Al corteo di studenti e centri sociali che si è svolto oggi pomeriggio a Roma dalle 14 alle 19, la questura prevedeva la partecipazione di 1500 persone. Immagino (e spero) che siano state molte di più.(nandocan).
da Remocontro
800mila persone manifestano pacificamente per il cessate il fuoco a Gaza con le insegne palestinesi. Sbugiardato il governo Tory che preannunciava violenze, i tentativi della ministra Braverman di criminalizzare il dissenso, e ottanta arresti: tutti membri della destra che cercavano lo scontro. Un corteo così grande non si vedeva dal 2003 rileva la stampa internazionale. Con le bandiere palestinesi altrove ipocritamente vietate.
Ma a Gaza, l’assedio agli ospedali uccide anche i neonati
800mila a Londra per la Palestina
Dagli ‘oltre 300mila’ per le stime a ridurre da parte della polizia, agli oltre 800mila a colpire a vista e più credibili da parte degli organizzatori. Comunque una marea umana a Londra per il popolo palestinese, con le sue bandiere al vento. Con la Polizia schiarata dalla faziosa della ministra Braverman, nel tentativo scoperto di criminalizzare il dissenso, costretta ad intervenire solo per sedare le contro-manifestazioni ‘anti-Hamas’ guidate dall’estrema destra. Vergogna anche per il premier Sunack.
Dai tempi di Blair e Bush, 2003
Una manifestazione simile non si vedeva dal 2003, quando in strada scesero circa un milione e mezzo di persone. Erano i tempi di Tony Blair a Downing street e di George W. Bush alla Casa Bianca, ma soprattutto dell’invasione dell’Iraq: in strada si urlavano slogan pacifisti per chiedere la fine della guerra. Stavolta si chiede il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, dove Israele sta bombardando dal 7 ottobre in una reazione alle atroci azioni di Hamas che molti considerano sproporzionata.
Ebrei anti sionisti e ministra vergogna
C’è anche uno spezzone di ebrei britannici a sfilare. Il tutto in modo pacifico, nonostante le parole ripetute nei giorni scorsi dalla ministra dell’Interno Suella Braverman, falco della destra Tory che aveva accusato la polizia di essere troppo dura con l’estrema destra mentre a quelle che lei chiama «le orde pro Palestina»verrebbe permesso di nascondere ‘frange violente’. Ministra della vergogna a parte, una manifestazione di grande civiltà.
Remembrance Day
Qualche timore per la coincidenza con la giornata del ricordo dei caduti britannici di guerra. Contro-manifestanti di estrema destra che hanno urlato slogan contro Allah e hanno strappato qualche bandiera palestinese. La polizia è intervenuta e ha arrestato molti appartenenti all’English Defence League, organizzazione islamofobica di estrema destra nel Regno Unito, unita attorno a diverse società di hooligan del calcio guidate da Tommy Robinson.

Gaza, l’assedio agli ospedali uccide anche i neonati
Defense for Children: «Dire che Israele sta violando le leggi di guerra è un eufemismo». Al Shifa al buio: pazienti gravi in trappola, fuori uso le incubatrici. Impossibile fuggire la denuncia preziosa di Michele Giorgio sul Manifesto.
«Negli ultimi due giorni l’ospedale Al-Shifa è stato sotto attacco diretto. I pazienti e il personale medico vengono presi di mira e messi a rischio». L’allarme dal dottore israeliano ebreo Guy Shalev, di Medici per i diritti umani. Denuncia che gli attacchi militari israeliani alle strutture mediche palestinesi sono iniziati con il blocco dei rifornimenti per lo Shifa. «La decisione di non far entrare acqua pulita, cibo e carburante per i generatori dell’ospedale è un attacco diretto allo Shifa e a tutto il sistema sanitario di Gaza», afferma Shalev.
La sua ong ieri ha riferito che sono deceduti due neonati palestinesi nelle incubatrici: «A causa della mancanza di elettricità, il reparto di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. Due bambini prematuri sono morti e c’è un rischio reale per la vita di altri 37 bambini prematuri».
Malati gravi e moribondi
L’evacuazione totale intimata dall’esercito israeliano non può essere eseguita, almeno non completamente, ha confermato Ann Taylor, capo missione di Medici senza frontiere in Palestina. 25 pazienti appena operati, ha spiegato, non riescono a camminare e portarli fuori dall’ospedale sulle sedie a rotelle vorrebbe dire condannarli a morte. Ci vogliono le ambulanze ma quelle disponibili non bastano. «Alcuni pazienti devono essere operati subito, non possono rimandare l’intervento, sono in gravi condizioni, potrebbero morire. Altri non possiamo abbandonarli, dipendono dalla nostra assistenza».
Allarme ‘mezzaluna rossa’
La Mezzaluna Rossa palestinese parla di situazione «estremamente pericolosa» anche intorno a un altro ospedale, l’Al-Quds, con 14mila sfollati al suo interno. Colpi di artiglieria sono caduti anche ieri vicino all’ospedale Indonesiano. «Dire che le forze israeliane stanno violando palesemente le leggi di guerra è un eufemismo», afferma Defense for Children International sottolineando che più di 4.506 bambini palestinesi sono stati uccisi a Gaza e circa altri 1.500 risultano dispersi, molto probabilmente morti sotto le macerie.
Non solo bombe ma anche fame
I palestinesi scappano dal nord di Gaza anche per fame. Non c’è più cibo. Da otto giorni le Nazioni Unite non sono state in grado di consegnare alimenti in quella parte della Striscia dove non vi sono più forni aperti. I residenti di Gaza restano in fila per ore in attesa di cibo, esponendosi agli attacchi aerei. Farina, latticini, uova e acqua in bottiglia sono spariti dagli scaffali dei negozi in tutta la Striscia mentre altri beni essenziali come riso e olio da cucina stanno per esaurirsi.
Si allunga intanto la striscia di sangue anche in Cisgiordania. Ieri cinque palestinesi sono stati uccisi da fuoco israeliano, di cui quattro a Jenin.
- Sulla valutazione dei magistratiSi vuole introdurre la valutazione della Magistratura? Bene, allora li si faccia anche per gli altri poteri dello Stato. Per il Parlamento vedrei bene l’adozione del ‘’criterio di laboriosità’’: un quinto degli onorevoli e senatori più assenteisti nel biennio vengono sostituiti con elezioni suppletive programmate.
- ‘Peggio del presente, a Gaza, c’è solo il futuro’: Eric SalernoAltri ostaggi sono tornati a casa, tutti sembra, in relativamente buone condizioni di salute anche se traumatizzati dal rapimento e dalla prigionia nelle mani degli uomini di Hamas. In Israele manifestazioni di giusta felicità miste a paura per quello che è accaduto il 7 ottobre e per quello che potrebbe ancora succedere. Centinaia di video passano di mano in mano. In Israele e fuori.
- La differenzaÈ infatti enorme la differenza tra la guerra e la pace. E la tragedia è proprio questa, che la guerra si concede una pausa per riprendere ancora più incondizionata di prima. E ciò perché questa non è neanche degna di essere chiamata guerra, perché le guerre si fanno per ottenere qualcosa, che è la posta in gioco della guerra. Invece questa è una guerra che ha per fine la negazione reciproca dell’esistenza dell’altro. E attraverso un rovesciamento di ciò, nella costruzione di una umana convivenza tra i membri del popolo palestinese e i cittadini ebrei dello Stato di Israele, che può istituirsi, non una tregua, ma la pace
- ScendereMi tocca difendere il Ministro Lollobrigida, perché la sua richiesta di fermata del treno in ritardo, per proseguire in auto, era motivata da un interesse pubblico istituzionale, prevalente su quello privato degli altri passeggeri. Ovvero la sua presenza come Ministro – cioè a nome dello Stato – a Caivano, per inaugurare un parco ad alto valore simbolico, come riscatto di un territorio abbandonato al degrado e alla criminalità. (Marnetto)
- La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con IsraeleLa feroce rappresaglia di Israele nella striscia di Gaza, accompagnata da un’ aggressiva reazione dei coloni nella Giordania occupata, rischia ora di compromettere, a vantaggio di Hamas, anche il fragile compromesso con i paesi arabi moderati, avviato col “patto di Abramo” e la compiaciuta assistenza degli Stati uniti. La Giordania ‘americana’ dice basta e potrebbe rompere con Israele.I Paesi arabi moderati, gli alleati di sempre, il lato debole della geopolitica americana prigioniera di Netanyahu in Medio Oriente. Prima tra tutti la Giordania. Re Abdullah II di fronte alla devastante reazione israeliana ai massacri di Hamas, sta per rivedere la trentennale ‘pacificazione’ con Tel Aviv, ma anche le relazioni privilegiate con Washington