da “L’evoluzione di Dio” di Robert Wright*
Maometto approverebbe quello che stanno facendo gli jihadisti? E il Dio del Corano lo approverebbe? La risposta alla seconda domanda è “quasi certamente no”: da nessuna parte – né nel Corano, né negli hadith – vi è traccia del fatto che Maometto avrebbe tollerato l’uccisione di donne e bambini, una consuetudine cara agli jihadisti moderni.
Nel periodo trascorso alla Mecca Maometto ebbe molto in comune con Gesù.
Guidava un piccolo gruppo di seguaci, predicando che il giorno del giudizio era vicino. Il suo messaggio non venne accolto, e lui cominciò a parlare un po’ come il Secondo Isaia… Fantasticava in continuazione, e con dovizia di particolari, sul giorno del giudizio. Dopodiché, mostrò per un po’ di tempo una certa somiglianza con Mosé, conducendo i suoi seguaci afflitti verso la terra promessa, la città di Medina.
A Medina comincio a somigliare all’apostolo Paolo. Paolo aveva cercato di convincere gli abramitici ancora esistenti, cioè gli ebrei, che la fede abramitica da lui professata fosse essenzialmente uguale alla loro, anche se con alcune novità. Maometto fece più o meno la stessa operazione con gli abramitici della sua epoca, un gruppo che, grazie all’unico successo misto di Paolo, comprendeva ormai tanto ebrei che cristiani.
Amore fraterno e odio
La norma prevista dal Deuteronomio per le vicine città pagane è il genocidio totale: uccidere tutti gli uomini, le donne, i bambini, per non parlare del bestiame. Nel Corano non c’è nulla di simile a quello che, probabilmente, rappresenta, sotto il profilo morale, il punto più basso di tutte le scritture abramitiche.
Di conseguenza, alla domanda su quale libro sia “peggiore” in termini di bellicosità, potremmo rispondere che dal punto di vista qualitativo il trofeo spetta alla Bibbia ebraica (e, dunque, alla Bibbia cristiana), grazie all’incitamento al genocidio contenuto nel Deuteronomio, che non conosce assolutamente rivali. Dal punto di vista quantitativo, però, il vincitore è il Corano, almeno relativamente alla frequenza dei brani bellicosi, se non in termini assoluti.
La salvezza
Anche nella salvezza cristiana la volontà di persecuzione può essere più forte della carità. Abbiamo visto che il libro dell’apocalisse, scritto durante l’oppressione romana, immagina una situazione in cui il salvatore porta “una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro”.
Il Corano dice più di una volta che non solo i musulmani ma anche gli ebrei e i cristiani possono salvarsi, purché credano in Dio e nel giorno del giudizio e vivano una vita degna di una valutazione favorevole. Questa tendenza inclusiva potrebbe spiegare la frustrazione di Maometto rispetto alle dichiarazioni ebraiche e cristiane di possesso esclusivo della verità salvifica.
Maometto non si spinge fino ad abbracciare la salvezza universale. Per ottenere la salvezza, bisogna ammettere che il dio abramitico è l’unico Dio. Tuttavia, ritenendo che tutti gli abramitici possono salvarsi, estende notevolmente la portata della salvezza rispetto ai cristiani. A un certo punto, sembra estenderla ulteriormente. E, insieme a cristiani, ebrei e musulmani elenca anche gli zoroastriani, e dice che Allah, il quale “in verità[…] guida chi vuole”, sarà il loro giudice nel giorno della resurrezione.
L’esistenza dell’impero contribuisce all’armonia, l’espansione all’intolleranza
Più volte gli imperi hanno consentito la pacifica coesistenza di etnie in precedenza rivali, e più volte le religioni hanno contribuito a favorire tale causa. La cosa lascia ben sperare perché, come abbiamo già detto, l’ambiente multinazionale di un nuovo impero è l’antico omologo della globalizzazione.
Ovviamente, se l’esistenza dell’impero contribuisce all’armonia, l’espansione dell’impero – il processo di effettiva conquista di nuove terre – inasprisce l’intolleranza delle religioni e dei popoli vicini. Questo, come abbiamo visto, spiega la duttilità della dottrina della Jihad: all’epoca della conquista, il suo aspetto intollerante prese il sopravvento, ma quando arrivò il momento di amministrare le terre conquistate, affiorò il suo lato più indulgente.
Le Scritture si muovono fra tolleranza e bellicosità, e il motivo è rintracciabile negli eventi terreni, nella possibilità che gli esseri umani percepiscano gli avvenimenti come situazioni a somma zero o a somma non zero. (continua)