di Giovanni Lamagna, 22 giugno 2022
C’è una differenza abissale tra pornografia ed erotismo. Associabile a quella che passa tra istinto e pulsione. L’istinto appartiene all’uomo come a tutti gli altri animali. La pulsione, invece, è propria, specifica degli uomini. La pulsione è l’istinto raffinato, elaborato, l’istinto diventato cultura. E’ l’istinto “perverso e polimorfo” di cui parla Freud, a proposito della sessualità. Ma la stessa definizione potrebbe essere data anche di tutti gli altri istinti umani; o, meglio, di tutte le altre pulsioni. L’istinto animale è unidirezionale e uniforme. L’istinto umano è (o, meglio, tende ad essere) “perverso e polimorfo”; quindi pulsione. E più è “perverso e polimorfo” più è umano. Più è unidirezionale e uniforme più è – semplicemente, naturalmente – animale.
Faccio solo due esempi per evidenziare la profonda differenza: il primo relativo alla sessualità, di cui hanno parlato abbondantemente Freud e la psicoanalisi; il secondo relativo alla fame. Negli animali la sessualità è mossa esclusivamente dall’istinto verso l’accoppiamento, generato dall’eccitazione sessuale. Nell’uomo la sessualità trova indubbiamente nello stesso istinto degli animali la sua spinta primordiale. Ma, mentre negli animali questo istinto si esprime in forme quasi meccaniche, sostanzialmente uguali per tutti gli animali, ripetitive e uniformi, nell’uomo si esprime nelle forme più varie (è, appunto, “polimorfo”), non solo a seconda degli individui, dei loro temperamenti, caratteri, culture e fasi della loro vita, ma anche a seconda dei tempi/contesti storici e dei luoghi/contesti geografici.
In altre parole, a differenza che negli animali, la sessualità negli uomini si fa storia e cultura. Inoltre, mentre negli animali l’istinto sessuale è davvero solo “al servizio della specie”, cioè al servizio della riproduzione della specie (come affermava Schopenhauer di tutti gli animali, compreso l’uomo), per gli uomini l’istinto sessuale è anche, se non soprattutto, uno dei fattori principi del piacere e una spinta a relazionarsi all’altro/a in maniera empatica, simpatetica, affettiva, sentimentale. Per questo nell’uomo l’istinto sessuale può definirsi “perverso”, nel senso che si perverte, allontana (almeno in parte) dal suo scopo principale, quello per cui lo ha previsto la natura, e ne acquisisce un altro, ben più complesso e articolato.
La stessa cosa avviene con la fame, l’istinto a cibarsi, a mettere cioè carburante nel nostro motore, per tenerlo in vita, per assicurargli la sopravvivenza. Gli animali soddisfano questo istinto ingurgitando qualsiasi cosa trovino sulla loro strada, con l’unica differenza che alcuni di essi sono erbivori, altri carnivori. Gli uomini, invece, non si accontentano di ingurgitare, gli uomini mangiano (che è cosa diversa dal semplice ingurgitare); in certi casi addirittura cucinano i loro cibi, non li mangiano crudi, così come li trovano in natura.
Non mangiano, quindi, solo per soddisfare un istinto, mangiano per soddisfare anche un gusto, un piacere, il piacere del cibo. Ecco allora che anche in questo caso, come nel caso della sessualità, il mangiare diventa “perverso e polimorfo”. “Perverso”, nel senso che si allontana, perverte, dal suo fine primario, che è quello di garantire la semplice sopravvivenza. “Polimorfo”, nel senso che si soddisfa nelle forme più varie, complesse ed elaborate, a seconda degli individui, dei tempi e dei luoghi e, quindi, si fa storia e cultura.
La differenza tra ciò che rientra nella categoria di pornografia e ciò che possiamo considerare invece come erotismo (per tornare al punto da cui è iniziata questa riflessione) trova qui la sua radice: nella differenza tra istinto e pulsione. La pornografia rappresenta l’atto sessuale e tutto ciò che ha a che fare col sesso come pura espressione di un istinto rozzo, primitivo, potremmo dire persino bestiale. L’erotismo, invece, li rappresenta come manifestazione di una pulsione molto più complessa, evoluta, raffinata del semplice istinto; dunque specificamente umana.
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