerra Fredda per contrastare l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia, negli ultimi anni la Nato ha via via allargato il suo raggio d’azione su ispirazione americana.
Ne è prova l’intervento, per fortuna non ancora diretto, in Ucraina dopo l’invasione putiniana. Ma è un dato di fatto che i vertici dell’Alleanza e gli Stati Uniti erano interessati all’Ucraina ben prima della suddetta invasione, fornendo a Kiev un supporto militare e di addestramento che si è poi rivelato prezioso per combattere le truppe di Mosca.

Nato moribonda risorta contro Russia e Cina

Se si rammenta che pochi anni orsono alcuni leader occidentali – con Macron in testa – consideravano la Nato più o memo defunta, il cambiamento è sorprendente e, soprattutto, gravido di conseguenze.
E’ chiaro che Stoltenberg e i vertici di Washington vedono nell’Alleanza Atlantica un ottimo strumento da utilizzare contro le due grandi autocrazie dei nostri giorni, Federazione Russa da un lato e Repubblica Popolare Cinese dall’altro. L’impegno contro i russi è già evidente non solo in Ucraina, ma anche nell’intera Europa Orientale e in Asia Centrale, dove le Repubbliche ex sovietiche si stanno sempre più distaccando da Mosca.

Da Mosca a Pechino e Nato anti cinese

Tuttavia chi guida la Nato prende molto sul serio l’alleanza strategica (in realtà un po’ vacillante) tra Mosca e Pechino, e ha deciso di conseguenza di avere un ruolo più incisivo anche nella deterrenza anti-cinese. In quest’ottica si spiega la visita di Stoltenberg nella Corea del Sud, preoccupata dall’attivismo “missilistico” del giovane dittatore nordcoreano Kim Jong-un.
Seul ha finora appoggiato l’Ucraina in modo convinto ma “morbido”. Stoltenberg vorrebbe che fornisse a Kiev armi avanzate, come ha del resto già fatto con la Polonia. Basandosi sull’appoggio di Pyongyang alla Russia con la fornitura di missili e munizioni, il segretario Nato ha invitato Seul a svolgere un ruolo analogo nell’armare Kiev.

Più armi orientali per tutti

Ancora più importante è la visita in Giappone, Paese molto vicino agli Usa. Stoltenberg visiterà la grande base aeronavale nipponica di Iruma, e sicuramente non dovrà faticare molto per convincere il governo di Tokyo a svolgere un ruolo molto più attivo nel contenimento militare della Repubblica Popolare. Nonostante le pulsioni pacifiste di una parte consistente della popolazione, il Giappone sta infatti procedendo a un riarmo accelerato.
Si noti, tra l’altro, che anche l’Italia, in accordo con Giappone e Regno Unito, ha aderito al nuovo partenariato trilaterale di difesa e sicurezza chiamato “Global Combat Air Programme”. Esso prevede, tra le altre cose, lo sviluppo di un aereo da caccia di nuovissima generazione (il Tempest”) entro il 2030.

Aria di ‘Tempest’ 

Risulta insomma chiaro il progetto Nato di contenere l’espansione russa e cinese in qualsiasi parte del mondo, una conseguenza che probabilmente Putin e Xi Jinping non avevano previsto nell’atto di firmare il loro patto di alleanza “senza limiti”.
Per quanto riguarda le nazioni europee, tuttavia, si pongono subito dei problemi. Quasi tutti stanno procedendo all’aumento delle spese militari auspicato congiuntamente da Stoltenberg e Biden.

Non si capisce però come esso possa essere in linea con i continui richiami all’austerità e alla riduzione del debito che giungono da Bruxelles e da alcuni Stati membri, per esempio i tre piccoli Paesi baltici. Qualcuno, alla fine, dovrà pur spiegare come risultino compatibili la riduzione del deficit e l’aumento delle spese militari.


Le tre istanze fondamentali della psiche secondo la mia visione.

di Giovanni Lamagna

Una delle affermazioni più famose (se non la più famosa) di Sigmund Freud è senz’altro questa: “Wo Es war, soll Ich werden”; contenuta nel suo “Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni)”; 1980 Bollati Boringhieri, pag. 190; tradotta da Cesare Musatti con le parole “dov’era l’Es, deve subentrare l’Io”.

Es

Cosa voleva dire il grande viennese con una tale affermazione? A mio avviso, alcune cose molto semplici. Innanzitutto questa: all’inizio, quando nasce e nei suoi primi mesi ed anni di vita, l’uomo è essenzialmente un fascio di impulsi o, come le chiama Freud, pulsioni, che in questa fase però assomigliano molto agli istinti animali. In altre parole nei suoi primi anni di vita l’uomo è poco più di un animale, molto simile agli altri animali: è quindi Es (quasi) allo stato puro.

Io

Poi, un poco alla volta, lentamente, in misura più o meno grande, a seconda delle sue caratteristiche innate (che potremmo anche considerare genetiche) e, soprattutto, delle condizioni ambientali (il contesto nel quale l’individuo nasce e cresce), sopravviene e si afferma in lui una seconda istanza psichica, che Freud definisce l’Io o l’Ego. Che cos’è l’Io/Ego? È la dimensione razionale della vita psichica, quella che fa prendere consapevolezza all’individuo, che non tutti i suoi impulsi istintuali, non tutte le sue pulsioni sono realizzabili, praticabili; o perlomeno non lo sono sempre e immediatamente.

Perché esiste una Realtà che spesso o alcune volte si oppone loro, con la quale il soggetto pulsionale deve fare i conti, che ne limita, frena i desideri, rimandando o negando del tutto (alcune volte) la loro realizzazione. Per usare espressioni freudiane, sopravviene “il principio di realtà”, che si contrappone talvolta (potremmo anche dire: spesso) al puro “principio di piacere”.

In questo modo all’Es (le pulsioni iniziali, la libido allo stato puro, quasi del tutto animalesca) subentra l’Ego (la parte razionale, consapevole quindi dei limiti imposti alle pulsioni dall’impatto con la realtà). Così il bambino cresce – passando per la fase turbinosa dell’adolescenza – e diventa uomo maturo.

Do per scontato (credo che anche Freud lo desse per scontato) che in alcuni individui questo processo di crescita e maturazione riesca di più, in altri di meno; alcuni individui rimangono sostanzialmente bambini, altri (pochi) diventano addirittura animali selvaggi, preda dei loro istinti più primitivi.

Super Io

Io condivido sostanzialmente questa lettura che Freud fa della psiche umana, che egli integra poi, come è noto, con una terza dimensione, quella del Super-Ego (o Super-Io). Che sarebbe – a suo avviso – una variante della coscienza, che impone all’uomo di limitare i suoi desideri, le sue pulsioni istintuali, ma diversa dal “principio di realtà”, che ha una sua consistenza intrinseca, oggettiva.

Il Super-Ego, invece, insorge – come fattore del tutto relativo e contingente – dal contesto ambientale, sociale, culturale, nel quale ciascun individuo nasce, cresce e sviluppa i suoi codici morali. È diverso dall’Ego, perché questo si fonda su una norma intrinseca, il principio di realtà, che ha una sua valenza oggettiva, potremmo dire addirittura universale, uguale per tutti gli esseri umani, a prescindere dal contesto sociale e culturale nel quale nascono, crescono e vengono educati.

Il Super-Ego, invece, pone leggi, norme e regole estrinseche, imposte dal contesto sociale e culturale particolare nel quale l’individuo nasce e cresce, ha quindi una valenza per sua natura variabile e perciò relativa, niente affatto universale.

……………

Ci sono casi, situazioni, in cui la coscienza deve avere il coraggio di affermare il proprio desiderio (le proprie istanze pulsionali, quelle che affondano nell’Es) e non reprimerli: quando cioè essi non sono in (vero) contrasto col “principio di realtà” (Io); e anche a costo di andare contro il “pensiero comune”, prevalente (Super-Io). In questi casi, forse, l’Io patirà un certo grado di sofferenza dovuta all’ostracismo e all’emarginazione sociali, ma ne guadagneranno la sua creatività e vitalità, il suo spirito di indipendenza e di autonomia, che sono e saranno sempre segni inequivocabili di una buona salute psichica, allo stesso livello del senso (necessario) di realtà.

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  • Mai tanti morti tra i civili, donne e bambini, come a Gaza
    …e nel Tg1 delle 13 le aperture su Gaza, con poco rispetto dell’attualità, riguardavano ancora oggi le malefatte e le minacce di Hamas e soltanto dopo cronaca e immagini di stragi e macerie procurate dall’invasione israeliana. Ma l’esodo forzato dei palestinesi inseguiti dai carri armati israeliani verso l’Egitto non può che riportare alla mente quello negli stessi luoghi degli ebrei inseguiti dai carri del Faraone. Forse Israele non riuscirà a distruggere Hamas, ma è già riuscito a distruggere Gaza. (nandocan)
  • COP 28 a Dubai
    ”Il petrolio non è responsabile dei danni all’ambiente”. “Ci vuole più atomo per salvare il pianeta”. Con questi due clamorosi proclami si chiude la COP 28, a Dubaii. Un mastodontico summit che – invece di entrare nel merito dell’abbattimento delle emissioni di CO2 – ha lanciato una sorta di ”negazionismo camuffato”. Quel pensiero che non rigetta il problema (surriscaldamento), di cui anzi si mostra preoccupato; ma ne elude la soluzione agendo sulla negazione delle cause (combustione fossili) e alterazione dei rimedi (nucleare), per evitare cambiamenti radicali (drastica riduzione dell’energia da fonti fossili).
  • A che punto è la notte
    Come sentinelle abitiamo la notte di quest’epoca. Sapendo che la notte non è per sempre e l’alba arriverà. E sapendo, soprattutto, di non sapere quando arriverà.
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    Per il Ministro Crosetto, Halloween continua e così si diverte con uno scherzetto alla magistratura. La tecnica è quella solita della destra: scegliere di colpire i giudici a freddo; evocare come reale una presunta attività eversiva delle toghe con la formula‘’mi dicono che’’ senza citare fonti e fatti.
  • BBC mostra i resti di Gaza, li studia e li analizza, ed è racconto dell’orrore
    Quasi 100 mila edifici distrutti o danneggiati in tutta la Striscia di Gaza (la maggior parte nel Nord) dall’inizio dei bombardamenti israeliani. Questa, la tragica e scioccante contabilità, che emerge dal dettagliato report satellitare commissionato dalla BBC. Mentre le condizioni umanitarie fanno temere una seconda strage con devastanti epidemie.
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