In sostanza, la rivoluzione francese finisce per abolire i privilegi della nobiltà rafforzando i diritti dei proprietari. Per chi non possiede nulla, il bilancio è dubbio… La concentrazione della proprietà nelle mani dell’1% più ricco, nobili e borghesi messi assieme, diminuisce di poco solo tra il 1780 e il 1800, per poi risalire verso l’alto tra il 1800 e il 1910. Per il 50% più povero, il progresso e quasi nullo.
Dalla schiavitù al lavoro forzato

Le corvée feudali diventeranno nella maggior parte dei casi una sorta di affitto in usufrutto ai capitalisti (una corvée di una giornata la settimana sarà assimilata, per esempio, a un affitto equivalente a un quinto o a un sesto del prodotto agricolo), senza altra forma di miglioramento.
Nel Regno Unito, gli Enclosures Acts adottati e inaspriti a più riprese (in particolare tra il 1773 e il 1801) invitano i proprietari a innalzare siepi attorno agli appezzamenti e a porre fine al diritto d’uso dei contadini poveri sui terreni comunali e sui pascoli. Ossia concorrono a gettare sul lastrico lavoratori disoccupati e facilmente sfruttabili, i quali faranno da comodo supporto all’industrializzazione britannica.
Nel 1885, in Svezia, vigeva ancora una legge che obbligava al lavoro forzato chi fosse privo di impiego e non avesse proprietà sufficienti per mantenersi, e puniva con l’arresto i trasgressori. E disposizioni analoghe, che permettevano allo Stato e alla classe dei proprietari di reprimere il vagabondaggio e di disciplinare il lavoro, erano in vigore nella maggior parte dei paesi europei nel corso del XIX secolo.
La mobilitazione sindacale operaia
In Francia, la mobilitazione sindacale operaia e intense lotte sociali contribuirono a far maturare più in fretta nuove norme.
- Nel 1841, leggi sul lavoro minorile,
- nel 1884 sulla libertà sindacale,
- nel 1898 sugli incidenti sul lavoro,
- nel 1919 sulla contrattazione collettiva e la giornata di otto ore,
- nel 1936 sulle ferie retribuite,
- nel 1945 sulla previdenza sociale.
Occorre aspettare il 1969-1977 per una generalizzazione della cadenza mensile dei salari (che garantisce un reddito fisso ogni mese, e non più giornaliero o settimanale). E sappiamo che un tale progresso è in parte reversibile, a seconda dei rapporti di forza politici ed economici.
Per cui lo statuto salariale ha patito di recente varie limitazioni, per esempio con il regime micro imprenditoriale introdotto con la legge di “modernizzazione” dell’economia, adottata in Francia nel 2008, che prevede minori contributi e minori tutele.
Un sistema le cui nefaste conseguenze sono state pagate dai lavoratori interessati durante la pandemia del 2020-2021. (continua)