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Mattarella: lavorare non è morire

“Lavorare non è morire”: così il presidente della Repubblica Mattarella in una lettera-appello indirizzata alla ministra del Lavoro, Elvira Calderone. Se “il nostro Paese colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica”, non “è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro”. il riferimento è alle tragedie recenti, a partire dalla strage sui binari di Brandizzo.

Non solo in Italia

Il dramma non è solo italiano ma di gran parte dell’Europa. L’Italia è undicesima in Ue registrando 3,03 incidenti mortali ogni 100mila occupati. Gli infortuni non mortali vedono il Portogallo al primo posto con 2.814 incidenti ogni 100 000 occupati, seguono Francia con 2.598 e Spagna con 2.384.

Resta il fatto che anche per l’Italia, i dati pubblicati dall’INAIL ed elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering dicono che da gennaio a luglio 2023 il bilancio delle morti sul lavoro resta drammatico: 559 vittime di cui 430 in occasione di lavoro e 129 “in itinere” (nei viaggi di andata e ritorno), con una media di 80 decessi al mese.

Infortuni in aumento

Quanto al totale degli infortuni, quelli denunciati all’INAIL nel 2022 sono stati 697.773, in aumento del 25,7% rispetto al 2021, del 25,9% rispetto al 2020 e dell’8,7% rispetto al 2019. “A livello nazionale i dati evidenziano, in particolare, un incremento rispetto al 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+28,0%) sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+11,9%)”. In quasi tutti i settori produttivi, a partire dalla Sanità e assistenza sociale (+113,1%), dal Trasporto e magazzinaggio (+79,3%), dalle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+55,2%) e dall’Amministrazione pubblica.

L’aumento riguarda sia la componente maschile, che presenta un +16,0%, sia soprattutto quella femminile, che registra un +42,9%, in larga misura influenzato dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare quelli da Covid-19. L’emergenza sanitaria, infatti, ha fortemente condizionato l’andamento infortunistico, con un 2022 che nel solo primo trimestre ha superato il numero dei contagi dell’intero 2021.

Le cause delle morti sono note

Perché, se è vero che – ha osservato Cinzia Frascheri, giuslavorista, responsabile nazionale CISL per i temi della salute e sicurezza sul lavoro – “occorrono più investimenti sulle nuove tecnologie da applicare alle macchine, ai dispositivi di protezione individuale e collettiva, tali interventi, tutti assieme, riguardano una percentuale minima delle cause alla base della gran parte degli accadimenti, a esito mortale o grave, in occasione di lavoro”.

Sono piuttosto “le modalità di lavoro, i tempi di lavoro, i ritmi di lavoro, l’inefficace formazione alla mansione, che rappresentano il reale punto debole del sistema, il tutto riconducibile a un’organizzazione che non è attenta alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro”. (nandocan)


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