Europa-Cina: quanta e quale autonomia dalla politica Nato-Usa?

Michele Marsonet su Remocontro

Servilismi a perdere. 100 miliardi di euro dall’inizio della guerra in Ucraina per le società europee, riferisce il Financial Times. E la cifra non include gli impatti macroeconomici indiretti della guerra come l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Le perdite delle società industriali a 13,6 miliardi di euro. Società finanziarie 17,5 miliardi.
Ma adesso parliamo di Unione europea e Cina, altro fronte dolente

‘Disaccoppiamento’ economico dalla Cina e politico dagli Usa?

Un nuovo termine sta sostituendo il ‘decoupling’, vale a dire il disaccoppiamento tra l’economia Usa e quella cinese, uno dei cavalli di battaglia di Donald Trump quando era presidente. Il nuovo termine è ‘derisking’, ed è usato soprattutto dai Paesi dell’Unione Europea (per non fare vedere che copiano anche le parole. NdR).
Con esso si intende il rafforzamento dei meccanismi di difesa dell’economia Ue, giacché ora la Repubblica Popolare non viene più vista alla stregua di semplice partner economico e commerciale, bensì come ‘rivale sistemico’. E, in questo, Bruxelles segue in sostanza l’approccio di Washington, vale a dire dell’amministrazione Biden.

Ursula von der Usa

La commissione europea, capeggiata da Ursula von der Leyen, ha infatti invitato i Paesi membri della Ue ad adottare un approccio più prudente con la Cina. In particolare, a comprendere che la nostra sicurezza dipende dalla capacità di ridurre i rischi economici e commerciali derivanti da legami che, in precedenza, erano considerati in termini pienamente positivi.
L’approvvigionamento di beni essenziali, che ha subito una drastica riduzione ai tempi del Covid, il boicottaggio di brand occidentali dovuto a motivi politici e, infine, l’invasione dell’Ucraina su cui la Cina continua a restare ambigua, suggeriscono secondo la Commissione Europea grande prudenza. Anche perché si sono moltiplicate le minacce per le catene di fornitura, nelle quali la Ue è tuttora molto dipendente dalla Repubblica Popolare (certamente in misura maggiore rispetto agli Stati Uniti).

Europa ancora tra Est ed Ovest

L’Europa, insomma, ancora una volta scopre la propria debolezza, scontando la natura farraginosa della propria impalcatura politica e burocratica, dovuta al fatto che gli Stati membri (e soprattutto i più importanti come Germania e Francia) tendono ad andare per conto proprio rifiutando qualsiasi tipo di strategia coordinata. Non è certo un problema nuovo, ma con la pandemia i nodi sono diventati più visibili ed evidenti.
L’Italia, tra l’altro, è in una posizione particolare e delicata, essendo l’unico Paese membro del G7 ad aver firmato l’accordo concernente la “Via della Seta”, con l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio che svolsero un ruolo chiave al riguardo.

Rischio inciampo lungo la via della seta

E’ noto che l’attuale premier Giorgia Meloni vorrebbe disdire l’accordo, sostenendo che gli affari con la Repubblica Popolare si possono fare comunque, anche in assenza dell’accordo suddetto. Trascurando però il fatto che i cinesi sono molto sensibili, anche per ragioni derivanti dalla loro cultura millenaria, agli aspetti formali della diplomazia. Ragion per cui il nostro Paese potrebbe pagare cara l’eventuale disdetta.
La morale della favola è chiara. Come è già avvenuto per il ‘decoupling’, anche il ‘derisking’ è più facile a dirsi che a farsi.

L’interconnessione tra l’economia europea e quella cinese è troppo forte e non può essere cancellata a colpi di slogan. In questo senso gli americani hanno maggiori margini di manovra. I nostri, invece, sono molto ristretti, e di questo il governo in carica deve tenere conto.


  • Usa ed Europa non più al centro del mondo
    Usa ed Europa non più al centro del mondo.Il mondo nuovo su cui pochi oggi capiscono qualcosa, mentre due voti a distanza di migliaia di chilometri da Bratislava a Washington segnano il futuro della guerra in Ucraina. Dopo G7, G20, Brics, Onu, la politica dei blocchi cambia ancora, prova ad analizzate Avvenire, preoccupato. Usa ed Europa sempre più sgraditi, mentre la Russia, nonostante la guerra, resta forte. E la Cina è pronta ad abbandonare il soft power armandosi rapidamente. E gli emergenti premono, il segnale ultimo.
  • Sintonia
    Nel Sinodo, la Chiesa Cattolica si interroga sulla propria sintonia con la storia. I temi (dubia) toccano il sacerdozio femminile, il rapporto con divorziati, minoranze sessuali e la ferita sempre aperta degli abusi sessuali del clero. Riuscirà Francesco ad aggiornare la dottrina, superando l’ostruzionismo della frangia fondamentalista che vede in ogni aggiornamento teologico un’eresia?
  • Un giudice a Catania
    Dall ‘Avvenire di oggi: “Giorgia Meloni interviene con durezza sulla recente sentenza del tribunale di Catania che ha “liberato” quattro migranti sbarcati a Lampedusa e trasferiti nel centro di Pozzallo: «Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti – scrive sui social la premier in prima mattinata -. Il governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa».
  • Ci risiamo
    Non so quanto la prospettiva di un governo tecnico sia d’attualità, vista la maggioranza ancora solida che sorregge il governo Meloni. Ciò premesso, la penso anch’io come Gilioli – ieri caporedattore di Espresso-repubblica e oggi direttore di Radio popolare. Basta con questa storia del governo tecnico, che viene annunciato ma in realtà suggerito dai “giornaloni”. Come ogni volta che un governo, di destra o di sinistra, poco importa, non fa fino in fondo il suo dovere di obbedire in tutto e per tutto alle direttive dell’establishment.
  • Assemblea!
    Sbaglia l’amico Massimo Marnetto a presentarlo come una creatura di Michele Santoro, che ha indubbiamente il merito di avere messo la sua popolarità e abilità comunicativa al servizio di obbiettivi indicati da tempo da Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli e “Costituente Terra”. E a darne atto a quest’ultimo era stato proprio lo stesso Santoro intervistato due giorni prima dalla Gruber a “Otto e mezzo”.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: