Pacifismo e costituzionalismo globale (1)

di Luigi Ferrajoli, 23 aprile 2022

Sommario: 1. Il dovere di trattare – 2. La necessità di coinvolgere nella trattativa i paesi della Nato. Il ruolo che dovrebbero svolgere gli organi dell’Onu, convocati in seduta permanente – 3. Due visioni del futuro del mondo – 4. Per una Costituzione della Terra

1. Il dovere di trattare

Cultura, Diritti, Giustizia, Internazionale, Politica, Società

Nei 77 anni che ci separano da Hiroshima e Nagasaki, il pericolo di un conflitto nucleare non è mai stato così grave e incombente come quello corso durante la guerra criminale scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Per questo il comportamento delle potenze della Nato di fronte a questo pericolo è stato, fin dall’inizio, irresponsabile.

Proprio il fatto che Putin, secondo il coro unanime dei media e di tutti i governanti occidentali, è un despota feroce, dovrebbe consigliare di prendere sul serio la sua minaccia, formulata fin dal 13 marzo, di una “reazione nemmeno immaginabile”. Giacché questo despota ha già mostrato ciò che è capace di fare, è fornito di armi nucleari come ha più volte voluto ricordare ed è quindi ben possibile, se crescerà la tensione, che ne faccia uso. La sola cosa seria da fare dovrebbe essere quindi l’impegno di tutti di porre fine alla guerra e di contribuire al ristabilimento della pace.

È questa, del resto, la regola valida in tutte le comunità civili per far fronte alle azioni criminali in atto.

Quando un bandito minaccia di sparare e poi spara su una folla se non saranno accolte le sue richieste, il dovere di quanti hanno il potere di farlo – in questo caso la comunità internazionale – è quello di trattare, trattare, trattare la cessazione della strage. Poco importa se il bandito sia considerato un criminale, o un pazzo oppure un capo politico irresponsabile che non ha visto accogliere le sue giuste ragioni e rivendicazioni. La sola cosa che importa è la cessazione dell’aggressione e della strage degli innocenti. Tanto più perché, in questo caso, la continuazione della guerra può deflagrare in una guerra nucleare.

Proprio i più accaniti critici di Putin non dovrebbero dimenticare, ripeto, che ci troviamo di fronte a un autocrate fornito di oltre seimila testate nucleari, e che l’insensatezza di questa guerra, anche dal punto di vista degli interessi della Russia, non consente di escludere ulteriori, apocalittiche, insensate avventure.

Trattare è ciò che chiedono milioni di manifestanti in tutto il mondo quando domandano di “cessare il fuoco”: per porre fine alla tragedia dei massacri, delle devastazioni e della fuga di milioni di sfollati ucraini. All’inizio di aprile, come ci informa l’Agenzia Onu per i rifugiati, erano 4 milioni i rifugiati ucraini nei paesi vicini e circa 7 milioni gli sfollati interni, in gran parte donne e bambini. Gli orrori, gli stupri e le stragi di civili commessi dall’esercito russo impongono con forza, per la loro atrocità, l’impegno di tutti perché si ponga fine, quanto prima possibile, a questa tragedia. Non importa che atrocità simili sono state commesse in tante altre guerre, talune delle quali scatenate dall’Occidente. Ciò che importa è che si avverta come intollerabili le violenze contro persone inermi, che si faccia di tutto per farle cessare e che esse valgano ad aprirci gli occhi sugli orrori inevitabilmente connessi a qualunque guerra.

Sono queste le condizioni di ogni pacifismo degno di questo nome: in primo luogo stare dalla parte degli aggrediti contro i loro aggressori; in secondo luogo sostenere le loro ragioni nella trattativa diretta a far cessare quanto prima l’aggressione e le sue nefandezze.


  • Mai tanti morti tra i civili, donne e bambini, come a Gaza
    …e nel Tg1 delle 13 le aperture su Gaza, con poco rispetto dell’attualità, riguardavano ancora oggi le malefatte e le minacce di Hamas e soltanto dopo cronaca e immagini di stragi e macerie procurate dall’invasione israeliana. Ma l’esodo forzato dei palestinesi inseguiti dai carri armati israeliani verso l’Egitto non può che riportare alla mente quello negli stessi luoghi degli ebrei inseguiti dai carri del Faraone. Forse Israele non riuscirà a distruggere Hamas, ma è già riuscito a distruggere Gaza. (nandocan)
  • COP 28 a Dubai
    ”Il petrolio non è responsabile dei danni all’ambiente”. “Ci vuole più atomo per salvare il pianeta”. Con questi due clamorosi proclami si chiude la COP 28, a Dubaii. Un mastodontico summit che – invece di entrare nel merito dell’abbattimento delle emissioni di CO2 – ha lanciato una sorta di ”negazionismo camuffato”. Quel pensiero che non rigetta il problema (surriscaldamento), di cui anzi si mostra preoccupato; ma ne elude la soluzione agendo sulla negazione delle cause (combustione fossili) e alterazione dei rimedi (nucleare), per evitare cambiamenti radicali (drastica riduzione dell’energia da fonti fossili).
  • A che punto è la notte
    Come sentinelle abitiamo la notte di quest’epoca. Sapendo che la notte non è per sempre e l’alba arriverà. E sapendo, soprattutto, di non sapere quando arriverà.
  • Crosetto o scherzetto?
    Per il Ministro Crosetto, Halloween continua e così si diverte con uno scherzetto alla magistratura. La tecnica è quella solita della destra: scegliere di colpire i giudici a freddo; evocare come reale una presunta attività eversiva delle toghe con la formula‘’mi dicono che’’ senza citare fonti e fatti.
  • BBC mostra i resti di Gaza, li studia e li analizza, ed è racconto dell’orrore
    Quasi 100 mila edifici distrutti o danneggiati in tutta la Striscia di Gaza (la maggior parte nel Nord) dall’inizio dei bombardamenti israeliani. Questa, la tragica e scioccante contabilità, che emerge dal dettagliato report satellitare commissionato dalla BBC. Mentre le condizioni umanitarie fanno temere una seconda strage con devastanti epidemie.
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